ESEMPIO
Prendete nota che questa one shot non arriverà alle parole stabilite, sarà solo un esempio.
[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per scoprirlo.]
Three Days Grace - Pain
Accesi la millesima sigaretta della giornata, ma la spensi subito senza neanche arrivare a metà.
A volte pensavo fosse solo figo tenerla tra le dita, girandola tra di loro mentre il mio sguardo rimaneva fisso su quella cartina che si bruciava lentamente.
Passai una mano tra i cappelli bagnati, un po' per la pioggia e un po' per il sudore.
La frangetta stile emo quasi mi si appiccicava sulla fronte.
La porta della mia stanza si aprì lentamente ed io, seduto sul balcone senza interessarmi della pioggia che cadeva fitta, mi voltai verso mia madre.
<<Stai bene?>> domandò.
Io mi limitai ad annuire e le accennai un sorriso, quasi forzato.
<<Noi... andiamo a dormire, ci vediamo domani!>> e così mi lasciò nuovamente da solo, nel mio amato silenzio.
Mi voltai nuovamente verso il nulla che dava sul mio balcone.
Vivevo al centro di una foresta fuori un villaggio, un posto di merda dal quale sarei voluto sparire, avevo la possibilità di non vedere e non sentire niente, e questo calmava le mie ire.
Accesi un'altra sigaretta, non curante della pioggia che finiva sulla cartina.
Stavolta feci qualche tiro, uno più lungo dell'altro procurandomi dei giramenti di testa.
Quasi mi piacque quella sensazione di dolore che mi alzai, entrando nella mia stanza disordinata e scura.
Mi fermai davanti il mio specchio, lo stesso a cui avevo dato un pugno qualche ora prima, creando una crepa al vetro.
Dal riflesso notai il mio viso ancora sporco di sangue, dai piccoli tagli continuava ad uscirne lentamente mentre sulle labbra si era già seccato.
Sorrisi ripensando a cosa fosse successo qualche ora prima e a quanto masochista fossi stato.
Avevo scoperto che la mia ragazza, dopo ben tre anni di relazione, era andata a letto più e più volte con la persona che detestavo più al mondo: il mio patrigno.
Così, tornato a casa, nulla mi fermò nel dare un pugno a Michael, quel pezzo di merda.
Ma essendo metà della sua altezza e del suo peso, tutto ciò che avrei voluto fargli si ripercosse su di me.
Non conoscevo nient'altro che il dolore nella mia vita che quasi mi ci stavo abituando, quasi mi piaceva.
Prima mio padre, la persona che è stato al mio fianco fino al soffio delle mie quindici candeline, poi scappato con una più giovane di lui, stanco di vivere in una famiglia di zingari e affamata tutti i giorni.
Poi mia madre, che si era risposata con Michael nonostante lui la trattasse come un animale, come una serva. Nonostante lui mi trattasse come se non esistessi, ripudiandomi dalla sua vita e considerandomi un aborto che cammina.
Grazie mamma per aver scelto un mostro, invece che tuo figlio.
E poi Maleia, una ragazza bellissima con cui ero cresciuto, con cui era nato un'amore puro che non avevo dato mai a nessuno, che non avevo mai condiviso.
Che illuso ero stato, a poter solo credere che lei avesse voluto passare tutta la vita con me.
Ma a quanto pare, non ero abbastanza.
E dopo tutto ciò, mia madre aveva scelto ancora una volta Michael, cadendo ai suoi luridi piedi e spedendomi in camera mia, sostenendo avessi incitato l'uomo nel picchiarmi.
Forse questo era vero, ad ogni suo pugno era un sorriso, una faccia soddisfatta di uno che non provava nulla, solo dolore.
Un dolore di cui non potevo fare a meno, un dolore senza amore.
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