La babbiona incazzosa
«Andiamo, qui qualcuno deve rifare il caffè» Ricky ci precede in cucina, con l'espressione tra il sognante e il terrorizzato.
La domenica scivola troppo veloce, come sempre. Che due palle. Lelly e Joey se ne vanno nel tardo pomeriggio, il loro umore è decisamente migliorato, Ricky e io siamo moralmente sospesi a quindici chilometri da terra.
Senza accorgercene ci ritroviamo abbracciati.
Qualche risata di troppo prova a le ire e la scampanellata furiosa della tizia del piano di sopra, decisamente sul piede di guerra. La signora Belletti stavolta è davvero fuori di sé. È anche vero che vederla serena per una volta sarebbe un evento inspiegabile, in grado di stravolgere le leggi scientifiche più assolute.
Il campanello rischia di fondere, aggredito dall'indice destro della pupa più desiderabile del quartiere.
«Se non la fermiamo alla svelta rischiamo un black out in tutta la città» mi sciolgo dall'abbraccio di Ricky, sbuffando, mentre il campanello suona incessantemente.
«Vado a zittire la babbiona» Ricky è decisamente scocciato dall'intrusione della vecchia rompiscatole. Lo sento aprire la porta d'ingresso.
«Sì?» la voce di lui è glaciale e non nasconde minimamente il pauroso grado di incazzatura.
«Vorrei chiedere se potete gentilmente controllare le vostre turbolenze di coppia, vi si sente in tutto il quartiere, non vorrei dover avvisare l'amministratore» la voce stridula della Belletti risuona nella tromba delle scale. Quella donna è la madre di tutti i fastidi.
«Signora, non siamo in orario di riposo, quindi non mi pare ci siano gli estremi per una lamentela formale. Mi risulta invece che lei si diverta ad accendere l'aspirapolvere alle undici di sera» l'accusa impietosamente Ricky, guardando con disgusto i piedi della Belletti. Indossa le ciabatte più orrende e rumorose del globo. Dio che schifo.
«Ma voi fate certe cose! Rumorosamente! È una cosa indecente!»
«Facciamo certe cose in casa nostra e anche quando le facciamo rumorosamente accade in orari accettabili. In realtà, credo, che saremmo noi a dover contattare l'amministratore, visti i suoi di orari, non pensa?»
«Ma il rumore dell'aspirapolvere non disturba come le vostre urla sconce!» la Belletti fissa Ricky con aria offesa.
«Io trovo tutti i rumori che lei provoca assolutamente insopportabili, soprattutto quello della sua dannatissima aspirapolvere, per non parlare di quello rivoltante delle sue ciabatte» Ricky la fulmina con lo sguardo.
«Voi non avete rispetto!» strilla la pupa, mentre si volta stizzita diretta all'ascensore.
«Abbiamo avuto lei come maestra esemplare, signora» Ricky chiude la porta scuotendo la testa.
«Quella tizia non ha idea di cosa voglia dire stare al mondo» dice alzando gli occhi al cielo.
«Passa la vita a riempire la casa di anti formiche, deve averle dato alla testa» gli dico convinta. Ci addormentiamo con questa brillante considerazione, sghignazzando. Il mattino seguente sono brutalmente strappata dalle braccia di Morfeo. Il telefono e la sveglia squillano in contemporanea, perforando i nostri timpani. Rispondo a Lelly che parte a razzo, è eccitata all'inverosimile. Allontano il telefono dall'orecchio, sperando di non aver perso il senso dell'udito, a causa del volume della sua voce, dodicimila watt come minimo. Ricky borbotta qualcosa in napoletano, ridendo.
«Che diavolo succede, Lelly? Mi stai trivellando il cranio, smettila di urlare!»
«Mi hanno chiamata ora dal centro, dicono che oggi inizierò la soppressione ovarica! Sono così eccitata!» La sua voce è ancora più alta, non l'avrei mai creduto possibile.
