Radici

Draco davanti a me stava armeggiando con il calderone. Arricciai il naso. Cosa stava combinando? E che cosa aveva intenzione di fare? Mi avvicinai, con passo incerto. Lui stava borbottando qualcosa, i denti stretti. Non sembrava avermi sentita arrivare. Forse però era meglio così, Mi piaceva prenderlo di sorpresa. Mi piaceva vedere il suo viso contrarsi... mi piaceva ogni cosa di lui.

Fu in quel momento che si voltò, rovinando la magia che lo avvolgeva. Mi guardò aggrottando appena la bella fronte.

-Granger, che ci fai qua?-

-Dovevo... prendere questo- afferrai la prima pozione che vidi. Un disperato tentativo di distogliere l'attenzione.

-Bene, Granger... ora te ne puoi andare-

-Me ne vado volentieri e... cosa stai facendo?-

Draco aveva preso qualcosa che pareva brillare tra le sue dita bianche. Sentii lo stomaco stringersi in una morsa. -Una radice- borbottò lui, senza degnarmi neppure di uno sguardo... poi si limitò a gettare la radice nel pentolone. Il suono sordo cominciò subito. Sentii la pelle formicolare. Cosa stava succedendo? Il liquido verdastro nel calderone cominciò a creare bolle enormi. Mi sembrava di essere finita in un vecchio film di streghe. Indietreggiai, cercando di ragionare in fretta.

-Dobbiamo uscire di qua- mormorai, ma già il fumo si stava levando dal liquido e invadeva tutto. Lanciai un gemito... e scintille argentate mi esplosero davanti.

-Granger- la voce di Draco, vibrante di panico.

Aprii la bocca per rispondergli, ma non ci riuscii. Era come se non riuscissi più a parlare. Una sensazione che mi metteva i brividi. Allungai un braccio. Le mie dita artigliavano l'aria, nell'assurda speranza di poterlo toccare. E poi mi sentii avvolgere da due braccia forti.

-Granger- la sua voce contro il mio orecchio. Spigolosa e confortevole. Mi sentii quasi mancare, tanto era il sollievo... e poi tutto esplose in un turbinio di suoni e profumi. Quando mi svegliai ero sdraiata per terra. L'erba mi accarezzava il viso. Mi sfuggì un sussurro di protesta. Qualcosa pesava su di me, non permettendomi di respirare... Draco, compresi dopo un istante. Cercai di spostarlo... ma era molto pesante.

-Malfoy- lo chiamai, ma la mia voce risultò tremante e incerta. Non volevo sembrare una ragazzina bisognosa di aiuto! Lui si mosse appena e grugnì. Lo chiamai ancora, sforzandomi perché la mia voce risultasse più decisa, meno incerta. Questa volta ci riuscii.

Sentii Draco muoversi.

-Cosa succede?- chiese con un filo di voce.

-Colpa della tua pozione- gemetti. Avevo la gola secca, che ardeva dolorosamente. Cercai di deglutire, ma non fece altro che peggiorare la situazione. Inspirai, l'aria che mi bruciava le narici.

-Chissà perché quando succede qualcosa è... - s'interruppe, colto da un forte colpo di tosse. Lo sentii tremare contro di me e il mio cuore si strinse.

-Stavi dicendo?- lo provocai ancora, la rabbia che mi raschiava la gola con i suoi artigli.

-Non dovevo aggiungere le radici- si tirò su e si guardò intorno, ciuffi di capelli biondi che gli ricadevano davanti al viso. -Ma dove siamo?- sbatté le palpebre, le ciglia che riflettevano ombre scure sulla sua pelle chiara.

Mi guardai intorno... e vidi la nostra scuola... però c'era qualcosa di strano, sembrava diversa. E poi li notai. Piccoli dettagli che volevano dire tutto a un occhio attento. -Siamo nel passato- mormorai.

-Cosa?- chiese lui, confuso.

-Non lo so... non so come sia successo, ma sono sicura che è così- e i miei occhi si erano agganciati a due ragazzi che stavano camminando a qualche metro da noi.

-Quello è identico a Potter- gemette Draco, seguendo il mio sguardo.

-Quello è suo padre James- mormorai e lo afferrai per il braccio. Lo trascinai con me dietro un cespuglio.

-Granger, se volevi farlo, avresti potuto dirmelo-

-Zitto, non ci devono sentire- e gli diedi un colpo sul braccio. Stranamente Draco ubbidì. Forse aveva capito quanto delicata fosse la situazione.

James stava parlando con qualcuno. Sirius, compresi. Cos'avevano da parlare fitti fitti? Guai, pensai tra me e me. Con loro erano quasi sempre guai. Li lasciammo passare. Non potevamo fare altro, anche se il mio cuore batteva come impazzito.

-Ci mancava che Potter fosse presente anche qua!-

Sbuffai. Sempre la solita storia. -Dobbiamo entrare nella scuola e rifare la pozione- decisi.

