Capitolo venticinque
Mio fratello è morto. Mio padre è morto. Mia madre è morta. Harry e Josée sono morti. Louis ed Adrien pure. Louane anche. Io, quasi.
Vicino a me non vedo altro che fiamme, e i palazzi della Corte dei Miracoli cadono tutt'attorno. Mi sento in trappola, mangiata viva. Voglio piangere ma non ci riesco, così come non sono in grado di urlare. Ho fallito. Ho portato tutti quanti alla morte. Li ho uccisi io.
Quando sollevo lo sguardo dai corpi carbonizzati, vedo una sola persona, che mi fissa attentamente, compiaciuto. È il Dottor Christophe Mercier, lo stesso che ha seguito l'addestramento di Tristan.
Ho uno scatto d'ira e vorrei saltargli addosso, ma invece apro gli occhi e scopro che era tutto un incubo. Sono nel vano posteriore del furgoncino nero di Adrien, che sballotta un po' perché siamo in movimento. Harry mi posa una mano sulla spalla ed io trasalisco.
« Stai bene? » mi chiede.
Mi sono addormentata senza rendermene conto. Non so quanto sia passato, né dove siamo. So soltanto che stiamo cercando di uscire da Parigi.
Guardo Harry ed annuisco. Louis è sdraiato vicino a lui, dorme ed è debole. Louane ci ha dato dei calmanti e degli antidolorifici da dargli se sente dolore. Non ho salutato Josée quando siamo partiti, perché dormiva ancora. Spero che capisca. Spero di rivederla.
Sollevo lo sguardo verso Adrien che è alla guida, ma non vedo la strada. Non sono sicura di potermi sporgere verso la grata solo per il gusto di capire dove sono. Potrei esser vista ed è meglio non rischiare.
Adrien ha dei documenti falsi che lo identificano come un commerciante di scambio autorizzato dal governo. Glieli ha procurati Malo facendo delle copie perfette di alcuni documenti che suo fratello gli aveva segretamente passato. Anche Harry ce li ha, ma Adrien, essendo muto, è più convincente di lui che parla con un accento strano.
« Torna a dormire. » Harry mi parla piano, non vuole svegliare Louis. « Ti sveglio io se ci sono problemi. »
Sarebbe facile addormentarmi fin quando non raggiungiamo Calais. Vorrei davvero essere in grado di farlo, ma non mi è possibile. Non voglio fare altri incubi come quello appena avuto. Perciò scuoto piano la testa, esausta.
« Non ci riesco. » dico.
Stringe le labbra e si sposta per starmi più vicino. Mi cinge i fianchi con le mani e mi fa poggiare il capo sul suo petto, dopodiché mi bacia la testa con premura.
« Andrà tutto bene. » mi sussurra.
Il suo cuore batte veloce da sotto la sua pelle, incastrato tra le sue ossa. Non ci crede nemmeno lui.
***
Louis si sveglia dopo diversi minuti, e la prima cosa che fa è cercare di mettersi a sedere. Harry lo aiuta, facendogli poggiare la schiena contro il lato del furgone. Lui si tocca il fianco con espressione dolorante.
« Acqua. » chiede in un sussurro. Harry gli passa una bottiglia d'acqua naturale e lui inizia a bere senza sosta. Ne ingurgita metà, e quando ha finito mi guarda. Le sue sopracciglia si curvano.
« Lei cosa ci fa qui? »
Credevo che fosse cosciente quando l'abbiamo caricato sul furgone, ma evidentemente non aveva capito cosa stesse realmente accadendo.
Balbetto qualcosa senza senso, incapace di rispondere. Harry mi viene in soccorso.
« C'è stato un cambiamento dei piani. » dice con tono autoritario. Louis lo guarda subito.
« Dovevo immaginare che avresti fatto come volevi tu. »
« Ti ha salvato la vita. » gli dice ancora, riferendosi a me.
Louis mi lancia un'occhiata, ma non mi ringrazia. Non lo fa mai.
« Vuoi altra acqua? » Harry cerca di spostare l'attenzione su altro. Louis scuote la testa e si sistema meglio, mentre Harry torna vicino a me, ma senza abbracciarmi come prima.
« Dove siamo? » domanda il primo, indolenzito. « Siamo già usciti da Parigi? »
« No » Harry scuote la testa. « Ma dovremmo esserci quasi. »
Louis sbuffa e poggia la testa contro la parete del furgone, socchiudendo appena gli occhi. Harry tira fuori la cartina e cerca di appiattirla per mostrarla al cugino.
« Passiamo per qua. Abbiamo cambiato strada. » gli dice.
« Come mai? »
« La mamma dell'amica di Aline ci ha suggerito questa via, per evitare quanti più controlli possibili. »
Louis aggrotta la fronte, sospettoso, e poi solleva i suoi occhi chiari su Harry.
« E voi vi fidate di lei? »
« Sì » decreto io immediatamente, sentendomi chiamata in causa e toccata. Louis può permettersi di aprire bocca su qualsiasi cosa, ma non su Louane e Josée. Loro non sono affatto cattive persone, e dopo ciò che gli hanno fatto, salvandolo dalla morte, dovrebbe almeno avere un minimo di rispetto.
