Sfilata al Sottovoce
Il Sottovoce è un locale di tendenza. Entrando lì dentro ci si aspetta di veder comparire qualche vip seguito da uno sciame di paparazzi da un momento all'altro. L'ambiente è ampio, caldo e raffinato, in grado di ospitare cene di gala, serate danzanti e sfilate.
Appena entrati veniamo accolti da una cameriera vestita in modo impeccabile, che ci accompagna a un tavolo sistemato accanto alla passerella nera, sulla quale sono puntati enormi riflettori. Wow, sono senza fiato.
«Come mai la cameriera? Il locale non era chiuso?» indago guardandomi intorno. La cucina è a vista, separata dalla sala da un bancone in muratura, rivestito da piastrelle bordeaux. Una preziosa collezione di pentole e padelle in rame lucidissimo fa bella mostra di sé, appesa nella cucina in acciaio più lucida, moderna e attrezzata che abbia mai visto. Luigi si muove con eleganza innata tra i fornelli, mostrando la sicurezza di chi pratica con passione la propria professione da anni. Lo guardo affascinata.
«Luigi è uno che non lascia niente al caso, uno di classe, non ci avrebbe mai fatti venire qui senza aver fatto le cose come si deve.»
«Non faccio fatica a crederlo» rispondo senza staccargli gli occhi di dosso. Lui intercetta il mio sguardo e sorride compiaciuto. A Ricky la scena non sfugge e mi fissa divertito. Gli strizzo l'occhio con aria complice. La cameriera arriva con le bevande, mentre alcune luci sulla passerella si accendono all'improvviso. Accidenti, camminare là sopra dev'essere una cosa veramente incredibile.
«Pare che almeno per stasera l'informatico con l'animo del camionista sia rimasto a casa» nota estasiata Lelly, osservando con estrema soddisfazione l'evidente interesse che dimostro per ogni dettaglio che entra nel mio campo visivo. Mi accorgo che tre paia d'occhi sono puntati su di me, avvampo.
«Che diavolo avete da fissarmi in quel modo?» sento le guance in fiamme. Lelly però non mi sta più seguendo, è attratta dalle stiliste che stanno facendo il loro ingresso sulla passerella. Sono dieci. Ognuna di loro dovrà mostrare quattro pezzi della propria collezione. Sono agitate in modo esagerato. Luigi intanto sta richiamando il nostro olfatto con un delizioso profumo di sugo alle vongole. La prima stilista spiega a cosa sono ispirati i suoi abiti e così fanno anche le successive nove, mentre noi gustiamo gli strepitosi spaghetti di Luigi. La musica attacca e inizia la sfilata. Gli abiti sono fantastici. Alla fine arrivano gli abiti da fate. Io e Lelly fissiamo le modelle bloccandoci con le forchette a mezz'aria.
«Accidenti che bomba!» esclamo fissando una modella che sfila con un vestito da sogno. Persino io riuscirei a stupire e a sentirmi una dea con addosso uno straccetto del genere.
«Sono meravigliosi...» Lelly ha la bocca piena, mastica senza tregua, ma non stacca gli occhi dai vestiti.
«Dobbiamo decidere stasera quali abiti sfileranno?» termino i miei spaghetti e mi verso un po' di Coca.
«No. Ho detto alle stiliste che faremo loro sapere qualcosa entro quarantotto ore.» I nostri mariti ci osservano curiosi e parlano a bassa voce, in modo concitato.
«Sembrate due vecchie pettegole, cos'avete da confabulare in quel modo, voi due? Spero che abbiate incollato bene le dentiere, perché con la velocità con cui muovete la bocca potremmo rischiare di vederle partire come proiettili» dico mentre la cameriera ci presenta un fritto misto che resusciterebbe un ominide. Divino.
«Stavamo dando un voto ai vestiti» risponde lui addentando un anello di totano perfettamente dorato.
«Ai vestiti o alle modelle?» chiede Lelly a bocca piena.
«Ai vestiti.» Joey sorseggia un po' di Lacryma Christi bianco del Vesuvio. Ne rimane folgorato.
«Questo vino è fantastico, esalta il sapore del pesce in modo incredibile!» posa il bicchiere e afferra la bottiglia per leggere l'etichetta.
