Chapter 21.

Sbadabem, ho aggiornato.

Siamo quasi alla fine di questa ff e beh, devo ammettere che mi dispiace tantissimo.

È da fine Marzo che la sto scrivendo ed è come se io avessi vissuto con tutti i personaggi fin da quel giorno.

Sto male all'idea di finirla, ma in ogni caso questo non è un addio, continuerò a scrivere ff finchè la passione non si esaurirà, e spero che succeda il più tardi possibile.

Ci saranno ancora uno, massimo due capitoli e poi l'epilogo.

Vi ringrazio così tanto per tutte le visualizzazioni e via discorrendo, non potrei essere più felice di così.

Vi adoro.

Il divano della casa di Jamia era scomodo, era circa un mese che si fermava a dormire lì almeno una volta a settimana per accertarsi che stesse bene.

Gli aveva proposto di dormire nel letto con lei, ma aveva così paura di ripetere lo stesso errore che preferiva mille volte dormire sul divano sgangherato del salotto.

Jamia non se l'era presa, anzi, lo aveva abbracciato dicendole che le dispiaceva per tutti i problemi che gli aveva causato.

L'aborto rimaneva comunque fuori discussione.

Il telefono squillò all'improvviso, chi avrebbe potuto chiamarlo? Nessuno lo chiamava piú, se non qualche parente lontano per congratularsi per il bambino.

Quando vide che era Gerard trattenne le lacrime, si sarebbero sentiti dopo due mesi, magari l'aveva perdonato... o magari voleva solo insultarlo per tutto il male che gli aveva procurato.

-Professor Way..- disse incerto

Si ricordó del loro ultimo litigio, delle sue parole fredde, dure
" Sono il professor Way, da adesso in poi "

Aveva fatto male quella frase, più male del previsto.

Aspettava la sua risposta, un suo saluto, qualsiasi cosa, anche un "muori stronzo" l'avrebbe fatto stare meglio.

Con il tempo aveva capito che era totalmente dipendente da Gerard, ne aveva bisogno come l'aria.

Ma forse la cosa non era reciproca perchè quella voce che tanto amava non si era ancora fatta sentire, riattaccò.

Forse stava cercando di farlo star male perchè dopo esattamente 20 secondi, chiamò di nuovo.

-Non è divertente-

-Ti amo-

Un sorriso a 32 denti si aprì sul suo viso, il più sincero che avesse fatto in oltre due mesi.

Lo amava.

Gerard lo amava, dopo tutto questo tempo?

-Dobbiamo parlare-

Aveva così tante cose da dirgli, doveva spiegargli ogni cosa riguardante Jamia e convincerlo che l'unica persona che aveva veramente amato era lui.

-Sì-

-Io... penso che.. sarebbe il caso di incontrarci, forse, non so se..-

Iniziò a balbettare per l'emozione, non ci credeva ancora.
Voleva vederlo e baciarlo e abbracciarlo e baciarlo di nuovo, cazzo, si sentiva così vivo.

-Frank, calmati. Dimmi un posto e il giorno dove vuoi incontrarmi, ci sarò, promesso-

-Domani al bar sotto casa tua?-

-Sì-

-Gerard?-

-Sì?-

-Ti amo anch'io-

Si sentiva leggero, ora.
Sembrava che tutto il peso che aveva dovuto sopportare nei due mesi precedenti si fosse nebulizzato, ma Gerard gli aveva sempre fatto quest'effetto.

Stava piangendo dalla felicità, non vedeva l'ora che fosse il giorno seguente.

Pensò a Mikey, sicuramente non avrebbe approvato tutto ciò, e avrebbe fatto di tutto per non farli riunire.

Ma se non c'era riuscita una gravidanza, cos'altro poteva riuscirci?

Jamia si sedette sul divano senza che lui se ne accorgesse, era perplessa.

Insomma, Frank stava sorridendo e singhiozzando allo stesso momento.
Che fosse pazzo?

-Tutto okay?-

Scosse la testa energicamente facendo cadere una ciocca di capelli davanti agli occhi, non se li era più tagliati da quando aveva rotto con Gee, in verità, non si era più curato da quel giorno.

-È successo qualcosa?-

-Mi ha chiamato il mio ex ragazzo-

Quell'espressione così felice scomparì di botto, aveva appena detto a Jamia, anche se indirettamente, che era gay.

Ma la ragazza non sembrava disgustata, tutt'altro, gli stava rivolgendo un grande sorriso.

-Sono così felice per te! Hai intenzione di rimettertici insieme?-

Era sbigottito, seriamente.
Solitamente la reazione di tutti era una smorfia di ribrezzo.

Annuì portandosi due dita sul collo, sfiorando la vena che non molto tempo prima stava per tagliare.

Non ne sarebbe valsa la pena, uccidersi, e ora lo sapeva.

-Jamia, voglio comunque prendermi cura di mio figlio-

-Ti ho già detto molte volte che non è necessario, è stato un mio sbaglio, inoltre..-

Assunse un'espressione talmente cupa da fargli pensare che sarebbe scoppiata a piangere di lì a poco.

-È colpa mia se hai passato due mesi d'inferno-

Frank cercò di smentire tutto, visibilmente imbarazzato anche se non aveva ottenuto grandi risultati.

-Non mentire, hai perso almeno 5 chili, hai due occhiaie che t'arrivano ai piedi e potrei andare avanti all'infinito.-

Aveva iniziato a parlare a raffica, analizzando ogni singolo particolare di Frank, era stupefacente quanto fosse cambiata nel giro di pochi mesi; inizialmente era una stronza egoista e ora?

Ora era quella che persona che urlava davanti a Frank di andare a parlare con l'uomo che amava e riprenderselo, o gli avrebbe parlato lei.

Era diventata come Gwen, gentile e protettiva quasi quanto una madre.

-Frank, io voglio che tu sia felice, e ora vai a parlarci, chiunque esso sia-

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