Colazione

Si stropiccia un occhio, mentre raggiunge il cancello del cottage. Cammina, un passo avanti all'altro, tentando di non sporcare le scarpe nuove, ritirare il giorno prima in un negozio per cerimonie. Un regalo del signor Stark. In verità tutto il suo outfit è un regalo del signor Stark. Sia lui che Harley hanno ricevuto un buono in un atelier, dove hanno potuto acquistare i loro abiti. Li hanno scelti insieme e, quando il ragazzo del Tennessee è uscito dal camerino e gli ha chiesto come stava, Peter non sa come sia riuscito a trattenere un «Sei bellissimo, sposami», sostituendolo con un più amichevole «Ti dona!»

Ha il cuore che gli sussulta, quando lo vede; si è tirato indietro i capelli con la gelatina, e per via di quella accortezza, il suo biondo naturale è un poco più scuro. Sì incanta a guardarlo alzarsi gli occhiali da sole sopra la testa e, non riuscendo a trattenere un sorrisetto, si avvicina sperando che quelle odiose farfalle nello stomaco la smettano di sbattere le ali in quel modo irrequieto. Deglutisce.

«In orario, Parker», gli dice Harley, e Peter mette il broncio.

«Quando mai ho fatto ritardo?», risponde, e si guadagna un pugno amichevole sul braccio, che lo fa tremare.

«Dentro c'è già tua zia con il suo fidanzato. Pensavo arrivaste insieme!», osserva Harley; la calma ancora mantenuta preannuncia il caos che, fra qualche ora, vi farà da padrone. Un caos fatto di gente che, dopotutto, a Peter piace. I suoi colleghi, come li chiama Tony. I suoi eroi, come li chiama lui.

«Oh, no! Scherzi? May è venuta prima, siccome la signorina Potts aveva bisogno di aiuto e… be', la sposa credo inizi a preparsi qualcosa come otto ore prima dalla cerimonia. La leggenda narra che non dormano per nulla, la notte prima!»

«Un po' come te, che alle due del mattino mi rispondi come se fosse mezzogiorno!», lo stuzzica Harley e Peter sussulta, ma raccoglie la provocazione.

«E come te, che mi rispondi alla stessa ora.»

«Touchè!» Harley mette su un ghigno e gli concede quella vittoria; Peter non sa più come fare per smettere di guardarlo con la faccia da pesce lesso. È cotto. Cotto a puntino. E, pur sapendo che per Harley non è lo stesso, si sente comunque benissimo in sua presenza. Gli basta questo.
«Hai fatto colazione?»

Peter inclina la testa, e si piazza una mano sul mento. «No, in verità no. Non ho fatto in tempo.»

«Nemmeno io. Tony ha detto che hanno allestito una specie di open bar fuori dal cottage. Ti offro un caffé?», sorride Harley e lui cerca di mantenere un certo contegno, sebbene stia fangirlando per via di quella proposta, che sta già romanzando come se fosse un invito per un appuntamento. Sono al matrimonio del signor Stark, dopotutto non c’è molto da travisare, in quell’invito. Cerca di non rimanerci troppo male.

«Va bene. Anche se non prendo caffé. Da quando sono Spider-Man, prenderne uno significa non dormire per giorni.»

Harley lo guarda alzando un sopracciglio, poi reclina la testa all’indietro e scoppia a ridere.

«D’accordo, d’accordo. Non so perché, ma la cosa non mi stupisce più di tanto.»

«Sono prevedibile, eh?», chiede e lo affianca, mentre si avviano verso il giardino, e Peter si accorge che la casa si sta già riempiendo di gente.

«No, il contrario. Le cose ordinarie non fanno per te», sorride, e gli lancia un’occhiata furbastra, «Sei una continua sorpresa!»

Harley prosegue il suo cammino, ma Peter non riesce a muovere più i piedi. Non ha idea se quell’intraprendenza – che comunque ha sempre fatto parte di Harley ma oggi più accentuata, sia data dall’emozione di quel matrimonio, o dal fatto che effettivamente il suo interesse sia ricambiato. Sa solo che ha le idee confuse, e lo sguardo scaltro del signor Stark, che ha appena fatto capolino dalla porta finestra della cucina, con un bicchiere in mano, lo annichilisce. Non sa perché ogni volta che lui e Harley sono vicini, quell’uomo metta su certe espressioni. Peter ha paura di scoprire il perché, ma sa benissimo che se il signor Stark si è accorto della cotta che ha per l’altro ragazzo, non perderà tempo per prenderlo in giro e fargli fare decine e decine di figure barbine.

Vorrebbe sprofondare nel terreno ma, con tutte le forze, schioda i piedi da terra e si avvicina.

Sarà una lunga mattina.

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