«Beh, era ora! Ormai stavo perdendo le speranze» sono felice per lei, finalmente non sentirà più di avere la patata fuori controllo, cosa che in questi giorni mi ha ripetuto fino alla nausea. Oddio la nausea, io non ne ho ancora. Sarà normale? Non c'è pace. Ogni donna entra in paranoia dal momento in cui decide di cercare una gravidanza fino al momento del parto. Un'agonia.
«Infatti, almeno ora sto andando nella direzione in cui voglio andare io, non in quella imposta dalla mia patata fuori controllo!» lo ripeto in coro con lei. Potrebbe diventare il titolo del nuovo tormentone musicale estivo, oppure un nuovo intercalare comune.
«Uffa, non sfottere, tu almeno sei già incinta, a proposito, come stai?» chiede.
«Bene, anche troppo, non ho nemmeno un minimo di nausea» e non nascondo una punta di preoccupazione.
«E ti lamenti? Pensa a tutte quelle povere donne che passano la gravidanza a vomitare senza tregua, abbracciate al cesso» commenta con tono melodrammatico.
«Ho sentito dire che non avere la nausea non è positivo.» Ricky mi guarda e alza gli occhi al cielo, annodandosi la cravatta.
«Andiamo, che fesserie vai dicendo? Ci sono decine di donne che non hanno mai avuto una nausea e hanno partorito figli perfetti.» Lelly sembra espertissima mentre pronuncia quelle parole, come se avesse passato gli ultimi dieci anni incinta.
«Potrebbe essere che l'ormone della gravidanza sia troppo basso, magari l'annidamento non è dei migliori» so che sono in preda alla psicosi, ma dopo aver ottenuto il famigerato test positivo inizia la fase blindare il pupo nella pancia. A costo di usare il saldatore sul collo dell'utero.
«Hai raggiunto l'obiettivo, sei incinta. Ora smetti di farti un mucchio di paranoie inutili e goditi la maternità.» Certo. Me lo dirà quando ci sarà dentro anche lei. Vedremo quante se ne farà.
«Parliamone quando sarai tu a non poter controllare quello che ti succede in pancia. Il non sapere se tuo figlio sta bene ti farà delirare, altro che paranoie» replico acida.
«Sono già in una situazione analoga, anzi, molto peggiore della tua, la mia patata è fuori controllo già prima di una gravidanza» precisa Lelly piccata.
«Con te non c'è proprio partita, Lelly. Ci rinuncio. Ora devo andare a guadagnarmi un tozzo di pane per oggi. Fammi sapere se ti hanno soppresso qualcos'altro oltre alle ovaie, magari la lingua» la prendo in giro affettuosamente.
«Tanto ci andrai ancora per poco. Nel momento in cui sputerai il rospo sulla gravidanza saranno scintille» commenta Lelly
«Sarà un match interessante. Lavoro solo con uomini, per loro il funzionamento di utero e ovaie rappresenta un mistero imperscrutabile.» Ricky mi fissa con finta aria offesa, poi mi strizza l'occhio.
«Io non ho bisogno del manuale d'istruzioni» comunica a voce alta, in modo da farsi sentire da Lelly.
«Confermo. Ha studiato l'anatomia femminile con assoluto rigore scientifico. Mancava solo il sezionamento ed eravamo a posto! Ora sta indagando sulla localizzazione del punto G e sulle relative operazioni di attivazione» dico seria. A Ricky va di traverso l'acqua che stava bevendo, mentre Lelly si mostra decisamente interessata alle indagini.
«Dite su serio? Hey Ricky, appena l'hai beccato presta la mappa a mio marito, per favore!» esclama come se la faccenda rivestisse priorità assoluta, facendosi sentire da tutto il vicinato attraverso il ricevitore.
«Appena avrò scoperto esattamente dove si trova e come funziona, faremo una cena in cui consegnerò un dossier dettagliato a Joey» promette Ricky con aria solenne. Lelly sospira di sollievo e riattacca.
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