A testa alta
Bruno
"Dobbiamo andare a parlare con Tommaso, Giada..."
"La prenderà malissimo!", mi disse con gli occhi gonfi.
"Deve sapere..."
"E se non fosse vero? Non posso credere che mio padre mi abbia, anzi ci abbia, nascosto tutto questo! Perché nascondere un figlio? Io devo parlare con lui!"
La afferrai per un braccio, prima che scappasse, e la feci sedere di nuovo sul divano. La convinsi che parlare con Tommaso era la priorità e ci dirigemmo a casa sua. Lo trovammo in cucina che stuzzicava un sandwich e buttava giù una pastiglia per il mal di testa. Quando guardò sua sorella si rabbuiò.
"Che succede?", ci chiese.
"Tom, devo dirti una cosa...", disse Giada tirando su con il naso.
Le presi la mano per darle coraggio.
"Ho scoperto perché Russo ce l'ha tanto con te...o forse dovrei dire con la nostra famiglia!".
Mi guardò cercando conforto, e io le baciai la mano che ancora tenevo stretta alla mia. Quello che mi spaventava però era l'espressione di Tommaso: non riuscii a capire il suo stato d'animo.
"Nostro padre aveva una relazione con la madre di Russo, Tom...prima di conoscere la mamma". Giada si bloccò, aspettando una minima reazione da parte di suo fratello, che non accennò ad arrivare.
"Tom, Gabriele Russo è...", disse facendo una pausa per prendere fiato. "...nostro fratello!".
"Ti sei bevuta il cervello? Che stai blaterando?", quasi urlò Tommaso.
Io e Bruno gli raccontammo tutto quello che avevamo scoperto: lui seguendo il satellitare della macchina di Caterina, che lo aveva portato a vederla scendere dalla macchina di Russo e poi della conversazione con il padre in concessionaria; e io del confronto con Filippo, vecchio amico di nostro padre. Tommaso non parlò per alcuni minuti. Si sedette sul divano, assorto nei suoi pensieri.
Tommaso
Se avessi bevuto anche quella mattina avrei potuto immaginare che il problema fosse la mente offuscata dai fumi dell'alcool. Ma non avevo toccato nulla di alcolico, quindi quello che mi avevano appena raccontato Bruno e Giada non era un sogno.
"Tommaso, non è tutto...", mi disse Giada venendosi a sedere accanto a me. "Domani uscirà un'intervista su di te, e dagli ultimi eventi immagino che gli artefici siano Caterina e Gabriele".
Continuavo a non avere nulla di dire. La mia vita stava cadendo a pezzi. E l'unica certezza che avevo era Emma, che però si trovava a chilometri di distanza e non avevo più sentito. Mi alzai, presi la giacca e le chiavi della macchina. Emma e Bruno mi seguirono, chiamandomi e chiedendomi cosa avessi intenzione di fare. Senza rispondergli mi infilai in macchina, e loro fecero altrettanto. Guidai fino a casa di mio padre, bussai freneticamente alla porta finché Matilde non venne ad aprire. Giada e Bruno cercavano di dirmi di stare calmo, mentre io entrai prepotentemente in casa e mi diressi verso il salotto. Mio padre non era seduto a leggere, come suo solito, ma in piedi e guardava fuori dalla finestra. Me ne stetti ancora in silenzio, con i pugni chiusi lungo i fianchi e la rabbia che mi faceva respirare a fatica. Giada mi prese un braccio, ma mi liberai dalla sua presa e raggiunsi mio padre. La sentii piangere.
"Vi aspettavo...", prese a parlare mio padre, guardando prima me e poi mia sorella alle mie spalle. "Mi ha chiamato Filippo, per chiedermi scusa per non essere riuscito a mentire davanti al tuo viso sconvolto...", disse a mia sorella.
"Dimmi che non è vero, papà, ti prego!", disse Giada con voce rotta dal pianto. "Ci siamo sempre detto tutto io e te, non posso credere che tu ci abbia tenuto nascosto questa cosa per anni!".
Nostro padre non rispose. Guardò mia sorella con faccia dispiaciuta e poi guardò me.
"Chiedimelo...", mi disse.
"La mamma lo sapeva?"
"L'ha scoperto due anni prima di morire...la madre di Gabriele, Emanuela, l'ha contattata e si sono incontrate."
"Non hai avuto le palle di confessarlo neanche a lei!", gli dissi con tono rabbioso, abbassando la testa.