-Sei impazzita? Ci scopriranno e... -

-E cosa?- gli domandai. Tremavo. -Cosa vuoi che ci facciano? -Peggio di così non può andare-

Non replicò.

-Aspettiamo stasera- continuai, il cuore stretto in gola -entriamo quando tutti dormono... e speriamo di non essere scoperti-

Draco aprì la bocca e potei vedere la sua lingua rosea, sospirò e annuì. -Va bene- sussurrò -faremo come dici-

Soppressi la risatina di vittoria. -Riusciremo a fare tutto senza problemi-

-Lo spero- borbottò lui, incrociando le braccia.

Il tempo trascorse lento. Dolorosamente lento. La presenza di Draco al mio fianco mi confondeva. Era calda, dolce, invitante. Mi confondeva come se avessi avuto la febbre. Non parlammo quasi.

Quando finalmente calò il buio ci dirigemmo verso la scuola. Fianco a fianco. Due amici. Forse qualcosa di più. No, nulla del genere. Io e Draco non eravamo amici, non li saremmo mai stati, tra noi due c'era... qualcosa che non potevo spiegare.

Fummo fortunati. Non incontrammo nessuno e riuscimmo a entrare nella scuola. Percorremmo i corridoi diretti al laboratorio di pozioni e...

Qualcuno parlava. Voci che si scontravano. Mi fermai e artigliai il braccio di Draco. Un modo per fermare eventuali sue iniziative. Un modo anche per avere un contatto con lui. Avevo bisogno del suo contatto. Era una cosa sciocca, ma necessaria. Un po' come respirare. Senza queste cose... si è vuoti.

-Credi che troveremo qualcuno?- diceva una voce femminile.

-Assolutamente nessuno, sarà solo per noi due- rispondeva un ragazzo.

Percepii un formicolio dietro la nuca e provai un senso di turbamento. Perché la voce del ragazzo assomigliava moltissimo a quella di un mio carissimo amico.

-Potter- borbottò Draco, dando voce a un mio pensiero.

James Potter, avrei voluto correggerlo. Non ci riuscii, un senso di tristezza mi stringeva forte la gola. Mi faceva perfino male tanto forte la stringeva.

-Quasi vorrei dargli un pugno, per tutte le volte che... - tappai la bocca di Draco prima che potesse aggiungere altro. Fu troppo tardi.

-C'è qualcuno- sentii dire a Lily, perché ormai ero certa che la ragazza fosse lei.

I miei muscoli s'irrigidirono. Notai che Draco fece lo stesso. A quanto pare si era reso conto di quanto quella situazione fosse strana e problematica. Ottimo. Meglio tardi che mai... forse però era decisamente troppo tardi.

-Aspetta qua- la voce di James, tanto simile a quella di Harry da farmi male. Un malessere fisico. Puntini neri mi esplosero davanti. Fastidiosi e vibranti. Un senso di nausea mi assalì. Passi. James si stava avvicinando. Dovevo solo sperare che non si rendesse conto che... ma chi prendevo in giro? Eravamo visibilissimi. Deglutii e mantenne la calma. Dovevo stare...

-Chi siete?-

Sentii la bacchetta premere contro la mia schiena. Mi costrinsi a mantenere la calma. Fu un'impresa.

-Noi... -

-Studenti stranieri- la voce di Draco risultò calma e convincente. Come poteva mentire in quel modo? Neppure un indugio. Come se fosse nato per quello. E forse era davvero un bugiardo nato. Mi persi le altre bugie che uscirono, sciolte dalle sue labbra carnose... quanto l'odiavo in quel momento! E non potevo farci nulla.

-Studenti stranieri?- chiese James, sospettoso.

-Abbiamo sbagliato un incantesimo e ci siamo trovati qua-

-E da dove verreste, sentiamo- era scettico, decisamente scettico.

Un brivido lungo la schiena. Un brivido quasi doloroso.

-Bulgaria- rispose Draco, rapidamente. Forse troppo.

-Ah, davvero?- alzò la bacchetta e la punta brillò.

-Aspetta- gemetti -sei James Potter, giusto?-

Ora avevo tutta la sua attenzione su di me. Speravo solo di riuscire a sfruttarla al meglio. Speravo solo di non tremare troppo. E speravo che non arrivasse un'altra persona. Sarebbe stato terribile.

-Come fai a sapere il mio nome?- indagò, lo sguardo vivido e brillante. Mi stava studiando. E io mi sentivo a disagio. Molto a disagio.

-Io conosco tuo figlio- lo dissi così, senza pensare alle conseguenze. Ottenni lo sguardo di disapprovazione di Draco, che trasmetteva il muto messaggio. Cosa stai combinando? Non parlai. Dovevo prendere tempo, dovevo pensare, dovevo...

-Si chiama Harry- intervenne Draco.

Gli lanciai un'occhiata.

