Pepe 1

Stile di base

Contagio, definizione Treccani: trasmissione di una malattia infettiva dalla persona malata a una sana, sia direttamente sia mediante materiali o mezzi inquinati (aria, acqua, alimenti, escrezioni, effetti letterecci ecc.), ovvero insetti o animali trasmettitori dei microrganismi infettivi.

L'italiano medio, con il lockdown e la pandemia, si è scatenato.

Sul contagio ognuno dice la sua, da allenatori della nazionale, o Presidenti del Consiglio in pectore, siamo diventati improvvisamente tutti virologi e la discussione sul virus ha sostituito quelle sul calcio e sulla politica.

Quando non si sa di che parlare, ora, non si discorre più del tempo, come l'inglese medio, ma sui vaccini anti Covid.

Durante il lockdown gli italiani sono diventati un popolo di maratoneti, non solo cantanti e navigatori; oltre a quelli che, pur di uscire, si allenavano correndo barcollanti, per settimane abbiamo assistito a concertini spontanei da balconi e finestre, con canzoni del repertorio più tradizionale che hanno riproposto il cliché dell'Italiano "pizza e mandolino".

A proposito di pizza, e pane, avevamo anche iniziato a farli in casa, con il risultato che, oltre alle mascherine, in quel periodo scarseggiavano pure lievito e farina.

Dalla cucina al cucito in pochi passi. No, non è quiz della Settimana Enigmistica, ma dell'altra passione che ha colto le madri di famiglia.
Decine di tutorial su YouTube per realizzare, in dieci minuti, una mascherina bella a vedersi e coordinata con l'abbigliamento del giorno.

Dal dire al fare... ci avete provato? Se non siete dotati di macchina da cucire voreei proprio vedere come ve la cavereste.

La forzata permanenza tra le mura domestiche ci ha mostrato che il virus più pericoloso del Corona è quello che ti fa protestare a prescindere.

Per principio l'essere umano, l'italiano in particolare, si lamenta. Le lagnanze, pur nel rispetto delle regole che, inaspettatamente, rispettiamo quasi tutti, sono nel nostro DNA e non c'è pandemia che tenga. Possiamo cantare dai balconi, trovare mille modi per impegnare i bambini o fare yoga seguendo i corsi on line, ma dopo un po' la novità passa e riprendiamo a lamentarci.

La socialità dell'essere umano è stata seriamente minata dalla chiusura forzata imposta nel mesi di lockdown. Siamo animali sociali e ci siamo sentiti soli. Il desiderio di tornare a invadere le città e a respirare il traffico delle tangenziali, è stato la molla che ci ha fatto essere ligi e obbedienti alle regole. Quelli sono i nostri habitat naturali, se ci mancano diventiamo irascibili, insofferenti e insopportabili. Chiusi tra le nostre quattro mura ci siamo sentiti ingabbiati, la forzata convivenza continuativa ha, poi, mostrato i limiti di tanti rapporti ormai disfatti.

Sarebbe interessante, a fine anno, conoscere le statistiche precise. Che avete capito? Non quelle delle vittime della pandemia, quelle dei divorzi!

A conclusione di questo mio sproloquio ho lasciato il tema a me più caro: lo Smart Working. Posso dire che la definizione di Smart Working è una bufala solenne? Il lavoro Smart, è la sòla inventata per infinocchiare i dipendenti che pensano che lavorare da casa ti lasci più tempo per te. Balle.
Non stacchi praticamente mai, con la scusa che: «Tanto sei a casa no? Dieci minuti li trovi sempre», ti fissano meeting virtuali a ore improponibili, in fondo... cos'abbiamo da fare, se non lavorare?

A parte cucire mascherine, perdendo vista e dita - bucate dagli aghi -, e propinare alla famiglia focacce dure come il marmo e pizze completamente insipide? Niente.

Stile imitato (Alberto Angela)

Oggi vi parleremo di una nuova specie, evoluzione dell'italiano medio, comparsa durante un periodo buio della storia recente.

L'italiano medio nato dal "lockdown".

