La sottile linea viola
Il profumo di caffè solletica dolcemente le mie narici, per giungere ai neuroni, ridotti in stato semi-vegetativo. La serata precedente si è conclusa con i mariti in preda a turbolenze provenienti dai loro intestini, nei quali sembravano installati dei reattori nucleari di qualche generazione fa. Facevano un casino bestiale. Forse perché gli hot dog che si sono divorati erano equipaggiati da parecchie cipolle grigliate, ketchup, abbondanti cetrioli sottaceto e una spruzzatina di salsina barbecue piccante. Indubbiamente goduriosi per il palato, questi leggeri stuzzichini hanno indotto le nostre dolci metà a dare aria alle loro trombe posteriori, provocando l'esplosione di qualche corpo celeste e sventrando del tutto il buco nell'ozono. Hanno detonato allegramente fino all'alba. Qualcuno classificherà la caduta di eventuali frammenti di meteora come segni inequivocabili dell'imminente avverarsi delle profezie Maya sulla fine del mondo. Smentiamo ufficialmente i sospetti degli scienziati: sono state le scoregge dei nostri consorti a causare tutto ciò. Il conteggio delle lattine di birra, tutte oltre gli otto gradi, si è fermato quando la prima cassa si è esaurita. Non sappiamo quante ne siano state prelevate dall'altra. Alla fine del secondo film i mariti, con gli occhi annebbiati dai fumi dell'alcol e il cervello inzuppato a dovere, hanno sentenziato che da quel momento si sentono abbastanza forti da poter affrontare ogni circostanza avversa: sono pronti. Sono più tosti della decerebrazione fulminante che colpisce i maschietti, non appena lei pronuncia la magica frase: "Amore, ho rotto le acque". Padri considerati abitualmente tranquilli e ordinari si trasformano in esperti del teletrasporto, coprono distanze incredibili, staccando di gran lunga un caccia da guerra di ultima generazione, a prescindere dal loro mezzo di locomozione. Diventano super eroi.
Rimuginando su tutto ciò apro pigramente mezzo occhio, di più non riesco. Guardo la sveglia sul comodino, segna le sei. Joey e Lelly stanno russando beatamente nella stanza degli ospiti. Visto il numero di birre ingurgitare, guidare era fuori discussione, così si sono fermati a dormire da noi. La mia mano scivola meccanicamente sul termometro, come ogni mattina.
Prendo la temperatura basale.
Trentasette e due.
Oh cazzo!
Schizzo giù dal letto come un proiettile e mi precipito a prendere il grafico. Sono al decimo giorno dopo l'ovulazione. Urge uno stick, due, tre per essere sicura, nel caso uno fosse fallato, non posso certo permettermi di sprecare la prima preziosissima pipì del mattino. Inizio a tremare mentre intingo gli stick nell'urina raccolta in un bicchierino di plastica. E improvvisamente gli stick ovulatori, usati in questo caso come test precoce di gravidanza, sputano il rospo: ci sono due enormi linee viola.
Sono positivi. Sono stra positivi!
Oddio.
Per fortuna non ho bevuto alcolici la sera prima. Non vorrei aver creato danni irreversibili al bambino. Al bambino? Oddio. Intingo anche il test di gravidanza, meglio due, per decapitare il toro come si deve.
Il risultato non lascia spazio a dubbi.
Sono incinta. SONO INCINTA! INCINTISSIMA!
