Cambiamenti...

Sospiro profondamente. Lelly è un carico da mille tonnellate di fuochi d'artificio pronta ad esplodere.

«Dio, devo chiamare Joey, ormai sarà andato in autocombustione!» e tremando tira fuori il cellulare dai jeans. La guardo e con la scusa di un po' di nausea mi rintano in bagno. Ha diritto a un minimo di intimità mentre comunica a suo marito la notizia che cambierà la loro vita. Mi siedo sul bordo della vasca e mi sorprendo a piangere. Di gioia. Ovviamente nei momenti più improbabili, quando sei incinta, può accadere che: ti scappi una pisciata in grado di sommergere tutti i deserti del globo, oppure devi vomitare ciò che hai mangiato nel Natale del lontano '71. Nel mio caso stiamo parlando di latte materno.

Siccome non mi faccio mancare nulla, mi ritrovo prima seduta sopra, poi inginocchiata accanto al cesso, impegnata in un'operazione che milioni di donne gravide conoscono nei dettagli più tragici, compreso quello del fiato tremendo e del saporaccio in bocca che non ti molla per settimane. Uno schifo che ti impedisce di baciare tuo marito, accampando di volta in volta le scuse più inverosimili. Mi rialzo lentamente, in preda a un calo di pressione. Lelly sta bussando alla porta con insistenza. La parete trema sotto i suoi colpetti delicati. Tra un attimo il muro cederà, me lo sento.

«Lex, sei caduta nel cesso? Andiamo, esci di lì!» strilla continuando a bussare alla porta con la grazia di un ariete incazzato nero.

«Dammi un attimo, Lelly, sto da schifo, mi sembra di aver ciucciato un tubo per lo spurgo fognario» replico afferrando spazzolino e dentifricio.

«D'accordo, esci prima che io rompa le acque, se ti è possibile» si siede sul pavimento, accanto alla porta.

«M'impegnerò» rispondo sarcastica.

«Dai, vieni fuori, dobbiamo uscire a festeggiare!» si è rialzata e ha cominciato a rimbalzare come una pallina pazza. Apro e esco. Sembro fatta in modo esagerato: barcollo e ho gli occhi fuori dalle orbite. Una bambolona, insomma.

«Forse è meglio che tu esca a festeggiare con Joey, a me hanno appena concimato il cavo orale» ovviamente faccio riferimento all'appena accennato sapore escrementizio che mi sento in bocca, nonostante tre giri di dentifricio alla menta esplosiva e mezza bottiglia di colluttorio.

«Andiamo, sono incinta, capisci? Occorre festeggiare!» Lelly è inarrestabile, ma la nausea mi costringe a un altro tête-à-tête con il cesso, che ormai mi odierà: vomito in media dieci volte al giorno.

«Oh mio Dio, che schifo! Finirò anch'io in quello stato pietoso, vero?» chiede lei in preda al panico.

«Devo dire che la tua tecnica per risollevare il morale a una che s'è appena vomitata pure il cervello è eccezionale. Già ricevuto la candidatura al Nobel? Corri a controllare la buca delle lettere, non si sa mai» prendo di nuovo spazzolino e dentifricio, poi mi verso ancora mezzo bicchiere abbondante di colluttorio. Che sapore di merda!

«Sei impossibile, per la miseria! Ho capito, esco con Joey» mette il broncio. Da non credere.

«Se fossi tu a sentirti come se ti avessero scaricato un camion di sterco di mucca in bocca, non ti schioderesti nemmeno dal bagno, fidati!» Sono esausta, mi butto sul divano praticamente a peso morto. Chiudo gli occhi, vomitare mi ha provocato l'emicrania.

«Come credi, allora io vado, ci aggiorniamo dopo per i book delle stiliste, okay?» La guardo mentre corre fuori, felice come non la vedevo da un sacco di tempo. Richiudo gli occhi ma un secondo dopo mi vibra la chiappa, dev'essere Ricky, non mi faccio viva da stamattina. Tiro fuori il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e gli rispondo a voce bassa, mi esplode il cranio.

«Ti è caduta la lingua, amore? Oppure hai urlato in preda agli orgasmi con l'idraulico fino a due minuti fa?» Ricky non perde occasione per farmi ridere come una matta, da buon partenopeo di razza. Riesce a farmi vedere un raggio di sole in mezzo a un uragano notturno.

«Non era l'idraulico amore, era il pizzaiolo. La settimana scorsa era il pastaio. Ma come! Non ti avevo raccontato che tra una trombata e l'altra mi ha spiegato come avviene la trafilatura al bronzo della mia pasta preferita? Hai problemi di memoria a breve termine? Dovresti consultare meglio la mia agenda, stai perdendo colpi» sembro l'emblema dell'indignazione, lui ride come un disperato.

