{1. Harry's style}
✓ Primo racconto
Scritto e ideato da Bianca__Ferrari
•|Harry's style|•
Parole obbligatorie da utilizzare: favola; piccolo souvenir; tromba d'aria; il mio sogno.
L'autrice ha utilizzato tutte le parole richieste.
È da anni che lavoro per una testata giornalistica online: siamo tutte donne e, miracolosamente, non ci siamo ancora scannate. Abbiamo fatto nostro il concetto di solidarietà femminile e, tra scambi d’opinione, battute sul ciclo e sarcasmo volante sui propri partner si è creata una bella amicizia, seppure virtuale.
Per cui non mi capacito del caos che è nato quando Cinzia, la redattrice capo, mi ha assegnato l’incarico di intervistare Harry Styles, in Italia per la promozione del suo album. Gente che non partecipa più alle chat whatsapp, una si è persino licenziata urlando in un messaggio vocale: “Brutta stronza, hai rubato il mio sogno!”
Tutto per questo ragazzetto che più lo guardo più mi sembra un cucciolo smarrito. Bah!
E pensare che prima del caso “After” non sapevo neanche chi fosse.
In ogni caso oggi lo intervisterò, ma, a parte essermi cerettata i baffi, per il resto sono sempre la stessa me: jeans (puliti), maglioncino e niente trucco.
Non stiamo certo parlando di Leonardo di Caprio, in fondo!
Quando arrivo al luogo dell’incontro con la stampa mi rammarico di non aver portato i tappi per le orecchie, perché il locale, dentro il quale potranno entrare solo i giornalisti, è circondato da fan urlanti che mostrano come un trofeo ciò su cui desiderano l’autografo: un cd, una copia del libro… un paio di boxer da uomo…
Come una vecchia d’altri tempi penso: “Dove andremo a finire di questo passo?!” e, grazie a un piccolo corridoio lasciato libero dalla sicurezza, raggiungo il locale. Entro e siamo in otto. A turno potremo entrare in una saletta nascosta e porgere le nostre domande al “divo”. Cinque domande, non una di più, poi via alla velocità della luce.
E proprio alla velocità della luce viene trasportata fuori la prima intervistatrice. A braccia dagli addetti della security. Svenuta.
Cominciamo bene.
Mi accomodo tranquilla e mi metto a perdere tempo con il telefono. Tanto sono l’ultima e, a parte rammaricarmi per non aver portato un oggetto da fargli autografare da rivendere poi a caro prezzo, non ho molto da fare.
La seconda ragazza esce in lacrime, ha il rimmel che cola e il naso che sembra un pomello rosso.
“Mio Dio”, mi interrogo, “l’ha picchiata?”
La terza ci raggiunge saltellando e roteando, manco fosse una tromba d’aria: in mano sventola il cellulare su cui appare un selfie con Harry Styles. “Un piccolo souvenir del mio incontro con il mitico Hardin”, ci dice, con una gioia che ha il retrogusto di un soffio di veleno. Come se mi interessasse qualcosa del suo selfie.
Ma queste giovani donne l’hanno mai visto Leo in Romeo+Juliet? O in Titanic? O nel Grande Gatsby? E dai, su, un po’ di contegno…
La quarta sembra una professorina con occhialetti alla moda e la camicia con il colletto a girocollo. Ha tacchi alti e una gonna stretta che le conferiscono un’andatura piuttosto ridicola.
È quella che rimane dentro più a lungo. Immagino l’angoscia del cantante di fronte a un serrato interrogatorio. Quando esce non ci saluta, non ci fa alcun cenno e se ne va, altezzosa com’era entrata.
La quinta, quando è il suo turno, mi guarda terrorizzata e si aggrappa alla mia mano, piagnucola: - E se non riesco a dire niente? Se faccio scena muta?
Le sorrido incoraggiante, ma penso: “Dilettante!”
Io riuscirei a intervistare persino Leonardo Di Caprio senza battere ciglio. Forse.
Quando torna dall’intervista ha l’aria di chi ha appena scalato l’Everest a mani nude. Esausta. Ma soddisfatta: - Gliele ho fatte tutte.
La sesta e la settima entrano insieme: sono vestite all’opposto. Pantaloni bianchi e blusa nera una e l’altra viceversa. Guardarle mi fa andare insieme gli occhi, ma sono felice al pensiero che forse risparmierò del tempo e tornerò prima a casa dai miei bimbi, visto che faranno un’intervista in due.
E invece no.
Non ci mettono solo il doppio delle altre, ma persino di più. E non accennano a uscire. Io nel frattempo ho finito le vite a Candy Crash e ho dovuto attaccare il telefono al power bank per non rischiare di rimanere senza batteria.
Sono stufa di aspettare, stufa delle urla che insistenti penetrano nonostante la vetrina del locale, stufa della noia e stufa pure di Harry Styles. Sto una favola, insomma!
