Location - Classifica intermedia

Sciao a tutti! Per prima cosa ci scusiamo per il ritardo (il cuoco mascotte ha implementato nelle sue ricette parte dei giudizi e abbiamo dovuto ricercarle nel polpettone a fine cottura), speriamo di essere più celeri nel pubblicare la classifica definitiva.

Di seguito sono riportati i voti, raggruppati per shot, ma dal momento che con i voti di VictorDuval ci è pervenuta anche questa premessa (che ci è sembrata valida per tutti) la riporto qui: "Precisazione che vale un po' per tutti: mi sono basato più sulle emozioni che ho provato leggendo che sul discorso grammaticale-sintattico o sul genere, in modo tale da non dover dire bella o brutta, ma mi è piaciuta di più o di meno. Alla fine credo che sia il metro di misurazione più corretto: io non ho competenze per attuarne di specifici, non tolgo valore a nessuna delle opere e chi mi conosce saprà cosa leggere e cosa no, sia che apprezzi o meno i miei gusti.
Un altro appunto generico è che ho notato in diverse opere l'aggiunta di elementi importanti a livello narrativo nella ristesura, ora, non so se sia da considerare errore, sicuramente ha reso la lettura più intrigante, ma nel concetto del contest mi ha lasciato perplesso."

Ora, prego, accomodatevi pure, leggete i giudizi e sentitevi liberi di discutere tra di voi nei commenti, non solo riguardo alla vostra shot ma anche a quelle altrui. Le notifiche non mi danno fastidio, in caso questo dovesse essere un freno per qualcuno.

A presto,
Book e Pauline.

- I VOTI -

Pepe 1, di Coach_TVLG

Doubleyes - Voto 8
Mi ha colpita l'ironia particolare con cui è stato trattato un argomento così pesante. Leggerlo mi ha fatto davvero bene, mi ha dato leggerezza. Il cambio di stile per me è riuscito: vedo quasi lo schermo con le immagini dietro Alberto Angela, tuttavia penso che se fosse stata una storia mi avrebbe coinvolto di più e dato il contenuto dell'originale magari si poteva osare con un altro stile.

pietrolovis - Voto 6
Animato da un certo sarcasmo acidulo, il testo si focalizza sui tempi della pandemia, e ne tratteggia i più diffusi e scontati comportamenti dell'"italiano medio": un personaggio generalizzato a tutta la Pensiola che spicca per saccenza, lamentosità, mediocrità. Il sarcasmo sprezzante, con cui la voce narrante sembra prendere le distanze da questa figura, coesiste però con l'ammissione di far parte della schiera di questi "italiani medi", e ciò lo si vede sia nell'uso del "noi", sia nel tono generale, che presenta gli stessi picchi di petulanza del tanto discusso personaggio. Entrambi questi elementi spariscono nella versione à la Alberto Angela, in cui un piacevole tono ironico e pseudo-scientifico sostituisce il sarcasmo snobistico, e il "noi" diventa un "loro" ma, paradossalmente, quest'ultimo cambio non dà quel senso di "superiorità" che invece si respira nella prima versione. È una simpatica parodia con toni pseudo-documentaristici, che cade consapevolmente nel cliché.
Certo, rimane una certa saccenza nello stile, che, personalmente, non ritrovo in Alberto Angela (che ha il pregio di mostrarsi colto senza mai cadere nell'intellettualismo o nell'arroganza, animato cioè da un sano slancio didattico nei confronti di un ampio pubblico di massa), tuttavia c'è anche una certa eleganza e della simpatia come nell'originale.

amahyp - Voto 7,5
Mi è piaciuta l'idea di fare uso di un tema di attualità "commentato" dalla voce di Alberto Angela, in particolare ho apprezzato i passaggi dove lui elenca i vari dati. Mi ha convinto di meno, però, l'effettivo svolgimento del tema. Le due versioni mi sembrano molto simili, e non si nota secondo me una vera e propria variazione nello stile. La grammatica del testo è corretta, anche se talvolta avrei utilizzato in modo differente la punteggiatura. In generale, però, mi sembra tutto sommato una buona prova, con una bella idea di base.

VictorDuval - Voto 6,5
Forse a causa dell'argomento, ma mi ha annoiato. Ho avuto la sensazione che sia stato il procedimento inverso, nel senso che l'originale sembra il discorso di Angela. Come poter rendere gradevole alla lettura un documentario? L'animale-donna panificatrice è simpatica, ma basta.

TusitalaBl - Voto 7,75
Qualche svista, un po' di ripetizioni, ma la lettura scorre e non ne risente.La seconda mi ha soddisfatta un po' di meno. La prima, invece, mi è piaciuta! La differenza tra le due versioni l'ho percepita più per una ricerca di maggiore formalità che, di tanto in tanto, suonava poco naturale, ma d'altra parte l'argomento e il modo in cui è stato trattato per forza di cose avrebbero finito con produrre due One Shot molto simili. Nell'insieme la lettura risulta piacevole.

LilyAnnF - Voto 6,5
Forse avrei differenziato un po' i generi, perché sembrano due versioni diverse di un testo a metà tra un brano argomentativo e un saggio breve. Non essendo narrativa, è a mio avviso anche difficile da giudicare allo stesso modo degli altri.

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 5,75
Prima impressione? Non molto positiva, mi è parso di leggere tanti pensieri messi insieme. C'era sì un filo conduttore, il Covid, ma sarebbe stato più efficace se ti fossi soffermat* su uno degli aspetti citati, perché così sei rimast* sul vago un po' con tutti; mentre sarebbe stato più d'impatto andare a fondo di uno o due di questi aspetti. Inoltre non ho trovato particolari differenze tra le due versioni, sebbene nella seconda siano stati utilizzati termini propri di un divulgatore scientifico. Avrei preferito ci fosse una distinzione più netta. Purtroppo la presenza di qualche refuso e l'abbondanza di virgole, in più di un'occasione, hanno fatto perdere un po' di fluidità al testo. A ogni modo, il tema affrontato non mi è dispiaciuto.

secretmephoenix - Voto 7
Mentre lo stile proprio non mi ha convinto tanto, ho trovato meravigliosa la rielaborazione in stile Alberto Angela.

Pepe 2, di pietrolovis

Coach_TVLG - Voto 6,5
Stile di base ironico e piacevole. Qualche imperfezione grammaticale. L'imitazione del Manzoni è buona nell'intento, ma la ritengo - grammaticalmente e stilisticamente - non perfettamente aderente al modello (peratro mlto difficile - chapeau) di riferimento. In particolare ho notato troppo utilizzo di stile di scrittura "moderna" inframmezzato a quello più aderente all'epoca manzoniana. (Esempio: nello stile imitato la frase "mi aveva proprio rotto" non è coerente con il gergo del 1800).
Piccole imperfezioni grammaticali.

