Chapter 13.
Entrarono nel bar poco dopo e vennero investiti automaticamente dall'odore pungente dell'alcol, si diede un'occhiata in giro, erano poco più delle 21.00 e la gente era già ubriaca.
Si sedettero nel tavolino più appartato possibile e iniziarono a parlare del più e del meno come se fossero due vecchi amici, era una situazione buffa soprattutto perchè vedendo una ragazza come Gwen nessuno si sarebbe fermato a parlarci in quel modo ma sarebbero andati oltre, tutti tranne lui e beh, i motivi li sappiamo.
-Allora, come va con Way?-
Gli occhi della ragazza brillavano di curiosità, aveva capito da giorni che il suo amico era gay e di conseguenza aveva abbandonato l'idea di sedurlo.
Se erano davvero fidanzati, lei ne sarebbe solo stata contenta, Frank si meritava di essere felice.
Insomma, era la persona più dolce e premurosa del mondo, e tutti se ne approfittavano, forse Way sarebbe riuscito a dargli tutto quello che gli mancava, al contrario di lei, ma andava bene così.
-Se ti può aiutare, ti posso dire che non sono assolutamente omofoba e in caso tu fossi veramente gay me lo terrei per me-
Bevve un lungo sorso di birra prima di sputare fuori tutto quanto.
Non era una cosa che faceva spesso, fidarsi, perchè appena parlava dei suoi problemi a qualcuno, questo qualcuno spiattellava ogni cosa al primo che passava.
-Stiamo insieme praticamente dall'inizio della scuola, ora vivo con lui... oh, non guardarmi così, è colpa di mia madre-
Mentre raccontava ogni cosa nel minimo particolare la birra andava giù come se fosse acqua, Gerard era diventato l'unico tema della conversazione e la cosa lo faceva sentire tra il leggero e il geloso.
Leggero perchè finalmente aveva avuto il coraggio, anche se solo ed esclusivamente per via dei litri di alcol che gli giravano in corpo, di parlare a qualcuno della loro relazione.
Geloso perchè Gerard era solo suo, e parlarne così con qualcuno lo faceva sentire come se stesse cedendo un pezzettino di quel che era per lui il più grande dei tesori.
-Davvero tua madre ti ha buttato fuori di casa solo perchè sei gay?-
Annuì con la testa.
-Ma ora basta parlare di me e di Gee.. del professor Way- era così strano chiamarlo 'Gee' davanti a qualcuno che non fosse Gerard stesso, lo metteva in imbarazzo
-A te come va? Sei una bella ragazza, non dovresti avere problemi in queste cose-
Erano passate forse 2 ore e 7 birre medie a testa quando arrivò Jamia Nestor, una ragazza che si può definire con una parola sola; "Esagerazione".
Il trucco sul suo viso era esagerato.
Il vestito era esageratamente corto e scollato.
Il tacco era esageratamente alto.
Gwen era una sua amica, seguivano praticamente gli stessi corsi.
Quando si sedette al tavolo con i due l'atmosfera divenne ancora più caotica perchè Jamia era esageratamente ubriaca, ovviamente.
Avevano iniziato a urlare e bere più del previsto, e quella specie di astio che Frank provava nei confronti di Jamia si era quasi trasformato in simpatia.
Inoltre la ragazza aveva iniziato a civettare con lui, sfiorandolo appena ne aveva l'occasione, appoggiando la sua mano sui jeans strappati del ragazzo.
Tutte cose che di norma gli avrebbero dato fastidio, ma l'alcol aveva cancellato pure questo.
Era mezzanotte passata quando andarono a pagare il conto.
-Potete venire a casa mia- disse biascicando Gwen -I miei sono fuori per lavoro, se volete fermarvi a dormire potete mettervi nel loro letto matrimoniale-
Aveva un mal di testa assurdo e una voglia matta di farsi una doccia, puzzava terribilmente.
Non si domandò nemmeno cosa stesse facendo il suo ragazzo, se fosse preoccupato o meno.
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L'acqua della doccia gli scorreva sulla schiena, scaldandolo.
Ormai il suo cervello si era completamente fuso, non riusciva più a ragionare.
Gwen era andata a dormire, lasciando che Jamia rimanesse nel letto con lui.
Sentiva le palpebre appesantirsi, era sicuro che si sarebbe addormentato di lì a poco, ubriaco, nudo e in casa d'altri, bello.
-Frank...-
La voce era senza dubbio quella di Jamia, ma non riusciva a capire dove fosse perchè era troppo ubriaco anche per capire la differenza fra la destra e la sinistra.
Uscì dalla doccia barcollante, incurante del fatto di essere completamente nudo e non si stupì affatto quando vide che era nuda pure lei.
Aveva solo voglia di fare sesso, e Frank era l'unico uomo presente in quella casa.
Era una conseguenza dell'essere ubriaca fradicia o la conseguenza dell'essere irrimediabilmente troia?
Si fissarono per un po', prima che la ragazza si buttasse letteralmente addosso a lui, aggrappandosi con le mani al sul collo tatuato.
Una persona, vedendo questa scena, rimarrebbe di sicuro perplessa e non capirebbe, ma state tranquilli, non c'è nessun problema, tanto non stavano capendo pure loro.
Frank avrebbe potuto fermarla e dirle di staccarsi.
Frank avrebbe potuto dirle che era già impegnato.
Ma Frank, forse per l'alcol, forse per un vero e proprio desiderio, la lasciò fare.
Non si scompose neanche quando iniziò a mordergli e succhiargli la pelle del collo lasciando tanti piccoli segni viola, anzi, l'assecondò.
Jamia lo guardò con degli occhi vitrei e parzialmente assenti, e poi lo baciò.
-Letto- riuscì a mormorare Frank prima di andare a fare la cazzata più grossa della sua vita.
Ma in quel momento, i sensi di colpa non lo avevano toccato minimamente, non c'era nessuna voce interiore a chiedergli di fermarsi.
Jamia l'aveva portato nella sua trappola ed era riuscita a soddisfare le sue voglie, facendogli tradire l'uomo che pensava di amare, ma si può dare la colpa a uno solo dei due?
"Divertiti e non fare cazzate, ok?"
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