« Lei è una ribelle. Molti di loro sono infiltrati nelle grandi organizzazioni, per questo è riuscita a guidarci. » gli spiega Harry, cercando di mantenere la calma. « E poi è stata lei a curarti. Se avesse voluto ingannarci ci avrebbe già dati in pasto ai Controllori. »
Louis non sembra in grado di trovare niente con cui ribattere, perciò poggia di nuovo la testa nella posizione che aveva precedentemente, in silenzio. Harry attende che dica qualcosa, ma vedendo che resta immobile, si decide a richiudere la cartina.
« Fidarci è l'unica alternativa che abbiamo. » conviene, pochi istanti prima che Adrien batta sulla grata, richiamando la nostra attenzione.
« Che c'è? » domanda subito Louis, mentre Harry si inginocchia per dare un'occhiata, dato che Adrien non è in grado di spiegare.
« Posto di blocco, siamo all'uscita della città. » si muove in fretta, sedendosi di nuovo a terra e togliendo i sacchi di iuta dal pavimento del vano.
« Muoviti, prendi le armi! » lo incita Louis.
Io li guardo sgomenta.
« Armi? » ripeto.
Harry apre una specie di botola che scopre togliendo i sacchi, e tira fuori un fucile e due pistole. Me ne consegna una, ma io tentenno nel prenderla.
« Non pensavi che saremmo partiti sprovveduti? » commenta Louis, caricando il suo fucile. Adrien ha già iniziato a rallentare.
« Io... »
« Dai, Aline. » Harry mi sprona spazientito, non ha idea di ciò che mi sta accadendo. Prendo la pistola per l'agitazione che mi sta mettendo, e lo guardo chiudere lo scomparto nascosto e coprirlo di nuovo coi sacchi.
« Se decidono di ispezionare il furgone, sparate non appena aprono gli sportelli, ok? » dice.
Louis annuisce subito. Io sto zitta.
Non voglio sparare e non so nemmeno se ne sono in grado. Dopo che ho ammazzato quel Controllore, mi sembra di essere incapace di fare qualsiasi cosa. Sono divorata dai sensi di colpa.
Adrien rallenta fino a fermarsi del tutto, e Louis mi fa cenno con un dito di stare in silenzio. Mi sembra di non poter nemmeno respirare, per quanto sono in tensione.
Sollevo il viso su Harry, che guarda in alto verso la grata, per sentire meglio. Una voce bassa e grave chiede i documenti ad Adrien.
Non riesco a vedere cosa sta succedendo, ma la stessa voce dice « Un mutilato... vi fanno fare il carico e lo scarico merci perché non potete lamentarvi, vero? »
Ovviamente, Adrien non risponde, e l'altro ride.
« Devo controllare il furgone, ti spiace? »
La luce di una pila illumina Adrien ed il sedile del passeggero al suo fianco, passando sopra la grata. Cerco di appiattirmi come meglio mi riesce, e sento dei passi all'esterno. La luce va via, Adrien batte due colpetti. Harry al mio fianco, sussurra: « Sono in due. »
Accade tutto troppo veloce perché io me ne renda completamente conto. Sono già convinta di morire, quando da fuori si sentono delle urla, e qualcuno grida « Fuggiaschi! ».
Guardo immediatamente Harry e Louis, senza capire come ci abbiano scoperti, ma poi si sentono degli spari, e l'uomo che ha controllato i documenti di Adrien gli dice: « Muoviti, levati di qua prima che ti facciano fuori! ».
Adrien parte spedito, io sbatto la schiena e Louis impreca perché ha battuto la testa. Non ho capito assolutamente nulla di quello che è successo.
« Cosa cazzo... » Louis si rivolge direttamente a Harry, e la mano di Adrien compare sulla grata, facendo segno a quest'ultimo di avvicinarglisi. Harry allora si inginocchia.
« Cos'è successo? »
Adrien gli spiega a gesti, continuando a guidare, ed io non capisco niente, anche se mi sono messa in ginocchio per vederlo. Louis non può farlo, perciò resta seduto. Harry spiega ciò che Adrien gli sta raccontando.
« C'era un altro furgone carico di fuggiaschi. Hanno scovato prima loro, così ci hanno fatti passare per non creare intralcio. Hanno aperto il fuoco e il posto di blocco si è trasformato in un campo di battaglia. »
Resto in silenzio, guardando Louis.
« Hey » Harry è immobile, i suoi occhi verdi puntati oltre la grata. « Aline, vieni. »
Mi avvicino a lui, seguendo il suo sguardo. Riesco a vedere un grosso cartello su un cavalcavia, con la scritta "Parigi" sbarrata di rosso, ed una lunga strada completamente vuota.
« Che succede? » chiede Louis.
Il mio cuore batte ad una velocità pazzesca.
« Siamo appena usciti da Parigi. » risponde Harry.
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