È nel libro nero

-Devo andare in biblioteca- mormorai, appoggiata al tavolo che faceva bella mostra nella cucina di Draco.

-Chissà perché la cosa non mi stupisce, Granger, tu adori le biblioteche- replicò Draco, un sorrisetto divertito sulle labbra. Se ne stava seduto sul bancone della cucina, le gambe a penzoloni.

Gli lanciai un'occhiataccia che provocò solo una sua risatina. Possibile che ogni cosa lo divertisse? Inspirai a fondo. Faccia a faccia. I suoi occhi mi fissavano, quasi premevano su di me.

-E cosa dovresti andare a vedere in biblioteca, sentiamo- continuò, non distogliendo lo sguardo neppure per un attimo. Come se fossi la cosa più importante del mondo per lui. Forse la ero davvero. Oppure mi stavo illudendo. Quest'ultima cosa era più probabile. Con Draco era complicato... sentivo il terreno scivolare sotto di me.

-Devo fare una ricerca- mormorai.

-Va bene- rispose, con un leggero sospiro. Balzò giù e mi sorrise. Un sorriso pericoloso... da predatore. -Andiamo, Granger, sono proprio curioso di vedere cosa combinerai-

La biblioteca era vuota. Inspirai a fondo il profumo di pagine e sogni. Era inebriante. Draco mi superò, il passo rapido, la schiena dritta.

-Deve esserci un passaggio per la parte dedicata alla magia- parlare mi aiutava a mantenere la calma.

-Sì?- domandò Draco. Non mi guardava nemmeno. Il suo sguardo accarezzava gli scaffali pieni di libri.

-Tu non aiutarmi mai- borbottai, tastando la parete.

-Perché dovrei? Non te la cavi già abbastanza bene da sola?-

-Sei... - la parete si aprì con un forte scricchiolio sotto il mio tocco. La guardai spostarsi.

-Vedi? Avevo ragione- e, tranquillamente, entrò.

Lo seguii, sbuffando, i pugni serrati. Come mi sentivo sciocca!

Draco prese in mano un libro dalla copertina nera. M'irrigidii. Non mi piaceva quel volume, era come se... -Non toccarlo- dissi, il cuore schizzato in gola.

-Perché non dovrei?- lo stava già sfogliando, lo sguardo che accarezzava le pagine ingiallite. -Ci sono tantissimi incantesimi interessanti... come questo che potrei usare su Weasley... "Come trasformare qualcuno in un rospo"... che ne pensi, Granger? Sarebbe un insulto verso i rospi?- domandò, ridacchiando.

-Piantala- ma provavo uno strano senso di panico. Non mi piaceva quello che stava succedendo. Non mi piaceva per niente. -Lascia quel libro... ti prego-

Draco mi guardò in modo strano. Improvvisamente l'attenzione era tutta su di me. -Cosa vuoi dire, Granger?-

E smettila di chiamarmi Granger, pensai. Perché doveva essere così fastidioso?

-Per esempio questa formula è interessante- e Draco si mise a leggerla per il puro gusto d'infastidirmi. Erano parole che non conoscevo. La cosa mi turbò. E poi lo sentii. Il potere che veniva mosso, che invadeva tutto, che ogni cosa riduceva in pezzi. Una corrente elettrica lungo la schiena.

-Fermati- gemetti, lanciandomi in avanti per strappargli il libro di mano. Lo presi e provai a toglierglielo... ma a quel punto un boato fece tremare ogni cosa. Draco aveva finito di leggerlo. Stupido! Come poteva essere così stupido! E la cosa peggiore era che io... scacciai il pensiero. Io nulla, non provavo assolutamente nulla per quello sciocco.

-Forse a qualcuno non è piaciuto- borbottò Draco, affrettandosi a posare il libro -che ne dici di andare a mangiare qualcosa? Mi è venuta fame-

-Sei il solito... -

-Essere incantevole, Granger? Vuoi dire questo-

-Ti odio!- gemetti, la frustrazione che mi faceva tremare. Per fortuna sembrava che non fosse successo nulla. La cosa non mi rassicurò comunque.