"Perché non l'ha contattata prima? Perché aspettare tanti anni?", chiese Giada.
"Ho pagato gli alimenti a Gabriele fino al compimento del diciottesimo anno di età. Emanuela mi ha ricattato chiedendomi di continuare a pagargli anche gli studi universitari, come avrei fatto anche con voi. Avevo scoperto che con tutti i soldi che gli avevo dato erano riusciti ad aprirsi un concessionario, e quindi non cedetti all'ulteriore richiesta di soldi. Emanuela non la prese bene e decise di parlare con Vittoria, vostra madre".
"La mamma si è ammalata di cuore per questa storia?", chiese ancora Giada, mentre io ascoltavo guardando fisso a terra.
"Si, e io non sono riuscito a salvarla...", rispose mio padre con voce inclinata dal pianto.
Bruno e Matilde erano rimasti sulla soglia della stanza, ascoltando ammutoliti. Alzai la testa per accorgermi che mio padre si era spostato ed aveva preso in mano una busta e una chiavetta. Si avvicinò a Giada e gliele consegnò.
"cos...è, cosa sono?"
"Nell'usb troverai un video in cui racconto tutta la storia, trasmettilo e chiarisci una volta per tutte il legame tra me e Russo. Nella busta invece c'è il mio testamento, vi servirà quando non ci sarò più".
"Che stai dicendo, papà?, chiese Giada sempre più perplessa.
"Ho deciso di fare un viaggio, non so quanto durerà...o quando finirà! Voi siete grandi ormai, avete le vostre vite e avete scelto dei buoni compagni. Sono sicuro che vi rialzerete da questi ultimi eventi, e lo farete più forti di prima. Io ho sbagliato, e gli errori prima o poi si pagano. È arrivato il momento per me di pagare".
"Per te pagare vuol dire scappare, papà?", gli chiesi con tono di voce piuttosto alto.
"Non ho la forza di affrontare le conseguenze delle mie dichiarazioni ,Tommaso".
"E quindi lasci a noi il lavoro sporco, lasci noi nella merda, papà?!"
"Io non sono forte come voi, ragazzi miei...e sono troppo codardo per vedere la mia immagine sporcata da un segreto custodito per anni. L'unica cosa che voglio dirvi è che io l'ho fatto solo per proteggere voi e vostra madre. Volevo che la nostra famiglia fosse perfetta e priva di problemi...non pensando che siamo umani, e in quanto tali sbagliamo!".
Una macchina nera, con i vetri oscurati entrò nel vialetto e parcheggiò davanti la finestra del salotto.
"È il momento... dobbiamo salutarci...", disse, chiedendo a Matilde, in lacrime, di portargli la giacca e la valigia.
"Non ci vedremo più papà?", chiese Giada commossa.
"Vi prometto che tra qualche tempo, quando le acque si saranno calmate, vi scriverò".
Giada lo abbracciò, anche se notai un po' di freddezza in lei. io ero rimasto fermo dov'ero, fu lui ad avvicinarsi a me, mi guardò solamente e si avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi: "Tu sei la versione migliore di me! Prenditi cura di Emma e di mio nipote!". Poi uscì dalla stanza. Lo vedemmo, attraverso la finestra, avvicinarsi all'auto, farci un ultimo saluto con la mano e scomparire all'interno dell'abitacolo. Giada aveva continuato a piangere, mentre io continuavo a chiedermi come avesse scoperto della gravidanza di Emma e se lo odiassi più di quanto lo avessi mai amato. Giada mi prese la mano e intrecciammo le nostre dita. Adesso eravamo soli, e il peggio doveva ancora arrivare.