Doubleyes - Voto 10
Un racconto simpatico, inaspettato e divertente, a tratti stravagante e surreale come piace a me. Mi è piaciuto molto e secondo me il cambio di stile con Manzoni è ben riuscito, non è stato noioso come temevo, anche perché ha mantenuto quei tocchi stravaganti dell'originale.

amahyP - Voto 9
Imitare Manzoni è stata una scelta coraggiosa, e ho trovato davvero carina l'idea di richiamare l'autore nel primo testo attraverso il libro su cui sale il protagonista, poi trasformato nell'opera di Monti. Sono presenti piccole sviste, di battitura o di costruzione, in alcune frasi dello stile originario, ma ho apprezzato certe frasi molto colorite ed evocative.Ho trovato il cambio di stile davvero divertente e chiaro, e la storia scelta adatta a essere rivisitata in chiave "manzoniana", fra l'altro con ottime citazioni che, oltre ad avermi strappato un sorriso, risultano a mio parere molto azzeccate e dirette verso il lettore più attento.

VictorDuval - Voto 7,75
Ho riso dall'inizio alla fine e ho apprezzato il messaggio (polemica sociale). Ho un appunto da appassionato di logistica aziendale: quante volte mangiano in mensa al giorno per finire con l'essere in molti i dipendenti che restano senza dessert, se è scritto chiaramente che il nano ne prende solo uno in più? Poi lo stile sarà Manzoni? Piuttosto un Manzoni parodia? Comunque ho riso anche lì.

TusitalaBl - Voto 8
Un paio di sviste e qualche errore di punteggiatura nei dialoghi, ma nell'insieme la versione originale mi ha colpita! Non è un linguaggio che userei io di solito e nemmeno un personaggio per cui spontaneamente simpatizzerei e mi ha colpito proprio per questo, visto che nel complesso mi è piaciuto! Senza particolare entusiasmo, ma ho apprezzato pure la seconda versione, anche se in certi passi il cambio di stile non era molto chiaro (della serie termini che Manzoni forse non avrebbe usato - senza contare quelli inevitabili, ma a questi passo volentieri sopra, direi!).

LilyAnnF -Voto 7
La prima parte è davvero molto carina! Scorrevole, raccontata in modo simpatico e con i giusti ritmi narrativi, arriva a una conclusione (cosa che le altre storie non sempre fanno). La seconda parte conserva lo stile simpatico e ironico... Ma non ha molto del Manzoni, sembra più che altro una parodia.

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 6,5
La prima parte mi è parsa molto divertente, mi è piaciuto il parallelismo tra la vita aziendale e il mondo esterno, nello specifico i rapporti umani e giuridici, anche se in alcuni punti la narrazione mi è parsa leggermente confusionaria. Ciò che non ho apprezzato particolarmente sono state le continue frasi poste tra parentesi, le avrei sostituite con degli incisi posti tra virgolette alte o caporali.
La seconda parte è resa molto bene; non è semplice imitare Manzoni, apprezzo molto il tuo tentativo che trovo sia riuscito bene. Mi è piaciuta molto la frase di apertura che è una rivisitazione dell'inizio dei Promessi Sposi.
Complimenti.

secretmephoenix - Voto 8
A una prima lettura l'avevo trovato ostico e quasi respingente. Ma rileggere è stata una scoperta continua. Ogni parola è stata cesellata con estrema cura.

Pepe 3, di VictorDuval

Coach_TVLG - Voto 8
Mi è piaciuto molto lo stile di base scorrevole e leggero. Bella storia, ottima grammatica, il finale lascia l'amaro in bocca.
Lo stile imitato mi è parso molto buono. Trasformare un racconto triste in una filastrocca per bambini è un'impresa non facile.

Doubleyes - Voto 8
Credo che trasformare il racconto in poesia sia stata un'ottima scelta, perché lo stile originario ha qualcosa di poetico e sognante. Non ne sono sicura, ma non credo che Rodari potesse usare la parola "euro". C'è qualche piccola pecca, alcune cose non sono riuscita a comprenderle, ma mi ha lasciato tanta dolcezza.

pietrolovis - Voto 7,5
Il racconto ruota attorno all'apparizione quasi mistica di una venditrice ambulante di fiori, in cui il tempo si ferma e ogni cosa è investita di incantata serenità. Al quadretto idilliaco non partecipa però Gabriel, il protagonista, che si tiene in disparte e osserva da lontano la giostra di tenerezza, colori, gioia, bimbi e vecchine che gravita attorno alla bella venditrice, sentendosi quasi soffocato da tutto questo. In effetti, questo sentimento arriva anche al lettore, che trova tutto quanto di una serenità quasi insopportabile. I pensieri e il vago malessere di Gabriel (solo accennato nel testo, che verte in modo preponderante verso la descrizione dell'idillio) viene spiegato nel finale: il bambino vorrebbe tanto un colore che non gli provochi nausea, e alla fine lo trova il quel petalo nero che si ritrova sul ginocchio. Icastica e ad effetto l'ultima frase: "Domani sarà una giornata migliore; domani, forse, non ci sarà il sole". Questo racconto mi ha ricordato Paint It Black dei Rolling Stones.
La versione di Rodari è una notevole filastrocca che, coerentemente con la poesia per bambini, è composta da versi ad andamento "anapestico" (che è ciò dà quel tono martellante, ritmato, giocondo). In questo, a livello di metrica, purtroppo c'i sono parecchi versi sbagliati, ovvero fuori ritmo:
("C'era una volta un delicato ragazzo"; "e un ciclamino al bambino per farlo dormire"; "e un focoso amaranto per la sua dea"; "Sette euro e cinquanta per tre primule d'oro"; "e il respiro di Gabriel diventava profondo"; "Tutti le volavano attorno danzando nel cantarla"; "La madre lo girò con devota premura,/ ma lui tremò di freddo in quella gabbia più scura"; "Si lamentò la voleva tornare a guardare"; "Chiuse gli occhi e la trovò lì nel buio sorpreso"; "Era tanto vicino che lo cullò il suo rumore"; "Caldo e armonico, scandito da un vibrante bagliore"; "E nel sogno anche a lui con bui offrì un fiore"; "elegante, leggero e senza nemmeno un colore".)
A livello di contenuto, "imparava gli amici" è un po' oscuro. La chiusa è più ad effetto nella versione in prosa.

amahyP - Voto 8
La storia di base mi è piaciuta molto: per trovarne un'interpretazione l'ho dovuta leggere due volte (questa non è una critica, mi piacciono le One Shot che non sono immediate ma che richiedono di "scavare" un po'), e le immagini evocate sono molto delicate. Da come viene descritto Gabriel, mi sembra di capire che si tratti di un ragazzino disabile (ha la testa ferma di lato e "nessuno lo sente"), spero di non aver sbagliato in pieno! Il passaggio tra uno stile e l'altro mi ha soddisfatto, la filastrocca è giustamente cantilenante anche se avrei perfezionato le rime nella seconda e nella terza strofa, che non sono baciate come nel resto, e non mi convince molto l'espressione "imparava gli amici".

