{2.Libera nos a Malo}

✓ Secondo racconto
Scritto e ideato da VegliAura

•|Libera nos a Malo|•

(Horror)

Parole obbligatorie da utilizzare: Manifestazione; mano amputata; orripilante; mignolo del piede.

L'autrice ha utilizzato tutte le parole richieste.


La notte è il momento peggiore.

I sopravvissuti si tappano le orecchie, si stringono nelle braccia.

Il silenzio striscia piano, si infila sotto le pelli tremanti, strazia le gole terrorizzate.

- È solo buio. Non lasciatelo entrare.

Buio orripilante, incerto. Buio violento di grida soffocate, di pianti smorzati.

- Se state in silenzio non vi prenderà.

Il sacerdote li tiene tutti con lui, nella chiesa del villaggio. Le porte sono sbarrate, nulla può entrare.

- Pregate, figlioli. Teniamo fuori il male.

Sono rimasti in cinque, gli altri sono tutti morti.

Padre Claus ha benedetto i corpi dilaniati, li ha seppelliti dietro la chiesa. Ha pregato per quelle povere anime uccise brutalmente dal Male.

Ha bussato a tutte le porte, ha raggruppato i vivi e si è rinchiuso con loro.

- Pregate per la salvezza - ripete più volte.

Loro gli tengono le mani, stringono e piangono. Urlano, ma a bassa voce, perché il Male non li deve sentire.

È iniziato il giorno di Natale, poco dopo il calare del buio.

In mezzo alle risate, ai balli e alle quadriglie.
Abra la rossa, la figlia del panettiere, si è ferita al mignolo del piede, mentre danzava con Harry, il fratello del macellaio.

È uscita zoppicando dalla festa, per andare a bagnarlo nell’acqua gelida del ruscello.

- Torno subito – ha detto, ridendo.

L’hanno trovata il giorno dopo, sventrata e con le budella di fuori.

La prima vittima del Male.

La notte dopo è toccato a Jean-Baptiste. La prima cosa che hanno ritrovato di lui è stata la sua mano amputata.

È stato dopo la terza notte, quando tutti hanno visto il cadavere dilaniato di Madame Bonacieux dondolare appeso a un ramo, che padre Claus ha capito.

Il Male era arrivato al villaggio.

Notte dopo notte, terrore dopo terrore, se li è portati via, senza che nessuno sia riuscito a fermarlo.

Gli abitanti si sono armati di torce, di forconi.

- Stolti! – ha urlato padre Claus – credete che le vostre stupide armi riusciranno a fermarlo? Pregate, piuttosto! Salvate le vostre anime.

Le hanno deposte perché il prete è l’uomo più saggio del villaggio, ha sempre ragione.

- Pregate – ha continuato a dire, mentre gli abitanti venivano decimati, mentre l’odore del sangue appestava i vicoli e si impigliava ai vestiti.

- Salvatevi dal Male.

È il cinquantesimo giorno e il Male non ha smesso di colpire.

Le campane spaccano il silenzio, rimbombano negli occhi terrorizzati dei sopravvissuti, negli stomaci vuoti e freddi, nelle bocche spalancate dal terrore.

Dieci rintocchi.

Padre Claus apre la bibbia.

È l’ora in cui il buio è completo, in cui il giorno è morto e il Male torna a strisciare.

Sono in cinque dentro la piccola chiesa sbarrata, a spiare i reciproci sguardi di terrore alla luce tremula delle candele sparse.

La voce di padre Claus irrompe dolce nel silenzio:

- Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Geraseni.

È stato facile, per il Male, penetrare la coltre rumorosa di quel villaggio sperduto.

Minare le coscienze, succhiare il coraggio dai volti scavati, dagli occhi spalancati.

- Andava tra i sepolcri e su per i monti, urlando.
È bastato decidere, cominciare l’opera.

Sgattaiolare fuori dalla canonica, dopo la messa di Natale. Appostarsi nel bosco e attendere che arrivasse qualcuno.

Squartare, dilaniare, liberare e farsi manifestazione del Male.

Tendere loro la mano, la stessa che aveva ucciso i loro cari.

- Quando vide Gesù da lontano, corse, gli si prostrò davanti.

I sopravvissuti pendono dalle sue labbra, Claus le sente incurvarsi. Manca poco.

- E a gran voce disse: “io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi!”

Si fruga nella tunica, senza che loro se ne accorgano.

Tiene la bibbia con una mano, con l’altra afferra il coltello. Sono deboli, non faranno resistenza.

- Gesù infatti gli diceva: “spirito immondo, esci da quest’uomo!”

Pochi istanti e tutto sarà compiuto.

- Gesù gli domandò: “qual è il tuo nome?”

La bibbia cade con un tonfo e l’urlo gli esce come un ringhio, fiero e tonante:

- Il mio nome è Legione perché siamo in molti!

Ride di gioia, di liberazione, di pura estasi, mentre affonda la lama nelle carni.

Gli occhi lo guardano stupiti, accesi di un nuovo tremore, ma quasi privi di paura, ormai.
Li ha sconfitti, li ha assoggettati.

Il Male ha vinto sul bene. Lui ha compiuto il suo disegno.

FINE

Nota rivolta ai giudici: Ricordatevi di valutare questo racconto soltanto come Horror.

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