0.8 In Mezzo Al Bosco
Due strade divergevano in un bosco ingiallito,
e dispiaciuto di non poterle entrambe percorrere
restando un unico viaggiatore, a lungo ho sostato
e ne ho osservata una, giù, più lontano che potevo
fino a dove curvava nel sottobosco; -
poi ho preso l'altra, ché andava altrettanto bene
e vantava forse migliori ragioni,
perché era erbosa e meno calpestata;
sebbene, in realtà, l'andirivieni
le avesse più o meno ugualmente consumate -
e entrambe si distendessero quel mattino
tra foglie che nessuna orma aveva annerite.
Oh, ho tenuto la prima per un'altra giornata!
Eppure, sapendo come strada porta a strada,
dubitavo che mai ci sarei tornato. -
Con un sospiro mi capiterà di poterlo raccontare
chissà dove tra molti e molti anni a venire:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io ho preso quella meno battuta,
e da qui tutta la differenza è venuta.
- Robert Frost
Questa poesia esprime abbastanza bene il concetto di prima, quello dell'avere una scelta. Tuttavia c'è qualcosa in più. Sto per dire una cosa incredibile. Nessuno c' aveva mai pensato. Una cosa talmente impensabile che quando l'ho pensata ho pensato che un tale pensiero non fosse pensabile. E per ora penso a voi che provate a pensare qualcosa d'impensabile, ma quello che voglio dire è: noi dipendiamo dalle nostre scelte.
Si, forse la cosa più scontata che sia mai stata detta.
L'acqua è bagnata!
Ma tuttavia sono i concetti più semplici quelli più complicati. Potenzialmente un essere umano può vivere mille vite, ma alla fine ne vive solo una. E non è una questione di tempo. Potremmo vivere mille mila anni e avremmo comunque vissuto una sola vita; una sola lunga vita. Ogni nostra scelta segna con un coltello una piccola cicatrice nel tempo che non potrà mai più guarire. Nessun dottore visiterà mai il tempo, e nessuno gli dirà nulla. Magari qualcuno si lamenterà con lui ma mai nessuno ascolterà le lamentele del tempo. Ma in fondo di cosa dovrebbe lamentarsi il tempo? Si per carità lo accoltelliamo ogni giorno, ma è più una cosa mentale che fisica. E poi lui c'è abituato; subisce una quantità di decisione inamovibili ogni secondo da ogni essere vivente in maniera costante.
Sto divagando? Sto divagando.
Il punto è che ogni qualvolta noi posti di fronte a più scelte non possiamo che deciderne una, e questa è la cosa più spaventosa che ci possa essere. Ogni nostra azione ci porterà a delle conseguenze che non conosciamo e che potenzialmente potrebbero cambiare noi e la nostra vita. Nel momento in cui si passano al vaglio le infinite possibilità e nel momento in cui solo una di queste riesce a realizzarsi, allora tutto quello che poteva essere smetterà di essere possibile e non si potrà fare nulla se non guardare, o immaginare impotentemente una vita talmente lontana dalla nostra che non potrà mai essere vissuta. Una volta percorsa una strada non possiamo più tornare indietro e percorrerne un altra. Possiamo fermarci davanti al bosco e osservare le strade all'infinito ma non possiamo in alcun modo scegliere più strade. Inoltre io parlo come se fossi certo della mia e della nostra esistenza. Eppure se il tempo è infinito è anche infinitamente divisibile.
Ma se il tempo è infinitamente divisibile allora devono passare infiniti lassi di tempo affinché arrivi il momento della nostra esistenza. Ma come possiamo noi esistere se infiniti lassi di tempi prima di noi devono passare? E come possiamo fare una qualsiasi cosa se infiniti lassi di tempo compongono ogni mia azione o pensiero? Chissà che tutto quello che sto facendo non sia solo un infinito pensiero di qualcuno che non sta facendo altro che vagliare ogni possibilità.
Ma ora sto ragionando per assurdo e facendo una di quelle classiche ipotesi che funzionano solo dal punto di vista logico e, per quanto ami queste cose, non è questo ciò che voglio fare. Infatti non posso affermare la mia esistenza, ma sta di fatto che i sensi mi sembrano darmene la certezza. Inoltre prendo decisioni in maniera costante e questo implica un cambiamento in me, che però avviene di fatto; è perciò sicuro che io esista, anche se non so come.
Ma sapendo che ogni decisione ne esclude altre mille, se non di più, come si può scegliere? Come si può affermare di volere una possibilità che non sappiamo a cosa ci porterà anziché un altra? A questo punto non sarebbe meglio vivere la vita senza convalidare nessuna opzione? Forse sarebbe meglio vivere la vita così come viene, senza mai prendere una decisione.
Qualcosa di simile la diceva Kirkegard che essenzialmente divide le modalità di vita in: chi non decide mai e soggetto ad angoscia, chi decide in maniera ferma e subisce il pentimento, e chi invece sceglie per una sola volta di affidarsi a Dio e perciò far scegliere lui per noi, in modo che la nostra sarà sicuramente la scelta corretta. Ora, io sono meno che nulla come voi sapete, e non intendo filosofeggiare su come e cosa perché sono troppo giovane e troppo stupido. Io sono perfettamente cosciente della limitatezza e della esclusività delle nostre azioni, e quello che voglio capire non è tanto il modo migliore per decidere, bensì il perché ciò sia necessario.
Perché Frost ha scelto la strada meno battuta? Perché ha preso un sentiero sconnesso e ripido quando di fianco ce n'era uno più morbido? Eppure la strada non portavano entrambe al bosco?
