La Contessina
-E vissero felici e contenti-
Un sospiro sognante si sentì nel silenzio della sua camera. A Krixi piaceva leggere romanzi a lieto fine. Ogni volta si sentiva la protagonista, e spesso si ritrovava a sognare a occhi aperti.
"Io trovo noioso tutto questo romanticismo." Disse la sorella più grande di lei. " I ragazzi sono tutti uguali, bisogna solo farsi corteggiare."
Krixi sobbalzò dallo spavento, non si era accorta della sorella che dietro alle sue spalle curiosava. Con un colpo secco chiuse il libro, e rispose in maniera seccata "Sorella, non siamo tutte come te, insensibile ai sentimenti."
"Illusa la mia dolce sorellina. E sentiamo... a chi sono rivolti i tuoi di sentimenti? Sei troppo giovane per pensare di volerti accasare." Rispose risoluta Nina. Dopo di che si diresse verso la porta.
"Ti ricordo che nostra madre ci aspetta in sala per pranzare...e...sembra ci sia un ospite. Un Marchese se non erro." Detto ciò aprì la porta ed uscì dalla stanza.
-Forse ho esagerato a dirle quelle parole. So che mi vuole proteggere- riflette dispiaciuta vedendo la sua reazione.
Si alzò dalla seggiola posando il libro sullo scrittoio in legno, e si diresse verso la finestra li accanto. Sapeva dove rivolgere lo sguardo, il respiro le si fermò all'istante vedendo il giovane vicino alla stalla rimanendone incantata. Da quanto tempo sognava di poter essere corteggiata da quel ragazzo, mentre lui aveva occhi solo per Nina, però lei lo considerava un poveraccio. Puntava in alto lei.
"Sono una Contessina, non una sempliciotta donzella popolare. Sarà anche un ragazzo piacevole da vedere... ma è comunque un poveraccio che lavora per nostro padre." Disse un giorno Nina accortasi che egli la guardava con insistenza. Krixi non era come Nina. Adorava la sorella, ma non concepiva il suo pensiero. Il sentimento per Krixi era tutto, era aria, era brivido, desiderava così tanto anche lei essere guardata in quel modo.
Ad un tratto il giovane alzò lo sguardo. Non si era accorta che lui fosse arrivato così vicino alla casa, troppo distratta a seguire i suoi pensieri inconfessabili. Il giovine puntò gli occhi nei suoi, mentre Krixi rimase bloccata sentendo le sue gote infiammarsi all'istante, l'aveva scorta ad osservarlo.
"Signorina...posso fare qualcosa per voi?" disse in tono sfacciato. Lei riuscì solo a dire no con un movimento del capo, se era possibile si sentì arrossire ancora di più. Il ragazzo, con un ampio sorriso e con fare arrogante le disse.
"Vi piace quel che vedete? Oh dolce fanciulla... è troppo giovane per me." E facendole l'occhiolino continuò "Ma potrebbe chiedere a vostra sorella...che l'età giusta ha per me..."
Non lo fece finire di parlare, Krixi prese la prima cosa sotto mano e la lanciò a quel mascalzone, che con quelle parole la ferì.
"Non illudetevi, non ne siete degno." Disse alzando il tono di voce.
"Ha ragione mia sorella...siete solo un pezzente."
Il ragazzo smise di ridere, non tanto per aver ricevuto quasi addosso la lanterna, ma per le parole sentite.
"Che cosa succede qui?"
Nina riusciva ad apparire sempre all'improvviso.
"Niente!" Si affrettò a rispondere Krixi girandosi ed appoggiandosi al davanzale della finestra aperta, le mani tremanti come la sua voce, sorpresa che ella fosse lì ad osservarla.
"Allora... a chi dico di essere pezzente?" gli chiese mentre si dirigeva verso la finestra. Krixi allarmata si parò davanti per impedirle di vedere chi era l'interlocutore.
"Fammi vedere chi è..."
"No! Cioè...non parlavo con nessuno."
Imperterrita la sorella la spinse di lato e guardò di sotto. Non c'era nessuno.
"E perché mai hai avuto voglia di gettare la lampada dalla finestra?" Si voltò verso di lei cercando di capire "Sei per caso impazzita?"
Sì, era impazzita di rabbia, ma non lo avrebbe mai confessato. Non era gelosa di Nina, sapeva che alla sorella non le interessava Francesco.
No, stavo solo guardando fuori, la giornata è assolata e senza accorgermene devo aver urtato la lampada."