-Non è vero e lo sai- mi superò per poi fermarsi a qualche passo da me -Allora? Vieni? O devo trovare un'altra fanciulla?-

-Sì, ma lo decido io il posto- gli risposi. Me l'avrebbe pagata.


Il fastfood era affollato, l'aria era satura dell'odore di fritto... e Draco era decisamente a disagio. La cosa mi rendeva felice. L'obiettivo era quello. Scalfire la sua sicurezza. Fargli vedere che anch'io potevo metterlo a disagio.

-Tutto bene?- lo punzecchiai.

-Più che bene, Granger... anche se questo è proprio un posto da babbani- arricciò il naso.

Io mi morsi le labbra per non ridere.

-Cosa c'è?- chiese lui, guardandomi con occhi gelidi.

-Sei buffo- gli dissi.

Draco mi lanciò uno dei suoi sguardi furiosi, poi mi superò.

Prendemmo posto a un tavolo laterale, l'ultimo libero. Avevo scelto io dal menù per entrambi. Hamburger, patatine, bustine di ketchup. Draco guardava tutto con un certo sospetto. Io cercavo di mantenere un'espressione neutra, ma non perdevo nessuna sua espressione.

-Dovrei mangiare una di queste cose?- domandò, lo sguardo tetro, la fronte aggrottata.

-Scegli tu... puoi anche non mangiare-

Lui sbuffò, indugiò, prese una patatina. Io l'osservai cercando di non guardarlo direttamente. Non volevo che leggesse qualcosa nel mio sguardo. Se la portò alle labbra, labbra carnose da baciare, e la morse appena. Un'ombra passò nel suo sguardo. Cosa fosse non lo sapevo, ma...

Un rumore... vetri rotti, urla, terrore. Draco s'irrigidì e alzò la testa. Io sentii il mio corpo diventare di ghiaccio... cosa...

La risposta arrivò quasi subito. Figure deformi si muovevano poco lontano da noi. Sgranai gli occhi, l'orrore che mi deformava il volto.

-Cosa sono?- gemette Draco.

Sentii la gola ardere. Non credevo di essere più capace di parlare... infine ci riuscii. -Zombie- mormorai, tremula.

-Zombie?- mi fece eco Draco -Questo è un incubo- si portò le mani al viso.

-È nel libro nero!- esclamai, comprendendo -La formula che hai letto- ragionai rapidamente -deve averli svegliati-

Grida, gente che correva, che si nascondeva. Gli esseri camminavano, lembi di pelle che cadevano al suolo. Inspirai a fondo, per trattenere un conato.

-E ora cosa si fa?-

-Prendiamo il libro, deve esserci un altro incantesimo che annulli questo-

-E come ci arriviamo alla biblioteca?- domandò, la voce incrinata.

Dovevo pensare. Uno di quegli esseri barcollò verso di noi. Sentii l'impulso di urlare esplodermi in gola. Lo zombie aveva gli abiti stracciati, la pelle che si staccava e pareva uscito da un qualche film horror. Mi fissò con due occhi vitrei, uno dei quali stava uscendo dell'orbita. Barcollò verso di me. Io rimasi ferma, diventata pietra. Non sapevo cosa fare, non sapevo...

Lo zombie fu sbalzato indietro e cadde per terra con un cupo lamento.

-Ringrazia la mia prontezza, Granger- borbottò Draco, la bacchetta stretta in mano.

-Lo hai schiantato?-

-No, l'ho invitato a cena... Granger, sbrigati-

Non me lo feci ripetere. Balzai in piedi, facendo cadere a terra la sedia. -Non dovremmo usare la magia, ci sono dei babbani e... -

-Lo facciamo anche per loro-

Ci facemmo strada così. Fianco a fianco. Due guerrieri. Quando entrammo in biblioteca... era piena di zombie.

