{5. Vedo i draghi che volano}
✓ Quinto racconto
Scritto e ideato da elereg
•|Vedo i draghi che volano|•
(Fantasy)
Parole obbligatorie da utilizzare: involucro; catturato; caccia selvaggia.
Personaggio da nominare: uomo incappucciato.
L'autrice ha utilizzato tutte le parole richieste e ha nominato l'uomo incappucciato.
Terra. Anno 3000.
Alex, un ragazzo di dodici anni vive in un mondo dove le macchine non circolano più per le strade, ma invadono i cieli. Le case, gli edifici, gli alberi, tutto è al contrario: la terra è diventata il nuovo cielo, il cielo la nuova terra.
Tutto è cambiato e diverso.
Alex si è appena trasferito in una Milano profondamente trasformata.
La sua nuova abitazione lo affascina.
È curioso e vuole scoprirne ogni angolo, ma più di tutto vuole vedere la sua nuova cameretta, così abbandona, quella che ha l’aspetto di una valigia, sull’uscio d’entrata e corre su per le scale. Spalanca la porta e si guarda attorno con la bocca aperta: una libreria abbastanza grande per tutti i suoi libri, un letto, una piccola scrivania.
Tutto perfetto. È diversa dalla normalità a cui è solito.
Si aggira per lo spazio passando l’indice sugli scaffali fino a quando non trova uno strano involucro tutto impolverato. Lo prende, lo studia, si domanda che cosa sia, lo scuote e ne avverte qualcosa all’interno. Lo apre e ne trova un foglio con alcune parole e inizia a leggere.
Caro amico,
Ti scrivo anche se tu molto probabilmente non sai nemmeno chi io sia, ma lo faccio ugualmente perché c’è qualcosa che devi sapere, c’è qualcosa che vorrei tu ricordassi.
Quella che sto per andare a raccontarti non è una favola di un principe che salva la principessa, non è la storia di maghi e streghe che combattono fra di loro, è bensì la storia di cinque personaggi Speciali che vivono in un mondo che tu molto probabilmente non sai nemmeno essere esistito.
Io mi chiamo C01 e sono un cyborg. Non so se tu abbia ben presente che cosa siano i cyborg, forse lí dove vivi tu ce ne sono molti di più rispetto a dove sono io.
Ecco, io sono uno di loro. Poi ci sono:
Johannes, il mutante.
Aìlís, la donna invisibile.
Mark, il nano e infine Sìle, il fantasma.
Ci siamo conosciuti per caso in questa stanza, la stessa in cui ti trovi tu ora, e sulle cui pareti erano dipinti draghi fiammeggianti che volano. Le loro ali si dispiegavano per tutta la lunghezza delle mura e, se tu ti ci affiancavi, ti sembrava quasi di volare sul loro ispido dorsale.
Sono stato il primo ad approdare a Diversità, poi un po’ alla volta sono giunti anche tutti gli altri. Nessun passaggio segreto, nessuna navicella spaziale, solo l’occhio di chi sta là fuori, quello che ti guarda per capire se sei un Normale o un Diverso. E per Johannes, Aìlís, Mark, Síle e me è stato così.
Il nostro è diventato un gruppo Speciale però da quando è arrivata Síle.
Un giorno, passata la Settimana della Conoscenza, sai quella in cui capisci chi siano le persone che si trovano lì con te, che capisci il motivo per il quale anche loro si trovino a Diversità, stavamo giocando.
La “Caccia Selvaggia” il nostro gioco preferito che consiste nel nascondersi, mentre l’uomo incappucciato, scelto fra uno di noi, deve scovare gli altri nascosti in luoghi ben pensati.
Quello era il turno di Mark, indossato il mantello e calato il cappuccio sulla faccia tutti siamo corsi a nasconderci. Un po’ alla volta Mark ci ha scovati, tutti tranne Aìlís. Solo dopo qualche minuto e con la nostra unione l’abbiamo trovata. Mark le si è avvicinato urlando “Catturato”, ma non era sola.
-Che cosa sei?- gli chiese Johannes avvicinandosi titubante a questa figura dalla strana consistenza.
-Sono un fantasma- rispose Síle.
Síle o meglio, Cecilia, aveva solo cinque anni quando il suo cuore malformato smise di battere trasformandosi così in un bellissimo Angelo che solo chi è Diverso come noi può vedere. Ci ha raccontato di come le persone a Normalità non vivano bene, di come Ansia, Paura, Preoccupazione continuino ad affollare le loro esistenze.
Quando quel giorno, intendo il giorno in cui sono stato operato, mi sono risvegliato e ho visto come le mie gambe fossero sparite e sostituite da due di ferro… pensavo che per me il mondo fosse finito lì.
Chi mai avrebbe voluto giocare con me? Io che non potevo più correre come gli altri bambini se non sopra ad una sedia a rotelle.
Ma per fortuna ho conosciuto loro, ho conosciuto altri come me che mi hanno fatto comprendere il mio valore, che mi hanno fatto accettare ciò che sono. E l’idea di diventare un Cyborg, un essere unico e speciale, mi ha riempito di una nuova gioia.
Giovanni, il mutante, come gli piace definirsi, è nato con una malformazione facciale. A molti da fastidio guardarlo per più di tre secondi, ma per me è bellissimo così com'è… perché ce ne sono a centinaia di altri Giovanni in Italia, ma nessuno è Speciale come il nostro.
Alice, la donna invisibile, è chiamata così per via del suo corpo tutto ossa. La pelle lascia ormai intravedere quello che c'è sotto, perché Alice ha sempre fatto del suo corpo il suo unico problema.
Marco ha un difetto staturale e per quello è chiamato il Nano, ma non per decisione, ma perché è solo così che lui si sente speciale.
Amico lontano che hai trovato questa lettera ora saprai che prima di te è esistito un gruppo di ragazzi che hanno fatto della loro diversità il loro punto di forza, proprio come i draghi che molto spesso nelle favole o nei racconti sono i nemici solo perché non ci si accorge della loro Specialità. Non vogliamo essere un punto qualsiasi nella storia, vogliamo urlare a tutto il mondo e a quello che verrà dopo di noi che essere Diversi significa essere Speciali.
Non so se nel tuo mondo esistano di queste persone, ma ti chiedo solo una cosa se così fosse, guardali per i draghi che sono.
Il tuo amico Speciale
Federico
FINE
Nota rivolta ai giudici: Ricordatevi di valutare questo racconto soltanto come Fantasy.
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