Chi vive in questo tempo attraverso la tv, i giornali o internet ha la sensazione di essere circondato dalla violenza.
Ciò non può essere negato, nonostante la crescita scientifica e intellettuale degli esseri umani la violenza è ancora fra noi.
Nonostante i nostri passi avanti col tempo abbiamo iniziato a perdere i valori, la fede e le norme di convivenza fra noi.
In questi tempi caotici ci rivolgiamo a piaceri spiccioli come al divertimento immediato, ai soldi, alla carriera, al potere, dimenticando le gioie più profonde e i valori famigliari.
Tutto ciò è causato dal vivere in società sempre più solitarie ed anonime, assoggettati a un potere sempre più impersonale, che per chi si rende conto di ciò che circonda lo porta a sentirsi inerme e impotente.
Basta un niente, una crisi passeggera, una ristrutturazione aziendale e di colpo siamo estromessi, reietti, perdenti.
La violenza prospera su un terreno di eccessiva tolleranza, maturato in questa civiltà così caotica.
Per cui il crimine gode di eccessive giustificazioni o menefreghismo, si cerca sempre un alibi alle azioni più riprovevoli, come per esempio: i traumi infantili, l'esclusione sociale, la famiglia, la scuola, la società.
Questi alibi non sono del tutto falsi soltanto che ognuno di noi deve avere il coraggio di ammettere le proprie colpe senza scaricarle addosso ad altri, ciò che facciamo è nostra responsabilità, nostra e di nessun altro.
Il concetto responsabilità deve tornare a far parte della nostra educazione fin da piccoli.
Dobbiamo impegnarci a seguire i nostri figli nella crescita non scaricarli ad altri.
Dobbiamo scoraggiare i comportamenti violenti, che siano essi rivolti contro animali o persone e che siano verbali o non.
Non possiamo più accettare che sia normale il bullismo, bisogna insegnare ai nostri figli che la sopraffazione dell'altro è sbagliato, dobbiamo aiutarci l'un l'altro.
Se non ricominciamo a seguire e crescere i nostri figli invece di abbandonarli a loro stessi, saremo condannati al peggio.