«Scusa tesoro, ma faccio fatica a starti dietro. Ultimamente sei insaziabile, hai intenzione di consumarla? Piuttosto... Devi dirmi qualcosa, per caso?» ovvio che Joey non ha lasciato raffreddare il telefono e ha avvisato Ricky in tempo reale.

«Tu e Joey siete più pettegoli della signora Belletti» la pupa in questione detiene il record mondiale di pettegolezzo, ne ha fatto una missione, una ragione di vita. Senza pettegolezzi rischia l'infarto, o come minimo una crisi d'astinenza degna del peggior eroinomane. La sua vita non avrebbe più alcun senso.

«Andiamo, dammi la tua versione» chiede con voce suadente. Potrei saltargli addosso all'istante per quanto mi eccita.

«Quante versioni ci sono per dire: "Lelly è incinta"?» replico.

«Ma dai! Raccontami come sono andate le cose stamattina, sto schiattando dalla curiosità!» insiste con la voce sexy, accentuando l'accento partenopeo, in grado di farmi letteralmente sbarellare. Un po' come quando mi strizza l'occhio. Riuscirebbe a farmi fare quello che vuole.

Gli racconto nei dettagli ciò che è accaduto stamani, compreso il silos di vomito che ho depositato nel wc. Ovviamente lui ha le convulsioni dal ridere. Al termine del resoconto ci diamo appuntamento alle venti, finito il suo turno di lavoro.

Alle quindici in punto Lelly si attacca al mio campanello, facendomi svegliare di soprassalto. Dannazione, dovrò amputare gli arti superiori di quella benedetta donna, prima o poi. Apro la porta e la trovo letteralmente sommersa da book colorati e gonfi di disegni.

«Accidenti quanta roba!» le tolgo di mano qualche fascio di fogli per permetterle di camminare.

«Devi vedere che modelli, uno più eccezionale dell'altro. Tirerebbero fuori dalla naftalina anche la quarantenne più impresentabile!» Deposita il malloppo sul tavolino accanto al divano. Mi siedo e inizio a sfogliare un book a caso. E rimango senza fiato. I disegni sono fantastici, i look mostrano tutte le occasioni in cui una donna dai quarant'anni in su potrebbe mettere totalmente in ombra una donna più giovane: praticamente sempre.

«Sono divisi per sezioni vedo» commento senza staccare gli occhi dai modelli.

«Esatto. Dalla vita di tutti i giorni, alle cene di gala, dalla lingerie per tutte, a quella premaman. Ci sono anche gli abiti da sposa. Insomma, c'è qualsiasi cosa. Ora dobbiamo scegliere dieci stiliste tra le centocinquanta che si sono candidate e far creare loro dei modelli su nostra indicazione. Tra quelle dieci ne sceglieremo cinque che porteremo in passerella quella sera. Ci sarà anche un guru della moda, incuriosito dall'evento, che ha deciso di appoggiare la nostra iniziativa, mettendo in palio la realizzazione dell'abito più votato all'interno di una delle sue collezioni. Le stiliste andranno in delirio. Ognuna di loro dovrà anche presentare un capo sexy e uno da sposa, pensati per noi due» mi fissa, in attesa di una reazione al suo fiume di parole.

«Dici sul serio? Davvero qualcuno disegnerà dei vestiti per noi due?» la faccenda era stata accennata, ma non pensavo che l'avremmo realizzata sul serio. Per una sera saremo delle celebrità, che figata!

«Dico sul serio, e noi due saremo il fattore sorpresa. Ti piace l'idea?» Lelly è elettrica. Io sono letteralmente senza fiato, questa ragazza è assolutamente tagliata per organizzare eventi bomba. Ma il suo sguardo lascia presagire qualcosa di più.

«Il pezzo forte verrà alla fine della sfilata» i suoi occhi scintillano.

«E sarebbe?» brucio dalla curiosità, ma lei fa un cenno di diniego.

«Ci sto lavorando, per ora è top secret» proclama con un sorriso enorme.

«Come accidenti sarebbe a dire?» non nascondo la delusione.

«Non prendertela, sto mettendo a punto qualcosa che farà parlare di noi per parecchio tempo e farà deragliare di brutto i nostri maritini. Impazziranno per noi, vedrai!» alza le braccia in segno di vittoria, rimbalzando sul divano.

«D'accordo, ma appena avrai partorito l'idea del secolo vuoterai il sacco in tempo zero, d'accordo?»

«Hai la mia parola» si mette teatralmente la mano sul cuore, sgranando gli occhioni scuri e sbattendo le lunghe ciglia.

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