Capitolo 17

Accompagnai i semidei alle loro stanze. Le ragazze mi guardarono sospettose, in particolar modo Annabeth. Percy invece mi lanciò uno sguardo carico di dispiacere per il comportamento dei suoi compagni, prima di dirigersi nella sua stanza.

Mi recai rapidamente, verso la sala delle riunioni dove gli altri mi stavano aspettando.

<<Bene, ora che ci siamo tutti, esponiamo l'argomento all'ordine del giorno. Ci fidiamo oppure no di loro?>>

<<Yusei... Io ritengo che dobbiamo allontanarli, anzi sarebbe meglio sbarazzarsi letteralmente di loro per poter vivere finalmente in pace, chi ci dice che non ci stiano mentendo?>>

<<Reginald- raramente nel gruppo chiamavano Shark così, di solito era sua sorella a chiamarlo con il suo vero nome, o almeno così mi avevamo raccontato- capisco la tua rabbia e il tuo rancore ma cercare vendetta con la morte degli altri...non è la scelta migliore. Credimi anche io e Jack vorremo fare qualcosa per Akiza, ma lei non vorrebbe delle morti a nome suo, e penso che non lo vorrebbe nemmeno Rio>>

Il ragazzo dai capelli blu si zittì.

<<Per me e Astral possono rimanere, non sembrava stessero fingendo>>

<<Anche per me e i miei fratelli non ci sono problemi, vorremmo studiarli. Se davvero abbiamo un nuovo nemico una mano ci farà comodo>>

Kite osservò il suo maestro con sguardo sospettoso, mentre dava il suo consenso alla proposta di Yusei.

<<Per me va bene>> aggiunsi io.

<<Jack?>> Il biondo fece un segno affermativo.

<<Shark, rimani solo tu, penso che sia chiaro a tutti per cosa voterò>>

<<Fate come vi pare!>> disse alzandosi dalla sedia e uscendo dalla sala.

<<Ragazzo testardo... Molto bene, domani mattina comunicherò la nostra decisione. Chiedo la massima cordialità da parte di tutti, non voglio né feriti né morti e ora potete andare>>

Mentre mi stavo dirigendo verso la mia camera, sentì qualcuno afferrarmi per un braccio.

<<Yuma! Mi hai spaventata!>>

<<Scusa Giù, volevo parlare con te. Ho visto come hai reagito alla scenata di Shark e volevo parlarti un po' di noi, così potrai capire meglio.>>

<<Certo, vieni>>

Entrammo in camera mia e dopo esserci seduti sul letto, Yuma iniziò a raccontare.

<<Vedi, io, Shark, Kite e V IV e III veniamo da una città di nome Hertland. Lì vivevamo con le nostre famiglie e i nostri amici, frequentavamo la scuola e duellavamo nei tornei.
Shark all'inizio era un ragazzo scontroso, a stento riuscivo a rapportarmi con lui. Era un ragazzo che si apriva solo con sua sorella.
Un giorno io Tori e mia sorella Kari stavamo facendo un giro. Shark ci raggiunse e mi sfidò a duello per un motivo che nemmeno ricordo. Rio si aggregò al piccolo pubblico di amici.
Ero in netto vantaggio su lui per una volta, quando un biondino dagli occhi azzurri si è fatto avanti parlando in modo strano. Ci ha puntato il dito contro, poi ha lanciato una moneta in aria che si è trasformata in una lancia d'oro.
Il cielo è diventato grigio come se stesse per arrivare un temporale. Si è sentito poi uno schianto e tutto intorno, mentre la gente urlava, si era diffusa una coltre di fumo nero. Senza neanche rendercene conto io e Shark eravamo stati caricati su una macchina dove al volante c'era V. Kite stava piangendo e aveva tutto il volto e le mani ferite.
Io mi voltai indietro non capendo bene la situazione e rimasi scioccato, quando vidi i loro corpi stesi a terra. Shark urlava, ordinando di farlo scendere ma IV aveva bloccato le portiere. Con tono calmo poi ci raccontarono che tutti loro erano stati vittima di attacchi e che avevano subito delle perdite. Viaggiammo per un bel po',  finché per caso non incontrammo gli altri e il resto lo sai. Ecco perché Shark ha fatto così, non ha ancora metabolizzato a pieno l'accaduto e  vedere l'assassino di Rio in casa sua, lo ha fatto andare in bestia, ma non ti preoccupare gli passerà. Ora si è fatto tardi. Sarà meglio che vada a dormire. Buonanotte Giulia, ricorda... la prossima volta  che duelleremo, vincerò io>>

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