Giada
Lavorai tutta la notte per riuscire a montare un servizio decente da mandare in onda il pomeriggio successivo, durante la mia rubrica. Piansi mentre le immagini di mio padre che parlava, guardando fisso nella telecamera, mi scorrevano davanti. Avrei ricordato così mio padre? Mentre fuggiva dai suoi errori, lasciando me e Tommaso, i suoi figli, a raccogliere gli insulti e rimproveri che di certo l'opinione pubblica non ci avrebbe risparmiato? Forse fu quel pensiero a farmi reagire, a farmi capire che era il momento di asciugarmi le lacrime e mostrarmi fiera della donna che ero diventata e del fratello che avevo. Avrei chiamato in causa mia madre, che si era tenuta la storia per sé, senza mai farci capire nulla né a me, né tantomeno a Tommaso, continuando a non darci modo di cambiare opinione su nostro padre. Me ne tornai a casa all'alba, stanca morta, mi gettai a letto e dormii fino all'ora di pranzo. Matilde mi preparò qualcosa ma mangiare, che stuzzicai anche se non avevo appetito, tanto per farla contenta e per cercare di dare un po' di energia al mio corpo. Tornai in agenzia, mi sottoposi a un'ora di trucco e parrucco, per coprire la brutta cera che avevo e rendermi presentabile per la registrazione. Decisi infatti che quel giorno sarei andata in onda in diretta. Un mio collaboratore mi mise sotto il naso la stessa rivista scandalistica su cui , poco più di un mese prima, avevo letto l'articolo in cui Russo parlava di Tommaso e di Emma. In tutto quel trambusto dimenticai della soffiata ricevuta il giorno prima dal mio direttore, secondo cui sarebbe uscito un articolo che avrebbe messo in cattiva luce mio fratello. La inizia a sfogliare con il cuore in gola, fermandomi quando lessi il nome di Caterina. Il titolo recitava così : La mia verità su Tommaso De Curtis.
"Giada, tra 10 minuti andiamo in onda!", mi disse un operatore.
Gli alzai il pollice, e poi chiesi a tutti di uscire dal mio camerino e di lasciarmi qualche minuto da sola. Avevo bisogno di liberare la mente e di leggere attentamente quell'intervista.
«Russo non sarà contento di leggere queste mie parole. L'intervista che avreste dovuto leggere oggi verteva su una serie di domande "scomode" che mi erano state rivolte al fine di macchiare l'immagine del famoso editore, nonché mio ex capo e compagno. E per quanto il mio risentimento per la fine del nostro rapporto avrebbe potuto spingermi ad inventarmi qualche strano atteggiamento avuto da Tommaso nei miei confronti, ho poi capito che la mia coscienza non avrebbe retto, e con quella avrei dovuto fare i conti tutta la vita. Quindi Gabriele (Russo, nrd), mi dispiace di averti tradito, ma avevo delle conoscenze che mi dovevano un favore, e quindi hanno accettato di cestinare la tua intervista a favore della mia. Tommaso non mi ha mai illusa che tra di noi potesse esserci una relazione stabile. Mi ero illusa da sola, perché con il passare dei mesi mi sono innamorata di lui. Per quanto all'inizio abbia voluto fare la forte, fare la parte della donna tutta d'un pezzo e accettare di vederci ogni tanto, senza mai dormire insieme, senza mai conoscere la sua famiglia e lui la mia, ci sono cascata con tutte le scarpe. Tommaso è un uomo profondo, intelligente, carismatico, e restare immuni al suo fascino è difficile. Non parlerò del suo rapporto con Emma Lisi, a cui dichiaro pubblicamente di non imputare nessuna colpa riguardo la fine della mia relazione con Tommaso. La relazione tra di noi sarebbe comunque giunta al termine, magari sarebbe durata ancora qualche mese, ma di certo non ci saremmo mai sposati. Io non ero la donna della vita di Tommaso, come di sicuro lui non era l'uomo della mia. Provo rancore nei suoi confronti? Sì, ma so che con il tempo passerà. Spero di trovare qualcuno con cui riuscire a ripartire, non adesso ovviamente, perché mi servirà del tempo per pensare a me e riaggiustare i pezzi del mio cuore lesionato. Intanto riparto dal mio lavoro: sono una scrittrice e da un po' di tempo ero alle prese con una storia che non riuscivo ad ultimare. L'esperienza negativa della mia relazione con Tommaso è riuscita a farmi sbloccare e in due settimane l'ho ultimata. C'è una casa editrice che sarebbe interessata a pubblicarla e questo per me è un grande successo! Termino con l'augurare una buona vita a te, Tommaso. Ti auguro di aver trovato finalmente la felicità e spero che tu porterai di me sempre un buon ricordo».
Tirai un sospiro di sollievo nel leggere quelle righe. Caterina alla fine era rinsavita e non aveva tradito Tommaso. Forse l'avevo sottovalutata, non era poi così male come credevo. Mandai un messaggio a Tommaso dicendogli di guardare la mia rubrica, che sarebbe andata in diretta, e di leggere tranquillamente l'articolo che gli fotografai e inviai su whats app. Chiamai Bruno, mentre il solito operatore mi bussò dicendomi che tra 3 minuti sarei stata in diretta.
