Capitolo 13
Nell'accampamento regnava ormai da ore il silenzio. I semidei riposavano in un sonno profondo e sereno, tranne il figlio di Poseidone, tormentato invece, da diversi incubi.
Percy si trovava in quella che sembrava essere una città abbandonata. Era completamente disabitata, con edifici mal messi o interamente distrutti. La natura aveva preso il sopravvento sulla civiltà.
<<Benvenuto Percy Jackson>>
Il ragazzo si voltò nella direzione da cui proveniva la voce. Nella penombra vi era una figura, che celava il suo aspetto.
<<Chi sei?>>
<<Un alleato>>
<<Questo sarò io a deciderlo!>>
<<Silenzio sciocco. Osserva invece di parlare! Guarda tutto ciò che ti circonda. Non riconosci questo luogo?
Questa è la città dove ti trovi ora. E vuoi sapere qual'è stata la causa di tutto questo?- rise- La causa sono coloro che tu adesso proclami innocenti>>
<<Spiegati...>> Sibilò Percy.
<<Partirò dal principio. Devi sapere che il tuo mondo un tempo, era popolato da molti duellanti, un numero maggiore rispetto a quello con cui ti sei confrontato. Le persone erano divenute completamente dipendenti dalle evocazioni Syncro e Xyz. Questa dipendenza li ha spinti a diventare sempre più egoisti, fino a quando questo sentimento negativo non li ha spinti a distruggersi a vicenda, conducendo il loro mondo a ciò che vedi adesso.
Io vivo in questo futuro apocalittico, ed è per porre rimedio, che mi sono messo in contatto con voi. Con te e i tuoi compagni. Voi siete molto potenti, abili in battaglia e astuti. Se uccidete gli ultimi duellanti rimasti, al futuro verrà data una speranza. Avrete tutti una speranza, una speranza di avere un futuro felice con le persone che amate. Sei abbastanza intelligente Percy Jackson, penso che tu abbia capito la gravità della situazione, chi sia il buono e chi il cattivo. Se nutri ancora dei dubbi, ti consiglio di ripensare al male che hanno fatto ai tuoi amici, in particolare a quella ragazza...come si chiama? Ah sì, Piper.
Riflettici semidio>>
Percy si svegliò nel sacco a pelo, madido di sudore e con la testa che sembrava scoppiare. Se prima aveva le idee chiare, ora dopo il sogno si sentiva completamente confuso. Era certo solo di una cosa. Non avrebbe dovuto parlarene con nessuno di questa cosa, nemmeno con Annabeth, fino a quando non avrebbe stabilito se c'era da fidarsi di questo alleato o se si trattava di una trappola.
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