Sesta prova


Mi sono fidata di te.

Avete chiesto di parlare di me, cosa che è difficile per me. È come farmi una domanda diretta... rimango sempre bloccata, come in questo momento. Forse se continuo a scrivere riesco anche a raccontarmi. Mi è più facile ascoltare che parlare, da sempre.
Chi sono... chi sono stata... chi sarò, me lo chiedo anche io, eppure c'è chi ha la pretesa di conoscermi.
Sono una persona come tante, con i miei pregi e difetti, molti a mio parere, che col tempo ho cercato di correggere. Sempre in cerca di qualcosa di nuovo, che mi stimoli ad andare avanti, a dare un senso alla mia vita, e spesso non lo trovo. Sento il bisogno di sentirmi utile, di aiutare chi ha bisogno, finché avrò forze. Sono molto protettiva nei confronti di chi voglio bene, annullo quasi la mia persona per amicizia, nel senso 'ci sono.' Preferisco i fatti alle parole, un sorriso sincero mi basta, per questo sto doppiamente male se mi sento tradita o presa in giro, al punto di troncare di netto ogni rapporto, ma non dimentico mai i bei momenti trascorsi insieme.
Vivo e lascio vivere nel rispetto del prossimo, non giudico, e pretendo la stessa cosa. Sono una persona libera dentro, e raramente chiedo aiuto, difficile da gestire.
Chi sono stata... una ribelle, con tante domande senza risposta, testarda, facevo tutto il contrario di quel che mi veniva consigliato. C'e sempre stata una ragione, non mi fidavo di nessuno, e quelle poche volte che l'ho fatto è stato un disastro.
Mi sono fidata di lui, lo consideravo più un amico che il ragazzo con cui uscivo. Un confidente che si è rivelato diverso da come appariva. Ed è proprio a lui che scrivo questa lettera.
In verità non so come iniziare, perché più che ricordare vorrei dimenticare, ma se è vero che parlarne aiuta l'anima a liberarsi dai mostri del passato lo farò.

Quanto tempo è passato dalla prima volta che ci siamo conosciuti. Ricordo che mi aveva colpito la tua semplicita, la tua dolcezza. Ero poco più di un adolescente mentre tu eri più grande di me, un ragazzo indipendente. Eravamo inseparabili ricordi... la musica, il ballo, le moto erano passioni che ci univano. Due pazzi, e a volte irresponsabili.
Mi sono fidata di te, mi sono aperta a te, conoscevi i miei pensieri, le mie angosce. Non so quanto tu abbia capito di me... so solo che volevi trasformarmi in un'altra persona. Non so come e perché sei cambiato all'improvviso. Mi hai allontanato da tutto e da tutti, non potevo più essere la ragazzina spensierata che ero, o che cercavo di essere, ero diventata una tua proprietà.
Ma io non sono di nessuno se non di Me stessa.
Avevo trovato il coraggio di dire basta, mi bastava gia avere un padre padrone a cui ribellarmi. Avevo ripreso la mia vita, non più fatta di apparenza, di tacchi alti e vestiti... ma ciò che ero. Una complica ragazzina che voleva vivere. Ma tu non hai capito, non hai voluto capire. Troppo preso da te stesso da non accettare il mio cambiamento. Ma cosa volevi da me! Mi avevi chiusa in una prigione, ed io volevo scappare, sei stato il mio calvario.
Avevo smesso di fidarmi di te.
La prima sberla ricevuta da un mio no! C'ero rimasta così male che non riuscii nemmeno a reagire. I lividi erano meno dolorosi delle umiliazioni, che mi hanno segnato in fondo all'anima. La notte non era più notte, gli squilli del telefono erano cosi insistenti a tal punto da costringermi ad alzare la cornetta e urlare "basta"mentre il petto premeva, la paura era tanta, non eri più tu. Eri accecato dalla gelosia, dalla rabbia. "Tu non mi puoi lasciare" dicevi minaccioso. Avevo paura di uscire di casa e trovarti li ad aspettarmi, e spesso trovavo il modo per non farmi seguire. In qualche modo dovevo reagire... avevo appena perso la persona a cui tenevo di più, mia madre. E invece di starmi accanto...non credevi nemmeno che facevo le notti in ospedale. Ho dovuto chiedere aiuto, non ho mai detto quello che è capitato, il perché. Avevano dato per scontato che la colpa fosse mia, una ragazzina immatura che non sapeva quello che voleva. Mentre io volevo solo sentirmi amata, e non sentire quel continuo senso di inadeguatezza. Ti ho affrontato, anche se con il cuore in gola...il tuo era orgoglio ferito l'avevo capito, ma questo non giustifica le tue azioni. Io non dimenticherò mai.

A distanza di anni ti ho incontrato per caso, abbiamo parlato del più e del meno come se non fosse successo mai niente, mentre ti osservavo attenta, il passato è passato si dice, ma mentre ti ascoltavo rivedevo nella mia testa scorrere quelle immagini come in un film. Non so come sei riuscito ad avere il mio numero, hai cominciato a telefonarmi"per amicizia" mi hai detto. Ti ho fermato subito, non so e non voglio sapere cosa tu possa aver pensato, di certo non farò un altro errore. Ho capito che a volte non tutto il male viene per nuocere, io sono andata oltre.

Fine.

Ciao. Dopo varie lettere scritte, ho scelto un pezzetto del mio passato, una svolta importante per me, che ha segnato la mia strada.
Sono contenta di aver partecipato a questa gara, "grazie a te Luna". Un augurio a tutti voi, e che la vita vi sorrida.
Vispa ;)

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