-È un Grifondoro, come te-

Lo sguardo di James brillò. Un'ombra dietro di lui. Una ragazza con due bellissimi occhi verdi. Lily. Aveva gli stessi occhi di Harry. Si vedeva che era sua madre.

-Tuo figlio?- domandò e guardò me, indagatoria.

-Vostro... -

Pestai il piede a Draco. Avevamo già detto troppo.

-Nostro figlio?- chiese Lily, un leggero sorriso a piegarle le labbra.

-Non crederai a questi due!- esclamò James.

-Questi due?- urlò Draco. Sciocco impulsivo! -Ma chi ti credi di essere?-

Gli diedi una gomitata.

-Ahi!-

-La tua amica ha più cervello di te- replicò James, ridacchiando.

Mi sfuggì un sorriso soddisfatto.

-Questo è tutto da vedere- replicò Draco, visibilmente furioso. La sua pelle era rossa per la rabbia. Il mio cuore sobbalzò. Era adorabile in fondo. Scacciai questo pensiero. Non era il caso di pensare che Draco fosse adorabile... anche perché non era vero. O forse... no, non era assolutamente vero.

-Come siete arrivati qua?- chiese Lily.

Io le raccontai tutta la storia. Non potevo fare altro. Naturalmente evitai tantissime informazioni. Il cuore mi batteva forte e la mia lingua si muoveva rapidissima. Era come ripetere una lezione che avevo imparato a memoria. Al mio fianco Draco mi lanciava occhiate cariche di significato... che ignorai. Non era il momento. Quando terminai gli occhi di James e Lily, sgranati dalla sorpresa, erano puntati su di me. Mi fecero sentire leggermente a disagio per essere onesta.

-Quindi dovete tornare al futuro- disse infine James, accarezzandosi il mento, ma continuando a tenere, con la mano destra, la bacchetta ben stretta.

-Al presente- lo corresse Draco, felice di correggerlo.

-Credo di potervi aiutare... venite-

L'aula di pozioni non era diversa da quella in cui eravamo abituati a stare. Sembrava quasi di essere nello stesso luogo. Forse era così. Mi passai una mano tra i capelli, la stanchezza che mi assaliva.

-Le radici devono essere queste- disse Lily, superandomi. La osservai con curiosità. Era strano pensare che... no, non potevo dirle nulla. Era doloroso questo pensiero. Dover mantenere un segreto così grande.

-Non gli dovremmo... - sussurrò Draco, interrompendosi.

Io gli lanciai un'occhiata, sorpresa da quelle parole. Dove voleva arrivare? E soprattutto... possibile che ci fosse un lato di Draco che non conoscevo?

-Non possiamo cambiare nulla- mormorai -altrimenti ci saranno delle conseguenze nel nostro presente-

-Non possiamo parlare?- sembrava infastidito.

-Cosa volevi fare?- gemetti. Possibile che non capisse? Il tempo era qualcosa di molto complicato.

-Una curiosità- intervenne James, guardando prima me, poi Draco -voi due... state insieme?-

-No!- rispondemmo entrambi, nello stesso momento.

-Interessante- rispose James e, per un istante, la sua espressione, mi ricordò Harry -non sembrano noi due, Lily?-

-Noi due eravamo peggio- rispose lei, ridacchiando -ti ricordi come litigavamo?-

-Noi due?- si finse sorpreso.

Lily gli si avvicinò e gli diedi un leggero colpo sul braccio. -Ah, l'hai dimenticato?-

-Io so solo che sapevo che ti avrei conquistata-

Lei rise. -Dici?-

-Sì... e io sono piuttosto determinato... scommetto che sarà bello veder crescere nostro figlio-

Ghiaccio nello stomaco. Loro non l'avrebbero mai visto crescere. Sentii il peso della mano di Draco sul mio braccio. Le sue dita premettero dolcemente. Voleva forse confortarmi. Mi costrinsi a non voltarmi verso di lui. Loro non dovevano capire. A nessun costo. E poi notai lo sguardo di Lily. Premeva su di me con forza. Aveva capito? No, speravo proprio di no.

-Le radici dovrebbero essere queste- disse, mostrandole sul palmo aperto della mano.

Annuii, anche se pensavo ad altro. Alla vita felice che Harry avrebbe potuto avere. A quanto fosse triste ciò che era successo ai suoi genitori.

Le cose sarebbero potute cambiare. Mi fermai a guardare James e Lily. Parevano felici. Molto felici. Il pensiero che la loro felicità sarebbe stata fatta a pezzi mi disturbava.

-Andiamo, Granger- la voce di Draco. Rigida come solo lui sapeva essere. E poi aggiunse qualcosa. -Non possiamo farci nulla... anche se lo volessimo... dobbiamo tacere- mi appoggiò una mano sulla spalla. Un gesto dolce. Non da lui insomma.

Annuii debolmente. Certe cose andavano fatte. E mentre l'ambiente intorno a noi sfumava io dovetti lottare contro le lacrime. Perché il passato non si poteva cambiare... ma il futuro sì.




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