«Devo andare all'università, ci vediamo dopo, okay?» mi dice Han sullo stipite della porta, pronta per uscire.
«Certamente piccola» mi alzo dal divano e la vado a salutare con un bacio semplice e dolce, «ci vediamo dopo»
Con il suo solito sorrisino timido e un leggero velo di rossore sulle guance annuisce ed esce di casa.
Io sospiro e mi giro per vedere cosa possa fare in casa tutto questo tempo.

Mi butto sul divano e mi metto a smanettare sul telefono, prima alla ricerca dei giochini più inutili e noiosi, poi alla scoperta di impostazioni mai notate. Come sempre, però, finisco per guardarmi dei video su Youtube. Parto da canzoni, e finisco con i gattini.
Sta di fatto che dopo meno di un'ora sento le palpebre pesanti, quindi vado in camera da letto per schiacciare un pisolino e pregare di riuscire a svegliarmi prima che arrivi Han. Anzi, prima di addormentarmi imposto una sveglia.
Dopo dieci minuti mi sveglio, una cosa mai successa: c'è troppo silenzio. Non avrei mai pensato di dirlo, ma tutto il trambusto forse fa ormai parte di me e senza di esso non ci so stare.
Sono meno di ventiquattro ore che sono fuori dal dormitorio e già mi mancano i ragazzi.
Oggi sarebbe un giorno libero, magari cerco di sentire Hoseok.
Prendo il telefono e lo chiamo, ma ha la segreteria. Maledetto, dev'essersi dimenticato di metterlo in carica.

Mi alzo e vado in salotto, sembra che sia tutto abbastanza in ordine. Abbastanza non significa completamente.
Passo l'ora e mezza successiva a pulire a fondo casa, sarà il mio regalo per ciò che Han sta facendo per me.
Dopo aver finito anche di ammirare il mio duro lavoro, decido di spendere la mia ultima ora a preparare qualcosa di buono da mangiare, ma con ciò che trovo in frigorifero riesco solo ad inventarmi delle scaloppine di pollo.
Guardo l'ora, tra dieci minuti Han esce da scuola. Il che significa che sarà a casa tra un quarto d'ora circa.
Ho ancora il tempo per farmi una doccia.

[tipica giornata di quarantena, ma non la mia ahahaha.
A voi come sta andando?]