Le nostre azioni sono per certo legate alla nostra volontà o alla necessità di un cambiamento e, inoltre sono inevitabili. Sei costantemente di fronte ad un opzione rispetto ad un altra o ad altre mille. Puoi continuare a leggermi, o puoi dare attenzione al tuo partner con cui non parli da settimane e con il quale hai una relazione al limite del baratro. Magari invece di leggere vuoi fare un attentato in piazza e riscattare i diritti delle donne, o dei neri, o della tua religione. Eppure mi chiedo se si possa vivere senza agire. Vivere senza agire, scegliere, decidere è come non vivere. È come essere una pianta antropomorfa senza nessuna possibilità di decidere sul proprio destino o sulla propria vita. Il grande potere dell'essere umano è quello di poter incidere nella maniera più variegata sul suo destino... E su quello degli altri. Vivere come una pianta non è vivere.
Uomini fummo, e or siam fatti sterpi!
(Stacca la spiiiiina...)
Me l'immagino così coloro che costantemente si lasciano vivere senza far nulla. Posso ancora capire (o quanto meno provarci) chi lascia le proprie decisioni ad altri. Chi si affida ad individui esterni a sé; come l'uomo religioso di Kirkegard, il quale si affidava però a Dio, e non ad un uomo qualsiasi. Non condivido l'idea di affidarsi completamente ad un altro essere umano per vivere, perché la vita senza vita non penso sia granché. Penso che la più grande paura di noi essere umani sia quella del tempo, che accoltelli continuamente, ma con cui non puoi trattare. Lui passa inesorabile e lento e ogni secondo, per quanto infinito, sarà perso per sempre e irrimediabilmente tu sarai più vecchio di quanto non sei mai stato e più giovani di quanto non sarai più dopo quell'istante.
Dopo una certa età gran parte delle nostre azioni sono votate ad un futuro prossimo o remoto. Scegliamo cosa studiare e con chi passare il tempo e spesso è la paura del tempo a far si che scegliamo male, o che scegliamo la via più semplice. Come se "la via più semplice" sia la migliore. È ovvio pensare che seguendo una strada più lunga e complessa ci sia più possibilità di fallire, e inoltre seguendo una strada più lunga il tempo perso sarebbe maggiore e ognuno di noi vorrebbe avere tutto e subito. La paura di perdere il nostro tempo ci fa optare, spesso erroneamente, per una strada più semplice. Un esempio? Un esempio è chi dopo due settimane di relazione parla già di amore. Certo perché se quell'individuo è davvero il suo vero amore, allora quell'enorme problema è risolto una volta per tutte. Abbiamo ottenuto l'anima gemella e non dovremmo più pensarci. Ma è davvero così? Quasi mai. Spesso quella che era il "nostro amore" o il nostro migliore amico, o anche solo il nostro divano non lo saranno a lungo.
La paura di sprecare il nostro tempo, che come abbiamo poc'anzi detto è ciò di cui più disponiamo essendo quest'ultimo infinito, e di non riuscire a realizzarci non fa altro che far avverare le nostre paure. Una volta che il nostro cuore verrà spezzato avremmo perso tempo avremmo ottenuto un delusione in più. Certo ovviamente entrano molti altri fattori in gioco (soprattutto nel caso dell'amore), ma non sto parlando di quelli (per quanto siano quasi inevitabili da considerare). Forse dovremmo stare attenti a ciò che seguiamo, così il tempo perso magari non sarà perso per davvero.
Esempio banale: se studi tanto, perderai più tempo si, ma prenderai un voto più alto. Se invece studi poco perché vuoi levarti da davanti il problema dello studio, magari prendi un brutto voto e alla fine non hai risolto niente.
Siamo talmente spaventati di non realizzarci e di non vivere a pieno che finiamo per cadere in ciò di cui abbiamo paura imboccando la strada per evitarlo. Siamo dannatamente bravi nell'auto-sabotarci. Non ribadirò mai abbastanza questa mia convinzione. A questo punto si ci potrebbe chiedere: ma se scegliendo anche attentamente si ci sbagliasse? Allora non sarebbe meglio non scegliere affatto?
No.
Non puoi davvero non optare per nulla. Se vivi così hai comunque deciso di vivere in quel modo e ritorniamo da dove abbiamo iniziato.
Io non voglio dire come vivere, né come discernere il bene dal male o che so io. Detto sinceramente tutto questo lo dico perché odio chi si lamenta di scelte stupide. Odio quest' incredibile omologazione nello scegliere la via più semplice per poi lamentarsene dopo. Frost ha scelto la via meno battuta, e per questo è diverso. Frost ha deciso di non essere come gli altri, di non cercare soluzioni semplici e sbagliate. Ha deciso di godersi il viaggio all'interno del bosco su un sentiero meno battuto e più lungo. Ora può ammirare il bosco dall'interno, può scorgere nuovi posti e strade, può addirittura evitare i briganti appostati sulla via principale che derubano chi passa di là.
La via semplice non è quasi mai la migliore.
Imparate a decidere da voi stessi e a vivere e non ad essere dei burattini che percorrono una strada che non ti mostra la bellezza del bosco e della selva. La mia è solo un esortazione nulla di più.
Sperate solo di scegliere il bosco, e non una selva oscura.
No perché veramente là ci sono leoni e lonze e lupe che fanno un casino. Una volta un mio amico c'è andato e tipo un casino è successo. Gente strana, traghettatori d'antico pelo. No, no veramente. Lasciate stare.
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