TusitalaBl - Voto 10
La prima versione mi è piaciuta davvero tanto! Mi ha coinvolta molto e Gabriel, le descrizioni, le immagini sono riusciti a farsi un po' di spazio in un cantuccio qua dentro. Ho percepito un bel potenziale - quindi aspetto di scoprire chi sia l'autore/autrice per leggere qualcos'altro di suo! Lo farò molto volentieri.La seconda versione è BELLISSIMA. Davvero, è una poesia! Tutti i miei complimenti. :)

LilyAnnF -Voto 6,5
Il ritorno dei due euro e cinquanta era promettente, forse però sarebbe stato da sfruttare meglio e non ribadire in entrambe le versioni. La seconda parte, quella di Rodari, è scorrevole, anche se una rima mancante stona un po'.

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 9
La prima versione mi è piaciuta molto, si è fatta leggere bene. L'ho trovata scorrevole e delicata. La II versione mi è piaciuta tantissimo! Versi leggiadri e bellissimi.

secretmephoenix - Voto 6,5
Me ne rammarico, mi è piaciuta meno. Ho trovato anche meno indovinata la rielaborazione. Resta comunque un lavoro corretto e ben fatto.

Sale 1, di Doubleyes

Coach_TVLG - Voto 8
inizialmente il racconto pare essere un fantasy, poi si risolve in un piccolo horror. Accattivante, belle descrizioni delle emozioni e delle paure di bambino, soprattutto quella del buio. Un sogno come tanti, nato dal timore del mostro sotto il letto. Che, infine, giunge davvero, oppure è solo la proiezione della paura? Non conosco l'autore imitato (Snicket), mi fido sulla parola.
Ultima considerazione, non si capisce se sia stata scritta prima l'imitazione oppure lo stile di base (ma è un dubbio che mi è venuto leggendo altre prove).

pietrolovis - Voto 7
La vicenda si apre in un bosco privo di rumori che enfatizza gli altri sensi (la corteccia ruvida, l'odore della terra bagnata, le forme delle nuvole), in cui il primo rumore è il grido di sfida che Arlet rivolge alla "cosa". È interessante lo stacco brusco, quasi cinematografico, dei riferimenti ad Arlet, che dall'essere in mezzo al bosco passa, nel terzo paragrafo, ad essere in pigiama nella crisalide di coperte (ricordando al lettore che si tratta di un sogno). E cosa sta sognando Arlet se non un po' di silenzio? Di fatti, quando si sveglia per un misterioso "toc" è tutto un cercare di decifrare l'origine del rumore (e l'ipotesi che possa essere "un frutto caduto dal ramo" può essere letto come il tentativo estremo di riprendere sonno e riprendersi il sogno), fino al disvelamento dell'eccentrica ombra: una presenza sovrannaturale che perseguita Arlet quando è sveglia (quindi non un incubo, ma una presenza reale, per cui il sonno è per la protagonista l'unico riparo). Nel finale, accenno all'avvicinarsi di un'altra ombra, una che fa "tum tum". Di questo racconto ho apprezzato molto le scelte di "regia"; molto meno il fatto che l'ombra abbia un cilindro e degli occhi viola, cosa che la rende un po' cartoonesca.
Per la versione stile Lemony Snicket, ammetto che non so chi è. Comunque, in alcuni tratti è uguale al racconto, ma il ruolo del narratore cambia: ora è onnisciente e si rivolge ad un "voi". La scelta sacrifica parecchio la vicinanza percettiva con Arlet, cosa che dispiace. Nel primo racconto il punto di vista della voce narrante era parziale e coincideva proprio con quello della protagonista, che secondo me era la scelta più efficace per creare e tenere alta la tensione narrativa.

amahyP - Voto 7,75
La storia di base, con la ragazzina e gli inquietanti incubi notturni, è semplice, ma l'ho trovata adatta a essere trasposta nello stile di Lemony Snicket; forse scritta un po' troppo "ad hoc" per l'obiettivo, tanto che durante la lettura immaginavo già di chi sarebbe stato lo stile trasposto. Ad ogni modo, il passaggio mi ha soddisfatto, anche se ho trovato un po' "di troppo" assegnare il cognome Baudelaire alla bimba (secondo me è pienamente comprensibile che si tratta di Snicket anche senza questo espediente). Nel complesso, comunque, lo trovo un buon lavoro.

VictorDuval - Voto 7
Bella, stupende e suggestive le immagini, a tratti mi pareva di vedere i personaggi come disegnati da Tim Burton. La versione alternativa mi ha gasato all'inizio, ma l'entusiasmo si è un po' spento alla fine dove sembra di tornare alla narrazione originale.

TusitalaBl - Voto 9
Un paio di sviste nella punteggiatura dei dialoghi.La storia in sé, invece, mi è piaciuta! L'ho letta d'un fiato, mi ha come afferrata, costringendomi ad andare con lei, fino in fondo. Ho apprezzato! (Non ho nemmeno cambiato una canzone orribile che la produzione casuale mi aveva proposto nel frattempo e questo prova come abbia catturato il mio interesse ahah).Purtroppo non conosco la persona a cui appartiene lo stile imitato... Nonostante questo, il tono è così diverso! Il cambiamento è ben riuscito, anche se non so riconoscere nel secondo modo di scrivere, appunto, Lemony Snicket. Un paio di sviste di poco conto. Anche in questo caso ho voglia di leggere altro!

LilyAnnF -Voto 6,25
Il cambiamento di stile tra la prima e la seconda versione, in alcuni punti, è talmente impercettibile che certi passi sono riportati e hanno solo qualche termine cambiato, cosa che non mi è piaciuta particolarmente.

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 8,5
Bella la one-shot, intrigante e ben scritta. La prima versione mi ha messo i brividi, non nel senso negativo, ma in quello positivo: ho percepito tutte le sensazioni, paura, desiderio, ansia... La seconda parte è ben scritta e rende bene lo stile di Lemony Snicket, se non anche il genere stesso che hai voluto trattare gli si addice benissimo.

secretmephoenix - Voto 7
Qui abbiamo una penna fresca, vivace. L'idea c'è ed è buona. Meno equilibrio delle altre tra stile proprio ed imitato.