"Ehi,allora?", mi chiese rispondendomi dopo mezzo squillo.
"Tra tre minuti vado in diretta!"
"Sei pronta?"
"Prontissima! Caterina non ha tradito Tommaso, Gabriele ha ricevuto una batosta tra capo e collo!", dissi ridendo.
"Ho comprato la rivista solo per leggere quell'intervista...alla fine Cate si è comportata bene!"
"Ci vediamo a casa mia stasera? Senza mio padre abbiamo la villa tutta per noi...non vedo l'ora di fare l'amore con te! Il dopo sarà difficile, ma per adesso non voglio pensarci!"
"Ci vediamo dopo amore mio! Sarai all'altezza, ne sono sicuro! Testa alta, schiena dritta e petto in fuori! Comunque io sono già a casa tua, seguirò la puntata con Matilde", mi disse sorridendo dall'altro capo del telefono.
"Vado, fammi un in bocca al lupo!", gli chiesi mentre mi sistemavo guardandomi allo specchio!"
"Merda, merda, merda Giada!"
"Merda, merda, merda! Ti amo!"
"Ti amo!"
Corsi in studio e mi sistemai sul mio sgabello. Il poco pubblico presente mi fece un applauso e io li salutai alzando una mano e facendo loro dei sorrisi. Poi mi feci seria e ripassai gli appunti annotati sulla mia cartellina.
"3,2,1...in onda!", mi disse un operatore dietro il gobbo.
«Buonasera a tutti e benvenuti! Questa di oggi per me è una giornata particolare, non di certo una puntata come le altre. Sto per mostrarvi un filmato che cambierà molte cose. È una notizia che a me e a mio fratello Tommaso, che tutti conoscete, ci ha sconvolti non poco! È per questo che ho deciso di non registrare questa puntata, come mio solito, ma di andare in diretta, perché in questo modo nessuno avrebbe potuto ascoltare o vedere quello che sto per mostrarvi. Non voglio dilungarmi troppo, quindi chiedo alla regia di mandare il video.»
Nello studio c'era un silenzio surreale. Quando la faccia di mio padre apparve sullo schermo e comincio a parlare di eventi risalenti a quaranta anni prima, dovetti trovare in me tutto l'autocontrollo di cui disponevo per restare impassibile. Qualcuno del pubblico si era portato una mano davanti la bocca, qualcuno confabulava con il vicino. Quei tre minuti di video mi parvero interminabili. Quando la telecamera tornò a puntarmi e lo schermo tornò nero mi preparai a sganciare la bomba finale.
«Gabriele Russo, parlo direttamente a te! Ti chiedo in diretta, davanti a una grande fetta della popolazione, di smetterla con questa guerra fredda nei confronti di mio fratello! Basta articoli sulla sua vita privata, basta giochetti! Mio padre è partito, se volessi avere un confronto con me e mio fratello noi saremmo disposti, o almeno io di sicuro lo sarei e convincerei anche mio fratello ad averlo! Noi non sapevamo nulla di questa storia, lo abbiamo scoperto ieri e il mondo ci è quasi crollato addosso! Mi dispiace invece che tu lo sapessi e che abbia dovuto portare il peso di questa cosa per anni! Ma quello che mi chiedo è: non sarebbe stato meglio affrontarci direttamente, anziché covare questo astio nei confronti della nostra famiglia? Anche nostra madre è morta ,Gabriele, e anche lei ha sofferto nell'aver scoperto questa storia. Mettiamoci una pietra sopra, veniamoci incontro. Aspetto tue notizie. »
Avevo iniziato di nuovo a piangere, senza accorgermene. Mi facevano cenno di mandare la pubblicità, e così feci. La truccatrice mi sistemò il trucco e mi asciugai gli occhi. Tornai in onda solo per salutare e per prendermi il grosso applauso che il mio pubblico mi riservò. Tornai in camerino e mi rilassai: mi tolsi le scarpe, mi acciuffai i capelli e bevvi un sorso d'acqua. Dopo un po' qualcuno bussò ed entrò, senza aspettare il mio avanti. Dallo specchio vidi Tommaso chiudersi la porta alle spalle e appoggiarvisi. Lo raggiunsi di corsa e gli saltai in braccio, trovando in lui quel calore familiare che solo lui poteva darmi.
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