Capitolo 1

"L'ennesimo duello perso" pensai mestamente, mentre riponevo le carte soffermandomi sulla mia preferita, Signore divino dei gloriosi draghi d'oro.

Per quanto fosse forte con le giuste combo, ogni mio duello finiva sempre allo stesso modo.

Ripresi il mio cammino, con passo svelto, nella speranza che il duello non avesse attirato la loro attenzione, rivelando la mia posizione.

Era da almeno due anni, da quando avevo montato il deck "Ascesa dei veri draghi"  che degli strani ragazzi mi davano la caccia. Alcuni parlavano in greco, altri in latino ed erano tutti armati. La cosa buffa era che nessuna persona pareva accorgersi di questa cosa, quando gli attacchi avvenivano in mezzo alla gente, come se non fossero in grado di vedere ciò che i miei occhi vedevano.

Raramente usavo il mio deck, solo in caso di stretta necessità. Funzionava come un rilevatore di posizione. A volte ero costretta a interrompere il duello e a scappare insieme al mio avversario. Altre volte invece mi era concesso qualche minuto di vantaggio per fuggire, prima di essere attaccata.

<< Per di qua!>>

Erano loro. Corsi più forte che potevo cercando un riparo. I muri grigi del vicolo così stretti tra di loro non mi fornivano nessuna via di fuga. Continuai a scappare fino a quando, un braccio nascosto in un anfratto, non mi afferrò nascondendomi.

Vidi cinque ombre continuare il loro percorso. Indossavano delle armature, che brillavano leggermente e un elmo con un pennacchio o blu o rosso tipico dei greci. Alcuni erano armati con archi, altri con spade e pugnali.

<< È fuggita di nuovo, Travis>>

<<Piper, katoptris ti mostra qualcosa?>>

<<No Travis...>>

Rispose mestamente una ragazza dalla carnagione scura e dai capelli castani ornati da piume, osservando il suo pugnale.

<<Maledetti!>> Esclamò una ragazza muscolosa, che portava un elmo a forma di testa di cinghiale.

<<Torniamo al campo, dobbiamo dirlo agli altri>>.

I cinque ragazzi si allontanarono e nel vicolo calò di nuovo il silenzio.
Cercai con lo sguardo gli occhi del mio salvatore.
Si trattava di un ragazzo poco più grande di me, dai capelli neri e oro e gli occhi di un blu profondo come il mare. Il suo viso era ornato da una cicatrice dorata.

<<Vieni con me>>

Anche se con un po' di paura decisi di dargli ascolto. Il giovane mi condusse
attraverso un piccolo passaggio che non avevo notato, fino a giungere in prossimità di un edificio di dimensioni ridotte, fatto completamente di metallo simile a un garage.

<<Siamo arrivati>>

Entrammo dentro una piccola porta, che cigolò appena venne aperta. L'interno era piccolo e quasi del tutto al buio.
Scendemmo per una scala fino ad arrivare al piano inferiore, decisamente più grande e più luminoso del suo predecessore.

<<Benvenuta al bunker! Come lo chiamiamo volgarmente noi. Io sono Yusei Fudo. Loro invece sono i miei amici>>

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