Pepe 4, di _BookLover2019_

Coach_TVLG - Voto 8,5
Incubi e paure nel buio della cameretta dei bambini. Un racconto degno di Poe. Bella la descrizione della crescita dell'angoscia, alimentata dalle paure e dai dubbi. Fino al culmine che diventa la fine, il vampiro arriva davvero, quasi invitato dal bambino. Ottima grammatica e molto pathos. Per quanto attiene allo stile imitato (Omero), non posso dire di ricordarlo, ma mi è piaciuto comunque l'adattamento in poesia (quantunque senza rime) con riferimenti ai miti greci.

Doubleyes - Voto 7
Nel testo originale ogni tanto ci sono troppe virgole, per mio gusto, ma l'uso di quella persona mi ha tenuta incollata fino alla fine. Il passaggio in Omero, invece, lo ha proprio stravolto, dando un fulcro storico-greco che l'originale non aveva, ma che ho trovato ripetitivo e che non mi ha intrattenuta come aveva fatto l'originale che è cento volte meglio.

pietrolovis - Voto 7,25
Il racconto è un'inquietante allocuzione a un bambino (che sta andando a letto per dormire) fatta da una misteriosa voce (la cui origine è svelata solo alla fine) che dell'infante registra ogni micro-azione, ogni sussulto, e ne decifra lo stato d'animo impaurito. Ombre, cigolii, fruscii indecifrabili, buio... nel repertorio degli incubi sembra non mancare nulla, e il tono placidamente minaccioso della voce restutuisce un'atmosfera davvero da brividi, con una chiusura raggelante tipica dei "racconti notturni". La trasposizione epica non snatura questa oscurità e, anzi, con un'enunciazione di riconoscibile stampo omerico, la trasfigura efficacemente nella dimensione epica, con tanto di invocazione alla Musa.
Personalmente, le scelte metriche non le capisco. Non ho capito che metro è, qual è il ritmo, se c'è un metro e un ritmo. Potrebbero essere dei dodecasillabi atipici un po' come vengono, che però con l'epica forse non è la scelta più corretta. Insomma, mi sembra un po' improvvisata.
Quindi, se il racconto è un gioiellino e il tono epicheggiante del riadattamento risulta estremamente riuscito, la parte metrica mi sembra piuttosto svalvolata.

amahyP - Voto 9
Anche qui si parla di incubi notturni, ma ho trovato più originale provare a trasporli nello stile di Omero. Mi è piaciuta molto l'impostazione del "canto", l'ho trovata davvero ben gestita e raffinata (ammetto di aver dovuto cercare alcuni dei nomi di figure mitologiche che hai inserito perché non le ricordavo, e questo significa che non erano per nulla banali). Dal punto di vista lessicale mi sembra ci sia qualche lieve imperfezione: avrei reso "cedere nell'abbraccio" più come "cedere all'abbraccio", anche se non è propriamente sbagliata la forma che hai scelto, e che a un "Musa" manchi la maiuscola. Ma è davvero poca cosa.

VictorDuval - Voto 7
Bellissima la storia originale e dimmi se sei amica/o di Sale 1. La paura è descritta magistralmente, ho delle perplessità sull'imitazione in stile: mi sembra un'altra storia.

TusitalaBl - Voto 8,75
Ho risentito tutta la paura di quando ero bambina e non riuscivo a dormire, mi ci sono riconosciuta ahah. Non è un genere che leggo, ma mi è piaciuto - il modo di scrivere, le immagini e l'insieme che hanno formato. Pure la seconda versione mi è piaciuta e il cambiamento mi è sembrato ben riuscito! Sembra quasi concludere la One Shot originale; la rende più agghiacciante, perché, appunto, quasi la completa.Almeno, con me ha avuto quest'effetto. Bravo/a!

LilyAnnF - Voto 8,25
Una storia inquietante, che credo riesca a trasmettere appieno la sensazione di paura del bambino. La prima storia mi è piaciuta davvero tanto - ha un buon ritmo e una cadenza che rende bene l'idea della parte introspettiva. Omero, invece, mi ha convinta meno, nel senso che l'ho trovato poco in linea. Forse avrei osato di più.

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 7
La prima versione mi è piaciuta molto, trasmette quella suspance e mi ha fatto immedesimare nella scena. La seconda, invece, è stata meno accattivante della prima; scrivere come Omero non è semplice, ma credo tu abbia reso perfettamente bene il suo stile. Non posso che farti i miei complimenti.

secretmephoenix - Voto 6
Troppo ripetitiva nel suo girare e rigirare sullo stesso concetto. Finora la più "debole". Ciò non toglie sia formalmente corretta.

Sale 3, di LilyAnnF

Coach_TVLG - Voto 7
Un dramma che sa di feuilleton, sia nello stile di base che in quello imitato, salvo l'ironia e la leggerezza dello stile di Benni che trasforma il dramma in una dark comedy con sorriso finale.

Doubleyes - Voto 10
Grandioso il finale differente ma sempre tragico a suo modo. Si sente che sono due stili diversi ma tra loro sono come in armonia. Entrambe le storie sono state emozionanti e una cosa che ho davvero apprezzato è che mi sia trasparsa una certa cura nella scelta delle parole e delle ripetizioni.

pietrolovis - Voto 6
Il racconto ha come cardine la crepa di un piatto di paella in cui la protagonista (infelice sposina segregata tra le mura domestiche) ha versato dei cristalli invisibili per avvelenare il marito Orlando (esemplare di maiale maschio geloso, panzone e fascistone) e scappare con un belloccio senza nome, dopo averlo sbranato di sguardi dalla finestra. Costui sembra ricambiare con ardore a tutte queste attenzioni, promettendole tacitamente un domani migliore. Ma durante la cena qualcosa va storto: la donna scambia i piatti e si becca quello avvelenato, perchè la crepa era nascosta da una goccia rossa.
In tema di Google Drive che taglia i brani, paradossalmente a me piaceva più la versione che ho letto per prima (che tagliava l'ultimo paragrafo e la goccia rossa, e quindi sembrava lasciava il finale aperto a dubbi e interpretazioni). Infatti avevo pensato che alla base del gesto ci fosse una specie di lapsus: forse rendendosi conto che quella del belloccio era una fuga impossibile, incapace di trovare rimedio alla voragine emotiva che i suoi film mentali avevano aperto, con la voglia irrefrenabile di trovare una qualunque via di fuga da quella vita, la protagonista alla fine opta (con una consapevolezza nel profondo di sé) per scambiare i piatti, ovvero per il suicidio. Nella versione corretta, sembra che si spieghi esaustivamente il tutto come una banalissima "svista" dovuta al fatto che la crepa era coperta dalla goccia, senza apparentemente lasciare spazio ad altre interpretazioni.
La trasposizione ispanica non aggiunge gran che, Stefano Benni ancora da rodare.