L'esemplare tipico di "italiano medio", in quel periodo, ha subito mutamenti importanti che ne hanno toccato le capacità relazionali e ne hanno esasperato i difetti.
Come avvenuto per i dinosauri durante la glaciazione, anche l'italiano medio si è dovuto adattare alle mutate condizioni fisico/ambientali, ma, a differenza dei dinosauri, ha avuto pochissimo tempo per abituarsi.

L'italiano medio post-lockdown non è migliore, o peggiore, del precedente, è solo diverso; pur avendo mantenuto molte delle proprie caratteristiche.
Pochi, tra gli atteggiamenti distintivi della specie, sono da considerare migliorati.

Il mio scopo, oggi, è quello di evidenziare gli effetti collaterali dell'evento traumatico sofferto durante la chiusura forzata tra le mura domestiche; soprattutto quelli che hanno gravato sulla personalità.

Il primo e importante cambiamento si è avuto nella gestione delle relazioni interpersonali.

La caratteristica principale del tipico italiano medio pre-lockdown era la tendenza alla tuttologia, improvvisandosi allenatore della nazionale o Presidente del Consiglio in pectore. Tale caratteristica si è evoluta durante e post-lockdown, modificandone il focus delle dissertazioni.
Improvvisamente l'italiano medio è divenuto un esperto virologo e le dissertazioni sul virus hanno rimpiazzato, nei discorsi comuni, quelle sul calcio, sulla politica o sulla meteorologia, contrariamente all'inglese medio, che tuttora discerne prevalentemente del tempo atmosferico.

Durante la chiusura si è assistito a un proliferare di italiani maratoneti, ottima scusa per uscire da casa, mentre nel post-lockdown la tendenza si è stabilizzata su una percentuale più contenuta, pur essendo superiore allo standard pre-lockdown.

La caratteristica di popolo canterino, presente nel DNA della specie, si è manifestata appieno nel periodo di clausura fra le mura domestiche, ma è, invece, scomparsa al termine dell'emergenza.

Finora abbiamo analizzato i comportamenti dell'italiano medio senza differenziazione di genere. Volendo approfondire il comportamento dell'esemplare femmina della specie, due sono le caratteristiche più interessanti da osservare.

Mi limiterò a trattare una sotto-specie di femmina dell'italiano medio, quella definita lavoratrice fuori casa, per comodità identificata come femmina lavoratrice (senza nulla togliere alla mole di lavoro per quelle che curano a tempo pieno tana e covata).
Le femmine lavoratrici hanno scoperto la possibilità di esprimere le doti di casalinga, collaudando attività denominate rispettivamente: cucina e cucito.
In entrambe le sperimentazioni, la gran parte di esse ha dedotto di non essere portata a compiti spropositati quali: la pizza fatta in casa (esperimenti che hanno causato interventi del 115 o divorzi immediati) o la realizzazione delle mascherine fai-da-te.

Gli esemplari hanno dimostrato una netta incapacità, per queste ultime, seguire le istruzioni precise e semplici fornite tramite YouTube, mancando degli strumenti adeguati: dicasi macchina da cucire.

L'esperimento è da considerarsi fallito.

D'altra parte è da ritenere pienamente riuscito l'esperimento sugli effetti che la chiusura forzata ha avuto sulla vita sociale e il conseguente umore dalla specie studiata.

La socialità della razza è stata seriamente minata dal lockdown. L'italiano medio è un animale sociale, vive e si muove nel suo ambiente più consono: il gruppo. L'habitat naturale dell'italiano medio è la città, quanto è più trafficata tanto meglio riesce a esprimere, e canalizzare, la propria energia negativa.

Quando il suo habitat naturale è venuto a mancare, l'italiano medio, chiuso fra quattro mura con la sola compagna dell'esemplare di sesso opposto e della prole comune, ha accresciuto la propria irascibilità, insofferenza e insopportabilità.
Si è sentito ingabbiato e non è una specie, quella in esame, che ama le gabbie.

Per ottenere un'analisi più approfondita rimandiamo a una successiva analisi, tra un anno.

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