La rivincita di Lelly

Lelly ha fatto la Fivet (fertilizzazione in vitro con embrio transfer). La procedura prevede il prelievo di ovociti dalla mamma per poi fecondarli in vitro con il seme del papà. Naturalmente farle digerire la faccenda ha richiesto qualcosa di più che un po' di citrato. Stamattina siamo di nuovo al dieci dpo, ma stavolta è da considerare post transfer. Dieci giorni fa le hanno trasferito in utero tre embrioni. Da quel momento è iniziata la cosiddetta cova. Per giorni e notti Lelly ha torturato il mondo sottoponendolo a una tragica full immersion fatta di paranoie, paure, attacchi d'ansia e momenti di euforia incontenibile. Il tutto condito da un numero infinito di parole irripetibili.

Stamattina abbiamo deciso di concederci la colazione nella nostra pasticceria preferita, gustandoci una deliziosa cioccolata con doppia panna, nel mio caso destinata al cesso in meno di dieci minuti, ma almeno avrò la possibilità di sentire un sapore diverso da quello del vomito che da giorni non mi molla. Nel frattempo ho raggiunto la fine della temutissima nona settimana. Si sentono decine di storie in cui si raccontano aborti spontanei avvenuti entro questo termine, proprio come accadde a me l'anno scorso. Ovviamente le mie paranoie si mescolano a quelle di Lelly, mettendo a dura prova l'equilibrio psicofisico dei nostri poveri mariti. Davanti alla cioccolata assassina ci fissiamo negli occhi.

«Questa roba andrà tutta sui nostri didietro, lo sai, vero?» mi chiede Lelly infilandosi in bocca un cucchiaino colmo di panna e chiudendo gli occhi per assaporarlo meglio.

«Tanto tra poco sembreremo cetacei spiaggiati comunque, tanto vale togliersi qualche sfizio» imito Lelly gustandomi la panna.

«Saremo bellissime, due favolose patate ripiene, altro che cetacei» precisa lei.

«Certamente. Hai dato un'occhiata online alle nuove collezioni per abiti premaman? Le modelle non hanno più di venticinque anni. Nessuno pensa che alla nostra età siamo ancora buone per fare le patate ripiene. Casomai bollite. Al massimo possiamo andar bene per farci del purè, da servire in qualche ospizio» stavolta sono io quella con le palle girate. Vorrei essere catapultata alla tredicesima settimana, mi sento un fascio di nervi e so che la cosa non mi giova affatto. E non giova al mio gamberetto. Per fortuna mi sono comperata un favoloso doppler fetale su eBay. Una figata, quando entro in paranoia posso sentire il suo cuoricino e vedere la frequenza cardiaca sul display.

«Stamattina sei una palla, Lex. Cerca di non agitarmi ulteriormente, sto trattenendo la pipì da tre ore per fare il test e sono sull'orlo di una crisi di nervi spaventosa» la sua bocca è piena di cioccolata, dentro e fuori.

«Lasciamo perdere, okay? Piuttosto, come stanno andando le candidature delle stiliste?» cerco di scollegare il cervello dal mio utero.

«Oh, alla grande cara, ne sono arrivate un mucchio, alcuni book che ci hanno portato sono zeppi di creazioni favolose» si illumina come se avesse la faccia ricoperta di lampadine.

«Posso vedere qualcosa?» ho quasi finito la cioccolata.

«Certo, oggi passo da te con un po' di materiale, se ti va» dice mentre chiama il cameriere per ordinarsi una fetta di torta della nonna. La guardo con aria stralunata.

«Scusa, ma hai intenzione di diventare una lottatrice di sumo?» m'informo, mentre lei addenta una forchettata di dolce ripieno di crema al limone e cosparso di zucchero a velo e pinoli. Sto sbavando, ma non voglio cedere alla tentazione di imitarla.

«È da delirio, provala, è letteralmente orgasmica!» geme in modo imbarazzante.

«Ne sono certa, ma lo sai che se quel test sarà positivo dovrai controllare le calorie?» la osservo, piegando la testa di lato.

«Sei sempre la solita dannata guastafeste, lasciatelo dire» scuote la testa senza scordare di infilarsi in bocca un altro pezzo di torta.

«Dacci un taglio con le calorie, dico sul serio. Dietro l'angolo ci potrebbero essere grane come il diabete gestazionale, l'ipertensione, la gestosi... Per non parlare della fatica immane per eliminare tutto quel lardo dopo il parto. Datti un paio di punti alla bocca e mangia con criterio» sono spietata, ma mi preme darle una frenata prima che si metta nei guai e diventi più grassa e incazzata di un'orca assassina.

«Dio, sei peggio di un allevamento di ricci nelle mutande!» e spinge il piatto di lato. Vuoto.

«Guarda che non sono io a doverti trovare sexy, non me ne frega niente del fatto che tu sia una cicciona o meno, ti parlo così solo per il tuo bene, dato che tu sembri disinteressartene» la stuzzico sorridendole.

«E come la mettiamo con le voglie? E la fame costante?» mi sfida.

«Le soddisfi e ti nutri, mi pare chiaro, ma invece che un ettaro di pizza ne mangi un trancio, mi spiego? Le porzioni devono essere ragionevoli, con grassi e zuccheri limitati all'osso»

«Mangerò croccantini per gatti obesi, o omogeneizzati per bambini, oppure centrifugati di sedano, cetriolo e carota, con una spruzzata di rapa. Già che ci sono aggiungo anche un goccetto di salsa di soia e un po' di brodo di pollo» proclama, fingendo di avere i conati di vomito.

Mezz'ora dopo siamo alle prese con il verdetto.

Lelly è chiusa in bagno a riempire un bicchierino di plastica con la sua preziosa pipì trattenuta quattro ore, per renderla più carica di "vitamine", come definisce lei gli ormoni.

«Ecco la camomilla!» esce trionfante dal bagno con in mano il bottino. Estraggo un paio di stick per gravidanza dalle custodie e li porgo a Lelly, sorridendole agitata.

«In becco alla pennuta, tesoro!» l'abbraccio, mentre mi viene un magone colossale.

«Oddio... Oddio! Oh mio Dio! L'ansia mi sta svalvolando il cervello!» urla mentre sta intingendo gli stick e i polsi le tremano vistosamente. Gli occhi di entrambe sono fissi su quei test, stesi sul tavolo della cucina, posati su un fazzolettino benedetto che Lelly ha ricevuto in dono da sua madre, di ritorno da un viaggio a Medjugorje.

A quel punto il color viola inizia a presentarsi sulla striscia bianca. Prima la linea di controllo, poi compare un piccolo segno leggero. Lelly si volta verso di me, con le lacrime agli occhi.

«La vedi anche tu, vero? La vedi? LA VEDI?» chiede conferma stritolandomi la mano.

«La vedo Lelly. Peccato solo che ormai siamo fuori orario per correre a fare un test sul sangue» la famosa seconda linea intanto inizia a colorarsi sempre di più.

«Guarda Lex, è viola, è positivo! POSITIVO CAPISCI?» inizia a saltellare ridendo in modo isterico.

«Cerca di calmarti, hai un cucciolo a bordo, vuoi fartelo schizzare fuori dal naso, per caso?!» la stritolo in un abbraccio.

Grazie a Dio ci è riuscita.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top