amahyP - Voto 8
Per quanto riguarda lo stile di base, questo è il racconto che ho gradito più fra tutti, sia come trama sia come svolgimento, molto ben fatto a mio parere nel limite delle 600 parole, mi ha colpito. L'unica pecca che potrei trovargli è forse un uso eccessivo delle frasi nominali, ma comprendo che sia una scelta stilistica. Lo stile di Benni è stato imitato bene (con tanto di ironia finale sulla sorte di Conceptiòn), ma purtroppo il cambio non mi ha convinto appieno perché, a mio parere, il secondo testo fornisce troppe informazioni sulla storia rispetto al primo, che rimaneva molto misterioso, e aggiunge anche dei passaggi che erano assenti prima.Comunque trovo che si tratti di un'ottima prova.

VictorDuval - Voto 8,5
In questo caso ho letteralmente adorato l'imitazione e il diverso registro. Insomma, la medesima storia, magari non proprio sovrapponibile, ma che porta al lettore emozioni diametralmente opposte.

TusitalaBl - Voto 10
Affascinante! Non trovo una definizione migliore per l'effetto che mi ha fatto, perché sono semplicemente affascinata, davvero. (Forse la musica celtica di sottofondo ha contribuito, allineandosi con la stessa atmosfera "inesorabile"). La prima versione mi è davvero piaciuta! Ho qualcun altro di cui vorrei leggere altri scritti.Ho adorato la seconda! E poi mi ha fatta ridere. Non ho la più pallida idea di chi sia Stefano Benni, ahimé, ma queste due One Shot mi hanno conquistata! (L'ho pure lette a mia sorella per l'entusiasmo xd).

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 7,5
Una one-shot molto bella, mi ha appassionato nonostante la fine un pochino prevedibile, a mio avviso. La lettura è scorrevole e non ci sono errori da segnalare. Ben distinguibile il cambio di stile nelle due versioni.
A essere sincera ho apprezzato molto di più la seconda versione, mi è parsa più chiara grazie all'utilizzo dei nomi e soprannomi. Alcuni passaggi, che nella versione originale non mi erano stati chiari, in questa sono stati posti in maniera diversa e, a mio avviso, migliore.

secretmephoenix - Voto 7
Interessante, piena di humor nero e talvolta amaro. Un buon lavoro equilibrato.

Pepe 5, di PMillerEunaNotte

Coach_TVLG - Voto 6,5
Uno stile di base che include la condanna ai padr-padroni. Della serie "i traumi infantili possono avere serie ripercussioni sulla vita adulta". la narrazione di base è surreale, una buona grammatica. Una trama, a mio avviso un po' debole. Che la polizia francese si svegli solo dopo un buon numero di morti in una sola famiglia non è plausibile, a meno di definire inetta la sudetta polizia. Lo stile di Poe non mi pare centrato appieno. Mi e' sembrato più quello di Fogazzaro, ma potrei sbagliarmi.

Doubleyes - Voto 7
La situazione del diario "stregato" dal demonio mi ha ricordato un po' quella del Death Note, anche se quel diario funzionava in maniera un po' diversa. Mi è piaciuta con i suoi tocchi stravaganti sul tango e tutto il resto, anche se lo stile è molto raccontato. Purtroppo la mia conoscenza su Poe è limitatissima, direi che si poteva osare di più con il cambio di stile in quanto l'originale secondo me si presta a qualcosa di "horrorifico".

pietrolovis - Voto 9
Con uno humour garbatamente nero, il racconto riassume l'assurda vita di una certa Vivienne: casalinga paolotta con una fede d'acciaio innanzitutto per il suo quaderno-diario, per cui l'attuazione delle efferatezze che vi sono scritte sopra è prerogativa fondamentale per la salvezza della sua anima.
La narrazione è vivace e percorre le fasi del disturbo psichico della protagonista, nonché della sua carriera da serial killer, con tanto di letture psicanalitiche sull'infanzia e sul difficile (esilarante) rapporto col padre, un impossessamento isterico e un insight sulle motivazioni profonde della sua delirante condotta. È un racconto simpatico e al suo modo paradossale, con frequenti commenti di un'ilarità caustica inseriti qua e là. La cosa che dispiace è che il limite di caratteri sicuramente ha reso necessario rinunciare a qualche aneddoto in più. In particolare, trovo un po' troppo veloce la parte in cui diventa assassina seriale: riassumere una carriera (che per il lettore era piuttosto "promettente") in un solo paragrafo è troppo poco.
La versione trasformata mi pare che presenti tutti gli elementi che ritrovo nei racconti di Poe che ho in mente: un incipit reticente che carica di tensione la storia; una sola incognita narrativa attorno cui ruota il racconto (il quaderno); il tono enfatico e parossistico; il racconto in prima persona che drammatizza tutta la vicenda (che nel finale si scopre essere una deposizione davanti a una giuria).

amahyP - Voto 9
Davvero carina! Mi è piaciuta la contrapposizione tra il primo stile "umoristico" e quello più tenebroso che imita Edgar Allan Poe. Le due versioni sono un pochino differenti per quanto riguarda la narrazione degli eventi, ma questo mi sembra più che altro dovuto al cambio di narratore dalla terza persona alla prima, quindi non l'ho trovato fuori traccia. Forse avrei calcato un po' di più la mano nell'imitare Poe, rendendo i vari passaggi ancora più dark, ma ho davvero apprezzato molto il tutto, così come l'idea di raccontare la storia dal punto di vista di Vivienne.

VictorDuval - Voto 9
Avvincente, ironico, cinico... geniale. Mi è piaciuta la storia, mi sono piaciuti i personaggi e l'horror introspettivo alla Poe è reso davvero bene, magari lui avrebbe insistito di più sui rimuginii, ma la cosa era interdetta dal regolamento. La mia preferita.

TusitalaBl - Voto 8,50
Un po' inquietante, ma mi è piaciuta un sacco anche questa (con risatine sotto i baffi e tutto il resto)!Impeccabile (almeno mi è sembrata) dal punto di vista di punteggiatura e lessico. Complimenti!E poi Poe ci sta. (Commento in tempo reale xd).Mi è piaciuta più la prima, ma non male. Manca un po' la spiegazione che c'era nella prima versione su quale sia il motivo per cui Vivienne reagisca così, perciò leggendole slegate questo un po' si perde. Nel complesso, il cambio di stile mi sembra buono!

