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Il silenzio incombe sulla tavola, Haneul non ha ancora staccato neanche per un momento gli occhi dalla sua pizza, nemmeno per bere.
«Haneul... Guardami, ti prego»
Nessuna risposta. Decido allora di parlarle comunque. Anche se gli occhi non sono su di me, sono certo che le orecchie lo saranno.
«Han, mi dispiace per come mi sono comportato prima, lo so che conosci l'industria del k-pop. Capisci però che viverla dall'interno è tutta un'altra cosa»
«Così mi stai dicendo che è impossibile impersonarsi? È impossibile mettersi nei tuoi panni? Forse perché non ti conosco bene. Dopotutto, Min Yoongi è morto»
Un breve momento di confusione si fa posto nella mia mente, sostituito non molto dopo da tristezza, tanto che un sospiro esce dalle mie labbra.
«Han, quella era una semplice canzone» mento.
«Però hai veramente ucciso il te stesso del passato» alza finalmente la testa, ma ha gli occhi lucidi. Si sta visibilmente trattenendo dal piangere e questa cosa mi spezza il cuore come poche cose al mondo.
«No, piccola, non è proprio così»
«Non ti biasimo. Alla fine, ne hai passate più di me. Non posso mettermi nei tuoi panni» accenna un sorriso mentre non riesce a trattenere una lacrima.
Mi alzo in piedi e sbatto le mani sul tavolo, «ma che cosa stai dicendo?! Sai benissimo che io e te siamo più che simili! Ti sei già dimenticata di com'eri solo due anni fa?!»
Haneul si spaventa per questo mio scatto improvviso d'ira, ma non mi ferma. Anzi, lascia le sue lacrime scorrere tranquillamente lungo le sue guance e cadere sui suoi pantaloni.
«Essere idol però... È diverso, hai ragione tu. Non posso mettermi nei tuoi panni. Non conosco l'industria musicale bene quanto te»
Sospiro una seconda volta. Non era mia intenzione alzare la voce e vederla in queste condizioni mi rattrista e mi stressa solo di più. Faccio allora il giro intorno al tavolo e vado dietro alla sua sedia per asciugarle le lacrime, abbracciarla e lasciarle un piccolo bacio sulla guancia.
«Non volevo alzare la voce, scusami. Sono solo stressato, me ne rendo conto. Spero che questo tu possa capirlo»
Lei appoggia le mani sulle mie braccia, ma non appare nessun sorriso a contornarle il viso. «Forse mi è davvero difficile mettermi nei tuoi panni come dici tu, posso impersonato tanto quanto può un Army. Mi dispiace, vorrei capirti di più» ammette con voce calma e ancora un po' spezzata a causa del piccolo sfogo di pianto.
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