Vengo scossa da un tremito, mentre lacrime liberatorie solcano roventi le mie guance in fiamme. Sono passati solo due mesi dall'inizio della ricerca. Le famose bustine di integratori hanno funzionato, a quanto pare. D'altra parte se in rete tutte ne parlano un motivo ci sarà. L'ovulazione viene migliorata eccome. Non riesco a smettere di tremare. Apro il rubinetto dell'acqua fredda, la lascio scorrere un paio di minuti per renderla gelida, fissandomi nello specchio, imbambolata. Mi bagno il viso bollente, ho la sensazione che possa fondere da un momento all'altro. Ora chi accidenti lo dirà a Lelly? Lei deve ancora iniziare la stimolazione ovarica mentre io mi ritrovo incinta. Certo, non a bocca dolce. Lungo il mio percorso verso la maternità ho lasciato a terra un bel po' di pezzi di cuore, ho visto volare via il mio piccolo Angelo. Ho creduto di impazzire, avrei voluto morire. Ho pianto, pregato, stramaledetto e imprecato. Ho combattuto a mani nude contro il feroce demone che voleva farmi abbandonare la caccia. Ho passato intere notti al pc a leggere tutti i post lasciati sui forum, ho studiato, bevuto litri di caffè per rimanere sveglia a confrontare grafici e sintomi, analisi e referti. Tutto per avere tra le mani quella striscetta di carta con due righe viola. Quelle due linee che per me rappresentano le prime tre parole del mio bambino: "Sono qui mammina". Mi volto verso la porta del bagno, dovrò decidermi a uscire da lì prima o poi. Ricky mi sta chiamando, il caffè sarà quasi freddo, ormai. Un attimo dopo bussa alla porta.
«Hey Lex, tutto bene? Non ho ancora versato il caffè, ma non resterà caldo a lungo se rimarrai lì dentro ancora per molto» la sua voce mi giunge ovattata. Ho il cervello nella gommapiuma.
«Arrivo subito» cerco di tirare fuori una voce che si avvicini vagamente alla normalità. Ricky non abbocca.
«Lex, apri questa porta, subito» e batte in modo insistente. Apro con riluttanza, le gambe mi sorreggono appena, la faccia è sempre bordeaux. Lui mi guarda e sbarra gli occhi, poi vede la distesa di stick posata ordinatamente sul mobile del bagno. Si avvicina a guardarli, con cautela, quasi temendo un'esplosione. Legge gli stick e sbianca. Ormai è diventato un professionista: abbiamo passato intere serate a parlare dell'ormone luteinizzante, di ovociti, di ovulazione, di gonadotropina corionica, degli orari in cui è meglio fare i test. Ma soprattutto, a cercare di capire se gli stick erano davvero positivi. Abbiamo letto decine di grafici con temperature basali, terapie per la fertilità e confrontato tutti i sintomi. Si siede sul bordo della vasca da bagno e mi guarda, con gli occhi lucidi, ora anche le sue guance tendono al cianotico.
«Sei incinta...» sussurra. In quel momento scoppia il caos. Lelly esce dalla stanza degli ospiti giusto in tempo per assistere alla scena. Sbianca e quasi sviene, Joey si precipita a sorreggerla. Io tremo come una foglia, mentre Ricky incrocia lo sguardo interrogativo di Joey che abbraccia Lelly.
«Che sta succedendo?» chiede Joey preoccupato.
«Abbiamo appena scoperto che Lex è incinta» annuncia Ricky, accarezzandomi le spalle. Lelly si stacca da Joey e mi si incolla addosso, in un abbraccio così forte che potrebbe procurarmi parecchie fratture esposte.
«Se ce l'hai fatta tu posso farcela anch'io! Sono troppo felice, Lex! Vuol dire che anche per noi c'è davvero speranza, capisci?!» piange e ride insieme, mentre mi stampa una decina di baci sulle guance, insistendo nell'operazione di stritolamento. Joey sorride, sorpreso e felice, abbracciando Ricky.
«Vieni qui, vecchio lupo di mare! Ora sì che puoi dire ufficialmente che hai il pisello dopato!»
Usciamo dal bagno con Lelly in piena effervescenza: è in fibrillazione per lo shopping che saremo obbligate a fare. «Ora dovremo fare un mucchio di cose, tipo commissionare i fiocchi nascita più grandi della storia, comperare il necessario per il parto, insomma, non abbiamo un minuto da perdere!» Produce più scintille lei di una smerigliatrice industriale.
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