«Una delle tante meraviglie campane» replico guardando con aria depressa la bottiglia di vino fresco. Ne avrei bevuto volentieri un sorso, ma in gravidanza gli alcolici sono out. Anche Lelly avrebbe gustato volentieri qualche bicchiere di buon vino, invece entrambe abbiamo ripiegato su bibite analcoliche e acqua gasata. Per lo meno ci siamo fatte portare delle fettine di limone e arancia da mettere nei bicchieri, per rendere la faccenda meno deprimente.
«E come vi sono sembrati questi vestiti?» nessuna delle due crede alla balla degli abiti, le modelle erano davvero sexy, anche se tutte quarantenni e nessuna era più alta del metro e sessanta.
«Davvero niente male, alcuni erano decisamente interessanti» commenta Joey infilandosi in bocca un paio di patatine fritte.
«Capisco, ed erano solo i vestiti ad apparire sexy, non gli schianti di donne che se li portavano addosso sculettando, dico bene?» chiedo pulendomi le labbra con il tovagliolo immacolato.
«Andiamo, possibile che le donne pensino sempre che noi ci rifacciamo gli occhi alla prima occasione?» Ricky difende la posizione maschile a spada tratta.
«Ci sono decine di studi scientifici a sostegno di questa tesi» replico con espressione indecifrabile.
«Noi guardavamo davvero i vestiti» insiste Joey aggrottando la fronte.
«Ovvio che ci crediamo» Lelly ha ripulito il piatto, io sono in dirittura d'arrivo, gli uomini stanno chiedendo il bis.
«Certo, se sotto i vestiti ci sono anche delle belle donne mi pare giusto dare un'occhiata innocente, no? Dopotutto si tratta di apprezzare la natura» dice Ricky tuffandosi sul pesce fumante e profumato.
«E a quali conclusioni sareste giunti? Rispetto ai vestiti, non alla natura, s'intende» m'informo prendendo un anello di totano dal vassoio che la cameriera ha posato al centro del tavolo.
«Che ogni tanto anche voi potreste indossare qualcosa di diverso!» Ovviamente Ricky non si è lasciato scappare l'occasione di stigmatizzare i miei jeans praticamente perpetui. Che palle.
«Certo, non appena rientrerò al lavoro mi metterò a riparare computer e a collegarli sotto le scrivanie in guepiere. La praticità innanzitutto» rispondo caustica, consolandomi con una patatina fritta.
«Non potremmo trovare delle mezze misure, scusa?» Ricky sorride divertito.
«Bene, allora proporrei dei jeans, con degli enormi strappi tattici e T-shirt semi trasparenti» lo provoco, infilandomi in bocca un'altra patatina e succhiandola lentamente, senza smettere di fissarlo negli occhi.
«L'idea è da vagliare» replica Ricky spostando lo sguardo sul mio seno. Sorrido soddisfatta, forse sono riuscita a destabilizzare il suo leggendario aplomb.
«Caso mai, se ti sentissi insicuro, al lavoro potrebbe indossare delle mutande con un chip» replica Lelly. La cameriera ci sta portando un sorbetto dall'aria deliziosa. Io mi limito ad annuire, mentre Lelly è intenta ad accertarsi che il sorbetto sia analcolico.
«Anche questa può essere un'idea da valutare» commenta Joey.
«Andiamo, è naturale che l'occhio reclami la sua dose di piacere, ma non è tutto. Le qualità essenziali in una donna sono altre» aggiunge Ricky riprendendosi. Gli rivolgo uno sguardo infuocato. Questa è una di quelle serate in cui lo butterei volentieri sul pavimento e farei sesso con lui in modo furioso.
«E quali sarebbero?» Lelly e io ci fissiamo divertite.
«Intelligenza, sincerità, concretezza, dolcezza» elenca Joey.
«Ma deve anche sapersi destreggiare in situazioni complesse. Insomma deve essere un perfetto mix di cuore e cervello. Come vedete le tette non sono tutto» conclude Ricky ammiccando.
«Uno a zero per voi, per ora, ma vi terremo d'occhio» li avverto sorridendo. Poco dopo li lasciamo al tavolo a gustarsi un digestivo, mentre Lelly e io raggiungiamo le stiliste nel backstage per sommergerle di complimenti. Siamo estasiate e la scelta sarà davvero complicata. Ognuna di loro ha almeno un paio di pezzi bomba nella propria collezione, decidere sarà dannatamente arduo. Recuperiamo i mariti e usciamo, dopo aver ringraziato un miliardo di volte Luigi per la serata incantevole. Ci separiamo da Joey e Lelly dandoci appuntamento all'indomani per prendere in mano concretamente la faccenda stiliste. Ci aspetta un milione di preparativi.
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