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Quando richiudo dietro di me la porta dello studio, senza nemmeno pensare a dove mi trovo, scoppio a piangere. Piango, perché il mio più grande incubo è diventato realtà e ora il mio sogno è in frantumi. Piango, perché pur sapendo che ne è valsa la pena, nessun altro mi può capire. Piango per minuti, forse ore, ma poi rialzo la testa, devo andare avanti.
All'uscita dell'agenzia, il taxi era ancora lì fermo ad aspettarmi e velocemente mi riporta al dormitorio.
Suono il campanello, mi sono scordato le chiavi.
<chi è?> mi chiede Taehyung dall'altro lato del citofono.
«Sono io, Yoongi»
La porta si sblocca e mi lascia entrare, allora io lentamente salgo i pochi gradini che mi separano dall'entrata della casa. Appena varco l'ingresso, Hoseok quasi corre da me con l'espressione più preoccupata che gli abbia mai visto fare.
«Com'è andata?» mi chiede, irrequieto.
Io gli rispondo con un filo di voce, «sono fuori»
Non lo riesco a guardare in faccia, non lo voglio nemmeno vedere. Torno a camminare, andando verso la mia camera per farmi la valigia.
Hobi mi corre dietro, «no aspetta, cosa intendi per 'sono fuori'?»
Io mi giro di scatto, in un impeto di rabbia, «Hai presente quando ti strappano il contratto? Ecco cosa significa»
Sono arrabbiato, ma più con me stesso che con loro. Non potrei e non dovrei, perché non c'entrano niente, ma non ci posso fare molto. Sono arrabbiato e penso che loro mi capiranno. Anzi, ne sono certo.
Inizio a fare la valigia, poi mi ricordo del messaggio di Han, allora mi butto sul letto e ascolto la canzone.
"If the world was ending, you'll come over, right?
The sky'd be falling and I'd hold you tight
And there wouldn't be a reason why
We would even have to say goodbye"
Haneul... No, non potrei mai chiederle una cosa del genere. Però la devo avvisare.
Arriva Namjoon come un vento impetuoso nella mia camera. Questo Namjoon non sembra aver nulla a che vedere con lo zombie di stamattina.
«Ti hanno buttato fuori dalla band?!»
«Si, però adesso fammi passare», lo spingo con poca forza per farlo stare da parte.
«Noi tutti te l'avevamo detto, se tiri troppo l'elastico, poi si spezza» mi urla mentre io mi dirigo a passo svelto verso il mio studio.
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