Chapter 18.

-Jamia?-

-Sono Gwen, Frank, devi... devi venire subito a casa sua-

Il cuore gli batteva forte in petto, talmente forte che si sentiva come se stesse per esplodere, se lo sentiva martellare in gola con insistenza.

Entrò in camera da letto lentamente, Gerard dormiva.
Sarebbe stato il caso di svegliarlo? Oppure, sarebbe stato il caso dirgli che stava andando dalla donna che aveva probabilmente messo incinta?

Prese un foglio dalla scrivania e scrisse il più ordinatamente possibile: Torno subito.
Ma non era neanche convinto che sarebbe tornato, gli passò per la testa di abbandonare entrambi.
Sarebbe stato uno stronzo, sia come fidanzato che come probabile padre.

Scosse la testa con violenza, non lo avrebbe mai fatto!
Passò la mano fra i capelli di Gerard, baciandogli le labbra.
Era così bello mentre dormiva.

-Ti amo-

--

Suonò al campanello dei Nestor dopo mezz'ora dalla chiamata e venne ad aprire Gwen.
Il suo sguardo valeva tanto quanto un
'Frank Iero, sei un coglione colossale' ma si consolò un po' vedendo che guardava Jamia allo stesso modo.

Oh, Jamia, non era come la si vedeva a scuola, truccata, vestita bene, no.
Era seduta per terra, con il mascara colante che accentuava ancora di più le occhiaie.

Teneva in mano una sorta di stecca, la fissava con sguardo assente.

-Mi hai messa incinta-

Ah, ora era tutta colpa sua?

-Frank, cristo, mi hai messa incinta!-

-Se non vuoi il bambino abortisci, non dare la colpa a me quando sai benissimo che le cose si fanno in due!-

Gwen lo guardava inorridita, cos'aveva detto di male? Lui era impegnato, Gerard era la sua prima preoccupazione adesso.

-Quanti test hai fatto?-

Il suo sguardo ricadde su una mezza dozzina di confezioni aperte, quindi era vero, Jamia era incinta.

-Ascolta Jamia, è stato un errore... io non posso occuparmene sono... sono impegnato-

Annuì con la testa, maledicendosi per il suo essere stata così stupida e sprovveduta.
Avrebbe tenuto quel fottuto bambino, e se Frank non voleva fargli da padre sarebbe andata bene lo stesso, in fin dei conti, era colpa sua.

-Lo crescerò da sola, non dovrai preoccuparti di nulla-

Scosse la testa, sarebbe stata una cosa troppo meschina lasciare sola una ragazza di 19 anni.
Era confuso come al solito; sarebbe stato meschino lasciarla sola con un bambino da crescere, ma sarebbe stato anche peggio lasciare Gerard.

-Non voglio metterti in una situazione più grande di te ma, capisci? Sono fidanzato. Non posso mandare tutto all'aria per una stupida notte!-

-Forse potremmo trovare un compromesso, ci dovremmo mettere d'accordo con la tua ragazza-

Mandò giù rumorosamente la saliva, lui non aveva una ragazza!
Come avrebbe fatto a spiegare a Gerard tutta la faccenda, e a dire a Jamia che era gay?

Si premette le mani sugli occhi cercando di bloccare le lacrime che volevano in tutti i modi uscire, successivamente, sentì il braccio di Gwen avvolgergli la vita incitandolo a uscire dalla stanza.

-Vai da Gerard e spiegagli tutto, a Jamia ci penso io-

Doveva fare proprio pietà con gli occhi lucidi e il viso stanco, non si era neanche vestito decentemente per la fretta di uscire di casa, in sostanza, sembrava un ubriaco.

-Frank, domani dovrai venire qui con lui per decidere cosa fare. Non so cosa abbia in mente Jamia, ma per favore, prenditi le tue responsabilità-

Prendersi le proprie responsabilità, certo.
Come se fosse semplice, come se fosse una cosa di poco conto.
Doveva prepare un discorso convincente che lasciasse Gerard davvero convinto che fosse dispiaciuto.

A che compromessi potevano arrivare? Se davvero Jamia voleva tenere il bambino lui non poteva farci nulla.
Sospirò mentre si chiedeva come avrebbe fatto a risolvere la situazione.

--

Non aveva voglia di alzarsi nè tantomeno di andare a lavorare, ma dovette strisciare fuori dalle coperte e ciabattare pigramente verso il bagno.

La figura di Frank fece capolino dalla porta facendolo spaventare e allo stesso tempo divertire, era così carino al mattino.

-Gerard.. noi.. dobbiamo parlare-

Gli si gelò il sangue, parlare di cosa? Oddio, lo sapeva, voleva lasciarlo.
Aveva fatto qualcosa di male, lo aveva offeso.
Cercò di usare il tono più tranquillo che conoscesse ma senza molti risultati.

-Tutto ok?-

-No, è successa una cosa, tanto tempo fa.. Conosci Jamia Nestor?-

Annuì con la testa, la conosceva per fama più che altro, era conosciuta come la zoccola della scuola in poche parole.
Dopo pochi secondi, capì.

-Non dirmi che..-

Gli mancava il respiro e gli occhi bruciavano, lo aveva tradito.
Perchè? Quando?
Appoggiò la mano sul petto per accertarsi che il suo cuore stesse continuando a battere, si sentiva morire.

-Eravamo ubriachi, e ora.. oh Gerard, non fare quella faccia, è stato un errore-

-Ah per caso il tuo uccello è scivolato tra le sue gambe? È stato un errore eh? Eravate ubriachi? Bene!-

Lo spinse al muro con violenza, chiedendosi subito dopo se gli avesse fatto troppo male.

Era possibile che si preoccupasse tanto per una persona che gli aveva appena spezzato il cuore?

-Sai cosa ti dico Frank? Penso sia il caso di finirla qui con questo teatrino, tutto questo è stato solo un esperimento finito male e..-

-Gee ti posso spiegare-

-No! Non puoi spiegare un cazzo!-

Non aveva mai provato qualcosa di così doloroso, mai nessuna delusione era stata così amara.

-Esci di qui Frank, torna da tua madre-

-Gee..-

-Sono il professor Way, da adesso in poi-

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