Finalmente le due escono, mi sembra passato un secolo. Loro mi ignorano, parlando fitto fitto e io mi stupisco che, stando così vicine, quel connubio di bianco e nero non si trasformi in un trionfo di grigio.
Mi alzo e mi avvicino al tizio della security che ha fatto entrare tutte le ragazze prima di me.
- Pausa, dieci minuti - mi dice in un italiano stentato.
Roteo gli occhi al cielo come nella peggiore delle fan fiction ispirate a colui che dovrò intervistare e mi avvicino al bancone della caffetteria chiedendo dell’acqua.
- May I have water too?
Udendo la voce, mi giro e dietro di me trovo questo bel ragazzetto alto, con un sorriso dolcissimo e due deliziose fossette in cui vorrei infilare le dita.
- Hi, are you the last one? - mi chiede e io per poco non gli rispondo “Last one a chi, brutto babbuino? Last one a ‘soreta!”
Riprendo la mia abituale professionalità, gli porgo la mano (che lui prende e bacia, senza lasciare la distanza prevista dal galateo) e mi presento: - Dear Mr. Styles, I’m Giacinta, nice to meet you.
- È mio piacere, Janichta, provo parlare mezzo italiano. I’m learning the language per fare film con vostro director Luca Guadagnino. So, you puoi aiutarmi, vuoi? Altre prima risposto strano. Io non ho capire.
- Non c’è problema, Sig. Styles, cercherò di parlare lentamente - accetto. È stato piuttosto cortese nella sua richiesta, non vedo perché non andargli incontro.
Ci spostiamo nel privè dedicato alle interviste, mi accomodo composta, mentre lui si svacca sul divanetto per poi scusarsi: - Sono stanco vivo, sorry.
- Lo capisco, non dev’essere facile la vita di una celebrità. Ma si dice stanco morto.
Lui sembra soppesare la mia ultima frase poi scoppia a ridere.
Lo riporto all’ordine: - Cominciamo?
Al suo cenno affermativo do il via alle domande di rito. Com’è il suo nuovo album e cosa l’ha ispirato, i progetti sulla sua nuova carriera cinematografica, il rapporto con i suoi ex colleghi One Direction e la sua vita amorosa, in merito alla quale si trincera dietro un laconico (ma internazionale): - No comment!
Mi sono tenuta la domanda cui tenevo di più per ultima e spero che sarà più esaustivo che sulla sua vita privata.
- Per ultimo vorrei chiederle cosa prova a essere il più famoso protagonista di fan fiction del mondo, insieme al suo omonimo Harry… Potter. A parte la questione di fama e successo, come si sente a essere dipinto come un ragazzo difficile, violento, spesso stupratore? - gli traduco la parola - E come invece a essere interpretato come un docile ragazzino omosessuale sottomesso da membri (non riesco a non ridacchiare mentalmente) della sua ex band? C’è qualcosa che vorrebbe dire alle persone che associano la sua persona a storie che lanciano messaggi così profondamente negativi e disturbanti?
Per fargli capire di cosa parlo gli mostro, dal cellulare, un booktrailer che ho trovato su youtube, in cui lui “acquista” una ragazzina dai genitori, la stupra e poi se ne innamora.
Durante la visione del video abbassa lo sguardo, sembra triste, raccoglie i pensieri poi comincia a parlare: - I think che è sempre good se qualcuno pensa a te, ma sometimes io credo che è…
Cerca la parola giusta per farsi capire: - …Esagerato, because io non sono like a rapist, I hate, odio la violenza sulle donne e sui giovani. It’s incredible come persone così young hanno queste fantasie and it’s no good che pensano a me this way. Un amico let me read a story dove io rapivo una student and la portavo a casa mia. And then io la facevo l’amore, and she was screaming and pregava di smetterla. I was almost piangendo, mentre leggevo. Ma poi lei cominciava a… - sussurra, consapevole di dire una parolaccia - …cum so loud, and io cominciato a ridere. I swear, was mia prima reaction. Because it’s assurdo cum in that situation. But, then, io pensato che qualche ragazzo legge questa storia e se sua girlfriend dice no, lui pensa che lei poi cum a lot e non si ferma. And questo offense me so much. Perché io non vuole essere symbol of that, do you understand?
Annuisco. Come non capire il suo punto di vista.
- Se potessi dire qualcosa a chi ti usa come presta volto per fan fiction di questo tipo?
- Please, stop. Non solo per mia immagine. It’s not good pensare che if you do violence, it’s a good thing. So, stop, please.
Lo guardo e annuisco alle sue parole. Lo ringrazio per il tempo che mi ha dedicato ed esco. Le urla mi stordiscono, ma sono felice di sapere che anche nel jet-set esistono i bravi ragazzi.
FINE
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