LilyAnnF - Voto 8,75
Una storiella carina, ironica e scorrevole. Forse certi punti sono un po' troppo calcati, nella prima parte, ma credo sia dovuto al desiderio di rendere il racconto ironico. La voce narrante di Edgar Allan Poe ha molto in comune con Il gatto nero, anche se raccontata al femminile.

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 8,25
One-shot scorrevole e interessante. Ho trovato davvero carina l'idea del diario. Il cambio di registro è ben evidente e anche la seconda versione è molto coinvolgente, forse ancor più della prima. Il cambio di stile ti ha permesso anche di sviluppare la storia da punti diversi, la cosa mi è piaciuta molto, perché non mi è parso di rileggere la stessa storia e la curiosità di sapere come andasse a finire era tanta, perché in fondo una differenza vi era.

secretmephoenix - Voto 6
La prima parte di gran lunga meglio della seconda. Non mi lascia con la voglia di leggerne ancora!

Pepe 6, di JossMcK & JaneWriter97

Coach_TVLG - Voto 7
Una bella descrizione dell'amicizia, quela vera, nel raccontoinstile di base. Ottima grammatica e molte emozioni.
Lo stile di Bonolis ci sta, anche se mi è arso esagerato. Forse volutamente. Carino il riferimento al "maestro".
Alla fine la coppia non mi ha entusiasmato, a livello di gradimento prsonale. Ma merita un voto discreto.

Doubleyes - Voto 7
Bello! Ho visto proprio Bonolis nel cambio di stile e condivido quello che è stato detto sul rapporto dell'amicizia, tuttavia l'ho trovata più il racconto di un'esperienza che di una storia e quindi non mi ha coinvolta come magari hanno fatto altre storie, mi sarebbe piaciuto che il tutto fosse stato più intenso.

pietrolovis - Voto 5,5
Più che un racconto, questo è un commosso monologo che celebra un sincero rapporto di "sorellanza" tra amiche del cuore. Infatti è presumibile che la destinataria dello scritto sia la stessa di cui si parla, perché esso cade sin da subito nell'autobiografismo: il lettore non sa nulla né della voce narrante né di questa amica. Chi sono? Quanti anni hanno? Cosa le unisce in un modo così intenso? Che cosa invece le separa? Che cos'è questa "sua strada" che l'amica decide di seguire? Il lettore è totalmente escluso da questo quadretto tanto speciale quanto vago, e non gli è concesso saperne di più. Il risultato è che non si riesce ad entrare in empatia perché non si hanno elementi su cui costruirsi un'idea.
La versione bonolisiana, essendo un resoconto fatto da una persona terza ed estranea al rapporto, nasconde e giustifica in parte l'autobiografismo dominante, ed assume il tono della "bella storia come se ne sentono poche che ti voglio raccontare", portatrice di un messaggio positivo che viene chiarito in modo efficace nel penultimo paragrafo ("Quello che je voglio dì è che..."). Bonolis è visibile per l'uso del dialetto romanesco e per i riferimenti a questo "Maestro", interpellato di frequente con brevi domande e allocuzioni.

amahyP - Voto 7,75
Il testo di base tratta dell'amicizia tra due ragazze, in uno stile simile a quello del post di un blog. Ho apprezzato la sua semplicità e (forse perché il tema trattato mi tocca da vicino), la "traduzione" con la voce di Paolo Bonolis mi ha fatto davvero sorridere di cuore. Trovo inoltre che il dialetto sia stato ben utilizzato: non essendo di quelle parti, non posso dire se ci siano errori o meno, ma ho trovato che filasse bene e fosse divertente. Dal punto di vista della forma mi ha un po' confuso, nel testo originario, l'uso del presente nella frase "ora che non è più qui con me", e poi "lei era il mio angelo e speravo di esserlo anch'io per lei", perché sembra che la loro amicizia sia finita, mentre poco sotto leggo che hanno fatto pace. A parte questo piccolo difetto, è un buon lavoro!

VictorDuval - Voto 7
Bonolis è fresco e divertente, ti ha aiutato/a col romano che fa tanta simpatia. Interessante l'idea alternativa di "angelo", e non mi ha lasciato indifferente, diciamo che più che altro mi ha irritato, come quelle menzogne che le bimbe di prima si raccontavano per alimentare la speranza, ma qui senza consapevolezza. Sono più disposto a credere che gli asini volano.

TusitalaBl - Voto 8,25
Non molto da dire, non ci sono errori e il testo scorre (e poi il tema mi è familiare...).La seconda versione, anche se Bonolis l'ho poco presente (ho di queste lacune), mi è piaciuta un sacco, la naturalezza del tono colloquiale mi ha presa, scorre davvero bene! Bravo/a. :)

LilyAnnF - Voto 6,25
La parte iniziale alterna digressioni semi saggistiche e brevi passi d'azione. Qualche mancata concordanza di troppo, e la sensazione che l'inizio porti dei presupposti che vengono poi smentiti dal resto del racconto/saggio, e la seconda parte è una ripetizione dei concetti di amicizia scritti prima. Il secondo racconto manca un po' dello stile sarcastico e caustico che dovrebbe avere, ha solo un po' calcato su un ostentato romanesco.

secretmephoenix - Voto 6,5
Mi ha intenerito tanto... è qualcosa che conosco bene. Ho "sorelle lontane". Tuttavia li stile Bonolis... boh! Mi è sembrato stonare con il racconto. Non che abbia fatto un brutto lavoro ma è davvero qualcosa che "a orecchio" non quadra.

Pepe 7, di TusitalaBl

Coach_TVLG - Voto 6,5
Buona la storia originale, parrebbe il prologo a una long story. Lo stile Alighieri non mi convince del tutto, in prosa. Avrei preferito lo stile Divina Commedia, ma comprendo sarebbe strato molto difficile, abbastanza buona l'imitazione dello stile trecentesco.