-oh signore...e adesso come potrò leggere la sera... tutta colpa di quello stupido... meraviglioso e bellissimo ragazzo- Pensò la ragazza fissando il vuoto. Nina, con i suoi occhi indagatori vedeva dinanzi a sé una ragazza sognante.
"Non è che per caso tu provi del sentimento per lo Stalliere..."
"Chi Francesco? ... nemmeno per sogno... cosa dici..." balbettò imbarazzata.
"Francesco... lo chiami pure per nome. Bene bene, stai attenta sorellina, potrebbe solo farti soffrire. Ti consiglio di fartela passare." Disse con un mezzo sorriso.
"Ora. Stanno aspettando solo te. Preferisci che nostra madre salga e ti veda così... o scendi di sotto con me?"
"Sei proprio una bisbetica Nina! Andiamo."
Le due sorelle scesero le scale affrettando il passo. Come entrarono nel salone Krixi notò subito l'ospite inatteso; un uomo tarchiato con pochi capelli, anzi portava un riporto che per farlo rimanere doveva aver usato dell'olio, talmente lucido era il capo. Il viso rotondo come i suoi occhi di cui uno coperto da un occhialino con catenella d'oro. Le labbra nascoste da folti baffi, di cui all'estremità erano a punta rivolti verso l'alto. Il panciotto quasi esplodeva talmente tirava la stoffa che i bottoni sembrava volessero fuggire. Insomma, rimase ad osservare il Marchese allibita. Nina le diede una gomitata sul fianco per far sì che la smettesse, e le fece un sorriso canzonatorio dicendole. "Affascinante direi... vero?"
"Zitta! Potrebbe sentirti..." Le disse sottovoce mentre con una mano si coprí le labbra per non farsi notare, e tossicchió nella speranza di coprire la sua risata. Non sarebbe stato educato.
"Care le mie figlie, finalmente. Venite avanti, vi presento il Marchese Belvedere."
Le due ragazze guardarono in direzioni diverse all'udire il cognome del Marchese. Mentre lui si avvicinò per presentarsi prese la mano di Nina, e con galanteria la avvicinò alle labbra con un inchino.
"Sono onorato di conoscerla contessina, è una gioia per me."
Poi toccò a Krixi la stessa reverenza.
"Devo dire che avete due deliziose figliole signora Del Monte. Mi sento onorato a pranzare con voi e con codeste fanciulle."
" Certo Marchese Belvedere. Ora possiamo accomodarci, i nostri camerieri sono pronti per servire il pranzo, poi discuteremo d'affari."
Il loro padre non sembrava molto contento di quel personaggio. Ma gli affari non sempre coincidevano con la benevolenza. Mentre la loro madre era felice, così dava a vedere, per lo strano ospite sicuramente ricco.
Krixi lo scoprì guardare con strani occhi la sorella, e poi anche a lei, mentre la madre parlava delle loro deliziose figlie, già pronte per essere maritate.
"Nina è una giovane artista, ma è molto brava a rammendare, ed è di ottima compagnia. Mentre Krixi... è una gran sognatrice, ma è ancora una giovane ragazza... imparerà con il tempo."
Le due ragazze ascoltavano attentamente, cercando di capire dove voleva arrivare la loro madre con il discorso delle figlie brave e belle.
Fu Nina a prendere parola.
" Madre! Dove volete arrivare con tale discorso su di noi, vostre figlie. Non comprendo."
"Figliola cara, non ti devi preoccupare. Oggi è un gran bel giorno per voi. Il Marchese vuole chiedere la mano a..."
" No! Ciò non è possibile" disse senza lasciarla terminare.
"Suvvia, non essere timida. Il Marchese è un ottimo partito... Stia tranquillo signor Belvedere, è solo spaventata la mia figliola, sa com'è... "
Krixi non riusciva a pensare ad altro che andare via, fuggire da lì il più lontano possibile da quella figura.
-Piuttosto scappo, che cosa le sarà preso a nostra madre... farci corteggiare da quel... da quel...- Non riusciva a dare il giusto termine a quell'essere viscido che continuava a guardarle in modo strano.
A un tratto si alzò, e senza guardare nessuno disse.
"Chiedo il permesso di andare, non mi sento molto bene scusate."
E senza aspettare risposta se ne andó a passo veloce. Nina la guardò come per dire "E mi lasci sola con questi stolti?" Ma lei era già lontana.
