Tu mi sottovaluti - (ShimaYama)
"Oh Tadashi, buonasera, qual buon vento?"
"Sai benissimo perché sono qui Shimada-san"
"Non sai quello che vuoi, sei ancora..."
"Cosa? Un ragazzino? Cazzo! -imprecò a denti stretti- No, non lo sono più da diversi anni e so esattamente cosa voglio, Makoto."
—
L'infatuazione di Tadashi per Shimada era nata al liceo, quando il loro rapporto era una sorta di mentore/allievo, ma non si era mai dichiarato, troppo consapevole della differenza d'età e spaventato dall'ignoto rappresentato dalla sessualità del più grande.
Makoto d'altro canto non l'aveva mai visto come altro che un ragazzino da allenare come pinch server.
A poco era servito crescere tanto da diventare capitano e renderlo orgoglioso.
A niente entrare nel mondo degli adulti e del lavoro.
Non accettava neanche inviti amichevoli a bere qualcosa dopo il lavoro, troppo fermo nella sua idea di Yamaguchi come un liceale forte, ma innocente e indifeso.
Con l'età adulta erano arrivate anche le dichiarazioni.
E con esse i rifiuti... tutti basati solo sulla differenza d'età e mai su un disinteresse reale.
Yamaguchi sapeva di essere diventato attraente crescendo e questo aveva portato via con sé parte delle sue insicurezze.
Era per questo che aveva imparato a leggere i segnali e distinguerli dalle illusioni, era per questo che sapeva che -a differenza del passato- Makoto non era del tutto indifferente.
—
"Continui a sottovalutarmi" la voce di Tadashi era roca e calda dopo il bacio mozzafiato a cui aveva deciso di ricorrere questa volta, stufo di scuse infondate.
"Lo faccio, vero?" aveva risposto, sistemandosi gli occhiali per nascondere il rossore.
—
"Ma-makoto..." un sospiro sulle sue labbra lo spinse ad aprire gli occhi.
Non era pronto alla vista sopra di sé.
Come faceva Tadashi ad arrossire come una vergine, mentre lo scopava con passione travolgente?
Lo guardava con un'adorazione talmente aperta e onesta da essere soverchiante.
Sfiorava il suo corpo e il suo volto come se fosse prezioso.
Baciava le sue labbra, baci lenti, languidi, a tratti quasi teneri, come se lo amasse.
Tutto mentre affondava dentro di lui con spinte brutali e decise.
Con la sicurezza di un esperto.
E ancora sembrava imbarazzato, o forse incredulo di averlo tra le sue braccia.
Makoto era stordito dai contrasti.
Si sentiva sprofondare nelle sue stesse sensazioni.
"Tadashi-"
Una richiesta.
Un ordine.
Una preghiera.
Una dichiarazione.
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