Doubleyes - Voto 10
Mi piacerebbe conoscere cosa si nasconde dietro la scelta dei nomi di Ruben e Yuna. Mi è rimasta la curiosità di capire il loro background e il loro passato, cosa gli sta accadendo. Il cambio di stile con Dante per me è riuscito e non è stato faticoso leggerlo.

pietrolovis - Voto 5
Il racconto narra dell'escursione notturna e piovosa di Ruben: un guardingo ragazzo che, sfidando vertigini gelo fitte di dolore, attraversa un tratto accidentato per giungere dalla sua Yuna, presumibilmente per un incontro amoroso clandestino. Il tono complessivo è quello di un'ambientazione sospesa, un po' sfocata, con pochi riferimenti. Il tutto è lasciato un po' troppo nell'indeterminatezza. Di fatti, al di là del freddo che ha e della tristezza che è in lui, non sappiamo chi è questo Ruben, né che cosa abbia mai fatto il padre per ritardargli la passeggiata, né quale reale pericolo stia correndo al momento della storia. Non sappiamo nemmeno che ore sono. Il lettore deve immaginarsi tutto questo. Vedendo quanto il protagonista si mostra suscettibile al freddo, alla pioggia, ai sassolini, alle ombre, al cielo buio, non mi stupirei se fossero appena le dieci e mezza, orario in cui la notte è ancora giovane e un sacco di gente non ha ingollato ancora l'ultimo boccone di cena. Questa mia ipotesi troverebbe fondamento nelle rassicurazioni di Yuna, che "continuava a ripetergli che non corresse un pericolo del genere", ovvero di svegliare qualcuno. E non mi stupirei neppure se alla fine, dopo aver abbracciato Yuna, sbucassero il padre e la madre della ragazza a salutarlo calorosamente, perché, dopo una settimana passata a montare cartongesso l'uno e a spiegare inglese a uno stuolo di adolescenti urlanti l'altra, i due genitori abbiano comunque la forza e il temperamento per uscire di casa e andare a ballare il lindy hop, sperando che quel tisico di Ruben inizi a darsi un po' più da fare, per quanto sciancato. Tutti noi speriamo che Yuna e Ruben alla fine riescano nell'altra metà dell' "impresa" di cui si fa accenno nel finale. Al di là di queste mie stupide divagazioni, quello che voglio dire è che secondo me il racconto è ancora troppo spoglio, troppo grezzo, per cui tocca al lettore ricamarci su qualcosa per renderselo intrigante.
La versione dantesca è un po' troppo insapore. Al di là del lessico vagamente rinascimentale qua e là, mi sarei aspettato un po' di musicalità, il ricorso a qualche figura retorica come, che so, la similitudine, la metafora o la personificazione, un riferimento a un esilio, a un passo della Divina Commedia, un'invettiva, una rappresentazione stilnovistica di Yuna... Qualcosa in più, insomma.

amahyP - Voto 8
Il testo di base è a mio parere molto scorrevole e ben scritto, e sono riuscita a immedesimarmi nelle azioni dell'innamorato Ruben. Mi ha invece convinto un pochino meno il cambio di stile con l'imitazione di Dante Alighieri. Mi rendo conto che tentare di scrivere in italiano medievale sia un'impresa titanica e richieda di documentarsi, e per questo non obietto la scelta di non rendere il testo in terzine. Ho trovato che la narrazione però si "incagliasse" un po', principalmente per la scelta di anteporre quasi sempre gli aggettivi al nome e per il fatto che non riesco a immaginare bene un nome come Yuna in un testo dantesco. Ho invece apprezzato molto l'uso del termine "smagato", che se non erro è proprio un neologismo dantesco. L'impegno e la ricerca messi nella stesura si vedono, decisamente!

VictorDuval - Voto 6
Non ho capito bene dove vuole andare a parare. Descrivere un attesa? L'ansia di sapere di deludere qualcuno? La paura di essere scoperti? Sono confuso. Tutti sanno eppure si deve nascondere... cosa? Amanti clandestini?
E i dialoghi finali hanno aumentato i miei: eh?
Lo stile di Dante mi sembra un po' forzato, ma ok.

LilyAnnF - Voto 6,25
Il lungo preambolo iniziale si perde un po' nella fretta con cui la storia arriva alla conclusione, per cui le tante descrizioni sensoriali e ambientali finiscono un po' nel nulla. Vengono gettati tanti ami che poi non portano niente, misteri sugli abitanti della casa, descrizioni molto minuziose dei sassolini sotto le scarpe, ma la conclusione appare un po' scarna. Sarebbe potuta essere gestita meglio anche la seconda parte, perché ho avuto la sensazione che fosse più un gioco di arcaismi che altro.

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 7
La prima versione, devo dire, che non mi ha entusiasmata, è ben scritta e la narrazione è fluida, ma temo che non mi sia arrivato ciò che avresti voluto trasmettere.
La seconda versione, invece, è scritta davvero bene, lo stile è stato perfettamente eseguito.
Diciamo che la seconda versione, più che per la trama in sé, per il modo in cui è stata scritta e la ricerca che vi è dietro è andata compensare la prima che mi aveva lasciata un po' con l'amaro in bocca.

secretmephoenix - Voto 8
Tra i lavori che mi sono piaciuti di più, soprattutto nella cura di alcune scene, come lo strofinio della suola.... regge bene anche nella seconda parte e non era facile.

Sale 4, di secretmephoenix

Coach_TVLG - Voto 7
Un'altra storia con protagonista un bambino (bambina) che ha paura dei mostri (o fantasmi) sotto il letto, come in questo caso, nell'armadio. Nonostante la sorella maggiore le abbia fatto capire che non esistono. Scorrazza per casa e decide di passare la notte nell'armadio. Ma il fantasma è lei, e si fa tragicomicamente scoprire.
Anche qui lo stile dell'autore imitato mi è ignoto (Sempre Snicket), ma devo dire che mi è piaciuta di più la storia raccontata con l'imitazione che l'originale. Anche qui mi pare sia stata scritta prima la seconda parte e in seguito lo stile di base.

Doubleyes - Voto 7
Mi piace molto l'idea ma secondo me nel cambio di stile con Snicket si è perso il gusto della storia originale, soffermandosi troppo sul raccontare i personaggi e togliendo spazio all'evento principale, che si è ristretto. L'originale mi ha dato molto più il senso di completezza che cercavo.

pietrolovis - Voto 7
Il racconto ruota attorno allo spuntino di mezzanotte di una bambina che si scopre essere un fantasma, col disvelamento finale della storia tragica che soggiace agli eventi. La voce narrante assume il punto di vista di Angela, a volte dando riferimenti introspettivi sui pensieri della bambina, altre volte usando il discorso indiretto libero. Tutto ciò rende funzionale il percorso fino alla sorpresa finale, quando si scopre che Anetta è purtroppo scomparsa. La versione in stile Lemony Snicket sacrifica tutto questo. L'avvertimento iniziale, rivolto a un generico "voi", non è che ispiri molta curiosità al lettore, così come la narrazione che segue. Infatti, procedendo con una sequenza di paragrafi isolati di presentazione dei personaggi, questa diventa un elenco puntato tanto regolare quanto monotono. Inoltre, il colpo di scena di Annetta fantasma non è sufficientemente valorizzato in questa seconda versione, che trovo piuttosto piattina.

amahyP - Voto 8,75
La trama scelta dall'autrice o dall'autore di questo brano è stata per me piuttosto d'impatto. Si presta anche bene a essere trasposta nello stile di Snicket, dato che è "vicina" ai temi trattati dall'autore e ha come protagonista una bambina, anche se in questo caso il finale è più macabro. Forse l'unica cosa che manca è una nota di ironia, di humour nero, ma a parte questo minuscolo "difetto" (che non penso nemmeno si possa definire tale) l'ho apprezzata molto. Dal punto di vista della stesura è perfetta (ho trovato solo un piccolo errore di battitura) e anche lo stile di base mi ha convinta.

