Contest "Chinese Zodiac Contest 2023"
PREMESSA: Primo contest a cui partecipo. L'ho trovato stimolante (perciò un grazie agli ideatori) e sono soddisfatto del risultato.
Regole: usare obbligatoriamente le parole AMBIZIONE, CARISMA, VENDETTA (o altri derivati attinenti a queste) + parola "bonus" TOPO. Limite 6000 parole. Genere a libera scelta.
Buona lettura!
P.S.: Classifica finale - 2° posto
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A Charlie non erano mai piaciute le persone, ci aveva provato a farsele piacere ma proprio non ci era riuscito. Detestava tutto di loro, dall'atteggiamento al modo di camminare, per non parlare del vizio che quasi tutti avevano di guardare dall'alto in basso, con quell'aria da sufficienza di chi si aspetta che tutto gli sia dovuto.
A detta di Charlie, in quello stramaledetto posto, si era fatto più il culo lui di tutti gli altri messi insieme: l'ambizione non gli era mai mancata ma a differenza loro, lui aveva avuto le palle di metterci corpo e anima in quel lavoro. Gli altri non avevano rischiato nulla, lui ci aveva messo tutto e alla fine era stato l'unico stronzo a rimetterci il posto.
Aveva però fatto solo credere di essersi rassegnato, di aver accettato la sua condizione, levando qualsiasi traccia della sua presenza dal tavolo freddo che per due lunghi anni era stata la sua base, convincendo gli idioti ad essersene andato per davvero. Invece Charlie non se ne era andato. La sua presenza in quel dannato posto c'era ancora, solo che lui era bravo a farsi vedere nei momenti giusti e solo dalle facce giuste.
I ragazzi del livello 6 lo adoravano perché avere la faccia tosta di restare, per continuare a far sentire la propria voce, era prova di coraggio ma non solo.
Quella stramaledetta ostinazione a non desistere, incurante del pericolo sempre incombente, la meticolosità che ci aveva messo per costruire e perseguire il suo obbiettivo erano inconfutabilmente doti che portavano alla ribalta e quando chi è più simile a te è con il culo a terra o a un passo dal suicidio è facile fare presa, anche indossando folle ostinazione mascherata da sfacciato coraggio; è così che il pazzo si trasforma in un venerabile leader carismatico.
Ma cosa c'è di più letale di un capobranco apparentemente innocuo ma silenziosamente capace di muovere le masse?
La vendetta.
Fu proprio la vendetta che Charlie iniziò a covare mentre nascosto dietro una porta socchiusa osservava gli ex colleghi tentare di riprendere il lavoro da lui iniziato, senza però ottenere gli stessi risultati.
"Bello far carriera sulla pelle degli altri, eh?" si trovò a sussurrare mentre li osservava mettersi le mani nei capelli e perdere la pazienza per dover ricominciare tutto da capo.
"Lo avete capito adesso quanto ero indispensabile?" continuò a dirsi mentre digrignava i denti, gli occhi accesi dalla nuova fiamma della rivincita.
Sarebbe potuto entrare spalancando quella porta in qualsiasi momento, farli scattare tutti in piedi sull'attenti. Loro avrebbero cercato di farlo tornare perché solo adesso che se ne era andato avevano capito quanto sarebbe stato essenziale farlo restare.
I ragazzi del livello 6, come anche lui, meritavano di più e a breve Charlie avrebbe trovato il modo di farglielo capire.
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A nessuno mancava Charlie, era uno dei tanti, perfettamente sostituibile da un altro del livello 6. In fondo non aveva mai spiccicato parola con nessuno, forse giusto qualche sbuffo sommesso di lamentela ogni tanto ma niente di rilevante; come Charlie in fondo.
Loro sapevano che di tanto in tanto passava a spiarli da dietro la porta ma nessuno di loro aveva voglia né tempo da perdere per convincerlo a rimanere. Credeva forse di essere indispensabile? L'ambizione è una brutta bestia, tutti loro lo sapevano perché era il motore che li faceva andare avanti e per nutrirla il tempo non è mai abbastanza.
Lo avevano beccato atteggiarsi davanti a quelli del livello 6, correre a salutarli tutti, rilasciando scie di fascinoso carisma naturalmente dovuto al suo rivoluzionario gesto di andarsene.
Prima o poi si sarebbero vendicati per essere stati scaricati a metà progetto e per quel suo comportamento strafottente tenuto alle loro spalle.
In fondo a loro non erano mai piaciuti quelli della specie di Charlie, così ripugnanti alla vista, troppo lontani dal concetto di collega. Per lavorare bene ci vuole equilibro e per avere equilibrio bisogna tenere le distanze da quelli troppo diversi.
"Perché cavolo continui a tornare?" si chiese uno dei lavoratori scorgendo l'ombra di Charlie dietro la porta.
Le cavie erano appena state portate in laboratorio dal livello 6 e adesso che lui faceva capolino là dietro, iniziarono all'unisono a squittire come se venissero torturati. Eppure nessun collega aveva iniziato la sperimentazione ma loro non smettevano di farsi sentire. Che stessero inneggiando al loro leader pronto a vendicarli?
L'uomo abbandonò per un istante il pc e fissò lo sguardo in quello di Charlie: gli occhietti non vacillavano, lì teneva inchiodati in quelli dell'ex collega. Per un istante gli parvero così espressivi da leggervi più di una punta di decisione.
L'uomo si alzò in piedi guardando prima le cavie, ancora preda di quell'inno corale e poi Charlie: cosa diavolo avevano in mente di fare?
Qualche secondo dopo il collega con cui era in turno rientrò dalla pausa caffè passando dalla porta laterale.
"Che diavolo ti succede?" gli chiese stupito di vederlo così pallido, bloccato a mezza via tra la porta e il tavolo da lavoro.
"Charlie..." disse serio "Credo sia in combutta con gli altri"
Il secondo uomo, con la tazza fumante ancora in mano, voltò la testa a destra verso le cavie e poi alla porta dove Charlie non aveva perso posizione.
"Sei serio?"
I due uomini si fissarono il tempo di un battito di ciglia e all'unisono si abbandonarono poi ad una sonora risata.
"Arriverà il giorno in cui i topi rivoluzioneranno il mondo..." pensò Charlie guardando i due dal basso verso l'altro. Erano così scioccamente convinti della propria superiorità da prendersi gioco di lui, così inoffensivo e incapace di arrecare danno? Questo era uno dei gravi problemi della gente, sottovalutare fidandosi delle apparenze, scambiando le stesse per solide realtà.
Fino a quando gli idioti non si fossero sforzati di vedere oltre la punta del loro naso, abbassando ogni tanto lo sguardo, troppe cose sarebbero loro sfuggite, cose importanti, come il controllo, magari all'inizio solo di una cavia ma poi domani? Chissà, il mondo è bello perché vario, no?
Perché preoccuparsi in quel momento, però? Meglio riderci su e ritornare al tran tran del quotidiano.
In fondo Charlie era solo un topo.
Forse.
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