-Il libro, tu pensa al libro- mi urlò Draco, lanciando incantesimi.

Non volevo lasciarlo nei guai, ma... oh, dovevo farlo. Mi voltai, cercando d'ignorare l'odiosa sensazione di lasciarlo in pericolo. Corsi. Il libro era dove Draco lo aveva lasciato. Abbandonato. Un corpo esanime. Lo presi, le mani tremanti, un nodo in gola. Mi sentivo quasi mancare. Le mie dita, fredde e rigide, sfogliarono quelle pagine. Dov'era l'incantesimo?

Rumori. Qualcuno grattò contro la porta. Stavano per buttarla giù? Mi sforzai di concentrarmi solo sulla pagina che avevo davanti.

L'incantesimo mi apparve davanti. Lo percorsi con lo sguardo e... nulla. Non c'era nulla. L'ansia mi soffocò. Come potevo invertirlo? Pensare, dovevo pensare... e vidi una piccola scritta in fondo alla pagina. Un appunto a mano. Il contrincantesimo! Lo lessi con la gola pulsante d'ansia. E... finalmente i colpi smisero.

Uscii, traballante. Polvere. C'era moltissima polvere a terra. Gli zombie erano diventati polvere. Mi sentii meglio, più leggera, più felice, più... Draco! Dov'era finito? Feci un giro su me stessa, sperando in una sua frase caustica. Qualsiasi cosa. Volevo sentirlo chiamarmi Granger. Nulla. La sua voce...

Un groppo in gola. Mi misi a cercarlo con lo sguardo, con la voce, con i passi. Non poteva essere lontano, non poteva...

Lo vidi all'improvviso. Era riverso a terra, pallido, gli occhi chiusi. Lanciai un grido e m'inginocchiai al suo fianco.

-Draco, ti prego, Draco- lo afferrai e lo scossi.

-Hermione- appena un filo di voce.

-Come stai? Sei ferito?- e cercai danni invisibili sul suo corpo.

-Io... sento la vita svanire- mormorò.

Gli accarezzai il viso, le dita tremanti.

-Hermione, tu... mi ami?-

Quelle parole mi scossero. Sentii gli occhi che si riempivano di lacrime.

-Prima di morire, voglio sapere se mi ami-

Il mio cuore cominciò a battere furiosamente. -Non morirai-

-Sì... mi ami?-

E il mio cuore esplose. Sentii le mie parole uscire. Fluide, liquide, inquiete. Gli dissi che lo amavo, che non potevo vivere senza di lui, che era una parte di me. E alla fine quasi mi sentivo mancare. Lo avvolsi nel mio abbraccio e la strinsi a me.

-Era proprio quello che volevo sentire, Granger- dichiarò, il tono stranamente euforico.

-Cosa... -

Lui si tirò su di colpo. I suoi occhi grigi si spalancarono e potei vedere il divertimento brillare.

-Mi hai ingannata!- lo colpii sul braccio.

-Ahi!- si lamentò.

-Perché?- gemetti.

-Avevi bisogno di una leggera spinta-

-Ti odio!-

-Bugiarda-

Mi sentivo tremendamente sollevata. E anche furiosa, decisamente furiosa. Molto furiosa.

-L'hai detto, tu mi ami- e sembrò quasi timido mentre lo diceva.

Mi bloccai, il cuore che batteva forte. -Mi hai fatto prendere un bello spavento- ammisi.

E lui, senza aggiungere nemmeno una parola, mi circondò le spalle con un braccio e mi trasse a sé.

-Draco- mormorai, appena un sospiro. E le sue labbra cercarono le mie. Le trovarono spinte in avanti, pronte per un bacio. Ci baciammo, due dispersi che infine hanno trovato la strada di casa... e tanto bastò perché perfino una giornata spaventosa sembrasse perfetta.

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