VictorDuval - Voto 6,5
Hai uscito lo scatolo dei giochi?
Da rivedere, è triste e mi ha reso triste. Il problema qui è che se vuoi far scendere la lacrimuccia metti un bimbo morto e sei a cavallo.
Poi lo riscriviamo, aggiungiamo qualche dettaglio, ma il motivo che ti ha spinto a scriverlo mi resta sconosciuto. Cosa volevi dire?

TusitalaBl - Voto 7,75
Salvo qualche svista e un paio di tempi verbali che non mi convincevano (ma solo un paio davvero!), l'OS scorre bene. Colpo di scena interessante. La seconda versione trova di nuovo un Lemony Snicket che non conosco, ma il cambio di stile è evidente e pure questa versione mi è sembrata ben fatta.

LilyAnnF - Voto 7,25
L'idea di fondo - abbastanza interessante - emerge meglio dal secondo scritto che dal primo. Peccato per il cambio di ritmo del secondo scritto (che sembra più che altro una presentazione, ma poi cerca l'azione). Mi sarebbe piaciuto ritrovare il dettaglio del dente nel calzino anche all'inizio del primo racconto.

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 7,75
Mi sono piaciute in egual maniera entrambe le versioni perché hanno permesso di conoscere due punti di vista diversi: nella prima versione abbiamo il narratore interno e il punto di vista di Annette stessa; mentre nella seconda vi è il punto di vista del narratore esterno che, semplicemente, racconta i fatti. Semmai, la seconda versione, l'avrei resa con maggiore pathos, mentre nella prima ne abbiamo abbastanza.
A parte qualche piccolo errore nella punteggiatura, che però non compromette la lettura, è un buon lavoro.

Sale 5, di amahyP

Coach_TVLG - Voto 9
Non credo di sbagliare se penso che questa prova nasca dalla mente di Pauline. infatti c'è un "SALE" in più rispetto ai giocatori rimasti.
Riuscire a fare una disquisizione di tesi sulla cacca, umana o bovina, è poco meno che geniale, così pure trasferire la narrazione in endecasillabi rimati nello stile dell'Alighieri.

Doubleyes - Voto 8
Lo stile originario è raffinato ma complesso. Da parte mia, ho avuto un po' di difficoltà ad entrare nella storia, ma il colpo di scena sullo sterco ha fatto il suo effetto, rubandomi un sorriso. Secondo me nel cambio di stile si poteva osare molto di più, non dico che non sia fatto bene, ma per come è stato fatto il testo originario magari sarebbe stato più d'impatto qualcosa di più coraggioso.

pietrolovis - Voto 7
Il racconto è una disputa filosofeggiante, risolta in poche battute, sopra i massimi sistemi della merda, condotto tra due raffinati intellettuali in tono pomposo e magniloquente. Forse per il lettore è un po' troppo stucchevole ritrovarselo anche nella parte non dialogata. Comunque, è simpatico ed efficace lo stridore tra personaggi e tema centrale, e il tono ironico si sente chiaro e forte. È un divertente siparietto. La versione dantesca è trasposta in endecasillabi, lasciando intatto il vertiginoso scarto tra materia bassa e stile aulico (ancor più aulico) con cui è esposta. In fatto di metrica ci sono però parecchi versi con l'accentazione sbagliata (Ripasso: l'endecasillabo ha 11 sillabe, con accenti sulla decima e sulla quarta o sulla sesta). Per citare i primi dieci sbagliati:
(Le cose terrene esser divise; In buone e malvagie, in gioia e tormento; Nella terra dove fuor conosciute; Le tracce di chi divezzò 'l Quirino; Come quei che pose le sfere a tondo; A quale natura dia da assegnare; Sia stata la sua natia poisizione; Giungi qui da me al dilemma portato; Ai dì del Luperco m'ero recato; Ma poi che per via incolta ebbi levato; eccetera eccetera)

VictorDuval - Voto 8,75
Non ho parole: un inno al corpo sciolto!
Ho riso, annuito e rimuginato... sappi che se per i prossimi giorni parlerò quasi solo di merda sarà colpa tua. La versione dantesca è bella e superflua, solo il compito ben svolto, quello che era da dire ľhai detto tu. Complimenti!

TusitalaBl - Voto 8,5
Niente male lo stile e pure l'idea. La prima versione, poi, suonava già abbastanza aulica! La seconda mi è parsa ben fatta e, in generale, non mi sembra di aver trovato errori, quindi complimenti.

LilyAnnF - Voto 6,75
L'esperdiente del manoscritto mi ha convinta poco, soprattutto perché la prima parte si dilunga un po' troppo. Trovo invece molto ben gestita la versione in terzine, più spontanea (una prima versione scritta in funzione della seconda, forse?)

JossMcK & JaneWriter97 - Voto 7,25
La prima versione mi ha divertita e fatto riflettere allo stesso tempo. Ho trovato alcune parti molto interessanti, quasi simili ad alcuni discorsi e scritti filosofici, purtroppo però, non mi ha coinvolto moltissimo.
Nonostante la seconda versione mi abbia lasciata di stucco: la struttura delle terzine e il linguaggio mi hanno riportato subito alla mente Dante Alighieri, non mi ha trasmesso molto, né in senso positivo né negativo.

secretmephoenix - Voto 6,5
L'ho letto qualche volta in più perché indecisa. Mi ha incuriosita, tuttavia non è un lavoro che mi abbia convinto fino in fondo. Troppa retorica Migliore decisamente nella seconda parte.

- CLASSIFICA INTERMEDIA -
(Ai totali devono ancora essere sottratti i giudizi più alto e più basso)

LilyAnnF con 64 punti
VictorDuval con 63,5 punti
pietrolovis con 62,5 punti
amahyP con 61,75 punti
Doubleyes con 60,5 punti
secretmephoenix con 59 punti
TusitalaBl con 56,75 punti
JossMcK & JaneWriter97 con 55,25 punti
Coach_TVLG con 55 punti

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