****
Seduto sopra un mucchietto di paglia, Francesco non faceva altro che rammaricarsi per l'episodio accadutogli pocanzi. Quella ragazzina lo faceva impazzire. Eppure sentiva che anche la contessina Krixi aveva un debole per lui, eppure... ogni volta riusciva a irritarla con la storia della sorella. Ricordava ancora quando, ancor più fanciulli, lei per dispetto lo spinse nel laghetto perché faceva lo sbruffone davanti agli amichetti prendendola in giro. Le piaceva farla arrabbiare con la storia della sorella bella. Ma la verità era che aveva un debole per Krixi, da sempre.
Per questo era rimasto di sasso sentendosi chiamare pezzente. Era consapevole del divario che c'era tra loro, ed era per questo motivo che voleva diventare una persona importante un giorno, per poterle fare la corte senza sentirsi rifiutare per ciò che era, uno stalliere.
Prese il suo libro nascosto sotto delle assi di legno e si mise a leggere, come da tempo faceva imparando un po' per volta.
Passando per le cucine Krixi era uscita dalla porta della servitù con loro stupore. Senza rendersene conto si mise a correre in direzione della stalla. Andare a cavallo sarebbe stato un buon modo per non pensare a niente, se non a correre e sentire l'aria sulla pelle immersa nella natura silenziosa. Entrata all'interno della stalla sente il nitrito dei puledri, ma anche una voce sottofondo.
-Non può essere lui. Cosa ci fa ancora qui...- Indecisa se proseguire o tornare indietro, Krixi cede alla curiosità. -Chissà cosa sta facendo... forse non è solo- Più si avvicinava e più rimaneva stupita da quello che le sue orecchie sentivano. Nascosta dietro un pilastro si mise ad ascoltare, sciogliendosi ad ogni sua parola.
"...Ma nebuloso e tremulo dal pianto che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci il tuo volto apparia, che travagliosa era mia vita..."
-E' una poesia... da quando ha iniziato a leggere... non sapevo nemmeno che lo sapesse fare...- Krixi ne rimase stupita e affascinata. Se non lo avesse udito con le proprie orecchie non lo avrebbe creduto capace.
"Ho come grato occorre nel tempo giovanil, quando ancor lungo la speme e breve ha la memoria il corso..."
"...Il rimembrar delle passate cose, ancor che triste, e che l'affanno duri!"
Krixi terminò la frase ad alta voce senza rendersene conto, facendo trasalire Francesco che, voltatosi di colpo rimase a guardarla rimanendo a bocca aperta. Continuava a guardarla incantato mentre Krixi si copriva il viso con le sue sottili mani, a nascondere il rossore che sentiva salire fino alle orecchie. Ma non si mosse.
Vederlo così imbarazzato e sorpreso la intenerí, ed un sorriso si formò nelle sue labbra. Francesco si ridestò, continuando a guardarla fece un passo verso di lei porgendole il libro che stava leggendo.
"Voi conoscete le poesie di codesto libro, insegnatemi a migliorare. Sarò un pezzente come dite... allora aiutatemi ad essere degno un giorno di poter essere alla vostra altezza."
Da quel gesto improvviso lei fece un balzo indietro. Non sapeva cosa dire, non aveva mai mostrato interesse per lei, e quelle parole la fecero indispettire.
"Voi vi prendete gioco di me. Non siete forse voi a dire che non sono adatta perché troppo giovane... che mia sorella è la persona giusta per voi?"
Abbassando le braccia lungo i fianchi, la guardò con ardore e dispiacere dicendole.
"Vi chiedo scusa dolce contessina...se vi ho ferita. Sono un codardo lo so... ma vi assicuro che nella mia mente ci siete solo voi. I vostri occhi mi accompagnano ogni notte nei miei sogni. Spero che un giorno voi mi vedrete per quel che sono."
"Un giorno... forse..." Disse Krixi.
Ma ora sentiva la sincerità nelle sue parole, permettendo a Francesco di avvicinarsi a lei. Si parlavano attraverso lo sguardo, in silenzio, e capirono entrambi che ci sarebbe stato un domani... forse.
Fine
***
Questa è la mia 5^ prova, commedia romantica dell'800. Spero di essermi avvicinata alle aspettative, ogni critica è sempre bene accetta. Un saluto a tutti gli impavidi, anche a chi a lasciato, e ovviamente ai giudici. Lascio a voi il compito di giudicare.
Ciao Vispa
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