Chapter 1.
Erano appena le 7 della mattina quando la sveglia suonò facendogli aprire a fatica gli occhi.
Scese fino al pianoterra imprecando leggermente e si fece un caffè.
Ma che ti frega, Frank? pensava Sono solo 5 ore di scuola, e poi è il primo giorno, non farete un cazzo.
La voglia di risalire le scale e infilarsi nel letto lo assalivano, ma sapeva che sua madre l'avrebbe preso per i capelli e trascinato a scuola.
Avrebbe dovuto lasciare la scuola quando gliel'avevano proposto a 16 anni, e trovarsi un lavoretto per mantenersi.
Roteò gli occhi in una smorfia d'insofferenza e finì di prepararsi.
La scuola era poco distante da casa sua, ma il tragitto veniva spesso allungato apposta per poter fumare in santa pace e pensare, a cosa? Nemmeno Frank lo sapeva con esattezza.
Pensava a cosa avrebbe fatto dopo la scuola, ormai mancava poco e poi era diplomato -come se un pezzo di carta facesse la differenza- e poi? Purtroppo si era reso contro troppo tardi di aver scelto l'indirizzo sbagliato; Scienze umane.
Era totalmente inutile, e bisognava fare anche l'università o sarebbe stato ancora più irrilevante.
Aveva cambiato professore di psicologia, poco male, quello dell'anno precedente era così noioso.
-Buongiorno ragazzi-
Entrò con un sorriso raggiante spostandosi delle ciocche di capelli dagli occhi e fissandole dietro l'orecchio.
-Sono il nuovo professore; Gerard Way. -
Era alto e con i capelli rossi tinti, avrà avuto 24 anni al massimo.
Un sorriso malizioso spuntò sulle suo labbra mentre guardava i suoi alunni uno ad uno, sembrava pronto a metterli in ridicolo uno dopo l'altro.
Aveva chiesto a tutti nome e cognome e qualcosa che li caratterizzasse, a tutti, tranne che a Frank.
-Professore?-
Lo sguardo dell'uomo si alzò di scatto mettendo in mostra due occhi dal colore strano; marrone?... verde?... nocciola? Boh.
-Dimmi Iero-
-Mi ha saltato- disse incerto
-Ah, devo proprio chiederti cosa ti caratterizza? Lo posso vedere già da me-
Risatine generali.
-Mi sta dicendo che sono strano?-
Le gote del ragazzo si coloravano via via di rosso mentre le unghie si piantavano nel palmo della mano contratta in un pugno
-No- sorrise leggermente -Sei.. particolare-
Altre risatine.
-C'è davvero da ridere, ragazzi?-
Si erano zittiti tutti, di colpo.
-Io credo che sia meglio essere originali che un'altra fotocopia della società, insomma chi l'ha detto che le ragazze devono essere tutte magre, bionde e con gli occhi azzurri? Se siete more, rimanete more. Se avete qualche chilo in più, tenetevi quel chilo in più. Chi l'ha detto che gli uomini non possono fare danza o vestirsi di rosa? Vestitevi come vi piace, fate quello che vi piace. Siate voi stessi chissene frega di quello che vuole la società-
Mentre pronunciava quelle parole il suo sguardo vagava per tutta la classe in cerca di quello dei suo alunni.
-Voglio che adesso, tutti voi, facciate un applauso a Frank-
Il ragazzo, rosso in viso, si alzò spedito e uscì dall'aula sussurrando una bestemmia.
Era così strano? Magari erano i jeans strappati? O la maglia dei Metallica? Erano i piercing? Sì, erano per forza i piercing.
Non si era mai sentito più umiliato in vita sua, e l'avevano messo in imbarazzo tante volte.
La campanella della seconda ora non era ancora suonata e già aveva voglia di andarsene, pensare che aveva 5 ore di psicologia settimanali lo faceva infuriare ancora di più.
Una mano si posò sulla sua spalla, facendolo sobbalzare dallo spavento
-Cosa vuole ancora?-
-Ho detto qualcosa che non va?-
Lo sguardo dello studente era carico di disprezzo, ma il trovarsi così vicino a Way attenuò il suo astio, si fermò a fissare il suo fiso così femminile... il naso soprattutto, gli ricordava quello di un francese, piccolo e a punta.
-Mi ha messo in imbarazzo-
Voleva scappare da quella situazione schifosa e non vederlo mai più.
-Ti do il permesso di stare fuori allora, ma solo questa volta, ok?-
Annuire con la testa gli sembrò la cosa più semplice da fare, non voleva parlare per paura di dire qualcosa di sbagliato.
Fu allora, in quel preciso momento che il professore lo strinse forte a se, come per proteggerlo, perchè? PERCHÈ?
-Che diavolo sta facendo!- sbottò Frank ancora più rosso in viso
-Sai- gli sussurò all'orecchio facendolo rabbrividire -quando avevo la tua età ero esattamente come te, ed ero tremendamente solo, non voglio che tu ti isoli come ho fatto io-
La stretta di Way non si era ancora sciolta e lui si sentiva ancora più in imbarazzo, ma in fondo forse gli piaceva stare fra le sue braccia, nessuno l'aveva mai fatto, o almeno non in quel modo.
Prima di tornare alla sua classe, Gerard fece scivolare le mani sui fianchi del più piccolo, quasi per caso
-So il tuo segreto- disse infine.
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