0.7 Fratellanza, Uguaglianza E...?
Era il sette Giugno del duemilaquindici. Erano gli ultimi giorni di scuola del mio primo anno al liceo scientifico. Ero un po' schizzatello quando ero più piccolo. Forse. Sarebbe stato il compleanno di mio padre se non fosse che lui era già morto da 4 anni. Ovviamente avevo già passato il lutto, anche se non posso dire che quell'evento non abbia avuto certi effetti su di me. E sicuramente questi effetti permangono in me tutt'ora. La cosa più triste comunque era è che io fossi ancora a scuola a giugno lo so. Ma c'è un perché. Il mio primo anno allo scientifico non è stato proprio il massimo per quanto riguarda il reddito scolastico, ma me ne sbattevo allora e me ne sbatto ora.
Ero a scuola perché dovevo farmi interrogare un ultima volta d'Italiano in un disperato tentativo di farmi alzare la media ad un molto poco dignitoso ma onesto sette. Mi ero preparato quasi tutto il secondo quadrimestre in un interrogazione di proporzioni stratosferiche. Il fatto che la mia professoressa fosse un po' bipolare sicuramente non andava a mio vantaggio. Inoltre non sono mai riuscito a capire nulla sua vita. Ogni volta che raccontava una storia sulla sua vita finiva per raccontarla tempo dopo ma cambiando il finale.
Una volta diceva di essere troppo magra e che nessuno se la filava perché ai tempi andavano le ragazze formose. Poi raccontava di essere stata formosa e che nessuno se la filava perché ai tempi andavano le ragazze magre. Una volta studiava troppo e non ballava mai e la volta dopo non studiava per ballare per ore e ore.
Ogni tanto ammirava la danza come massima espressione del corpo, e la volta dopo la massima espressione del corpo erano le arti marziali. Non sono mai riuscito a capire nulla sulla sua vita. Sta di fatto che quel giorno, nonostante la mia maxi-interrogazione presi 4.
Me la presi.
Le gridai "vaffanculo puttana" e poi successe un po' di casino tra i professori e mia madre. Io invece a fine giornata invece ero circolando da una folla di ragazzi increduli alle mie azioni che mi glorificavano come il più grande eroe di tutti tempi. E qualcuno nel frattempo mi diceva che per quello che ho fatto sarei stato bocciato.
"Lo so.", rispondevo.
Non mi bocciarono. Anzi col tempo acquisii addirittura un buon rapporto con la professoressa in questione.
Anche se, ancora una volta, non capii come prese la cosa. Ogni tanto se ne usciva con " Tu hai avuto la presunzione di parlarmi in quel modo! Non ti perdonerò mai! "
E altre volte se ne usciva con " Tu hai avuto il coraggio di dirmi quello che pensavi! I tuoi compagni dovrebbero prendere esempio da te! "
Nonostante ciò abbiamo comunque mantenuto un buon rapporto. E mi scusai con lei e con gli altri professori per tutte le mie angherie solo nel discorso finale dopo il mio esame di maturità. Decisi di scusarmi una volta e con tutti per pura onestà. Mai in vita mia ho fatto il ruffiano con i professori.
Anzi in genere ero quello che andava contro se necessario. Le mie scuse sono state un atto di libera scelta, e non un qualcosa dettato dalla convenienza. Tutti mi hanno elogiato per il mio coraggio giusto? Ma coraggio di cosa? Di dire quello che penso. Ma perché non dovrei dire quello che penso? Non dovrei dire quello che penso nel caso quello che penso non sia opportuno al contesto in cui mi trovo. Io quindi mi sono liberato dai vincoli scolastici in un propulsivo quanto violento "Vaffanculo". Ed è con questo pretesto che voglio provare a capire cosa intendere "libero".
Non aspettatevi una risposta da me. Solo delle speculazioni.
Le mie scuse come il mio vaffanculo sono state scelte mie, che però sono in un modo o in un altro influenzate da qualcosa. Infatti se non fossi stato influenzato da idee come il rispetto o cose così avrei sicuramente insultato la mia professoressa prima e anche più speso. La libertà umana è fortemente collegata sia alla nostra coscienza che alla società. Nulla di nuovo lo so. Spesso si pensa che poiché siamo influenzati dalla società e dal contesto in cui viviamo allora non siamo liberi per davvero. Anche se la civiltà e la società attuale dovrebbero teoricamente renderci liberi. Tuttavia l'uomo continua a tendere alla libertà come qualcosa che si deve ancora raggiungere. Allora mi chiedo se sia la tirannia della società liberatoria in quanto ci dà l'illusione di libertà o se sia la libertà ad essere tiranna.
La libertà infatti come dicevo nel capitolo precedente è un concetto astratto e nel momento in cui essa viene raggiunta svanisce. Che vuol dire essere liberi? Non essere influenzati da nulla e in alcun modo in maniera assoluta? E in tale concezione dovremmo includere anche le nostre peculiarità fisiche e biologiche in quanto limitanti? Io ad esempio non sono libero di volare. Sono vincolato dalla gravità e dalla terra. E se potessi volare non mi stancherei e non sarei poi costretto a toccare terra? E se la terra non ci fosse allora non sarei libero di toccare terra. E se invece ci fosse e io fossi instancabile allora non sarei libero di stancarmi Se infatti io potessi volare non sarei comunque soggetto alla forza di gravità o alla fame o a dei sensi limitati?
Se Magari per essere liberi noi umani abbiamo bisogno di vincoli. Di limiti. E se allora fosse il mio intelletto ad essere limitato? Non basterebbe conoscere ogni cosa. Infatti se conoscessimo ogni cosa non saremmo liberi di non conoscere le cose. E se fossi onniscente magari potrei acquisire la massima libertà intellettuale avendo a piacimento una conoscenza limitata oppure no. Tuttavia non posso immaginarmi un triangolo con cinque lati. Allora anche il mio intelletto è vincolato da delle leggi che non sono stato io a creare. E inoltre pur io essendo libero completamente da vincoli sarei comunque esistente. Ma io non ho scelto di esistere. E se non ho scelto di esistere allora sono stato privato di una scelta assolutamente importante, e perciò non sono libero. Ma come potrei scegliere di esistere?
Se scegliessi di esistere allora poiché io scelgo allora esisto, e comunque non sarei stato io a sceglierlo.
E se invece scegliessi liberamente di essere schiavo? Allora in quel caso sarei libero?
Devo essere libero di fare qualcosa o libero da qualcosa? Entrambe. Le due cose coincidono. Ponendo inoltre che io sia libero completamente e fossi libero da ogni vincolo che motivo avrei di scegliere? Se nulla mi condiziona allora non avrei motivo di scelta. E se non ho motivo di scegliere allora non scelgo. Ma se non scelgo non sono libero.
Leibniz fece un esempio davvero azzeccato per descrivere l'assurdità di una libertà assoluta.
Se ponessimo un asino in maniera equidistante fra due stesse quantità di cibo, dove andrebbe a mangiare?
Morirebbe di fame.
Una libertà assoluta è impossibile poiché una totale alienazione da qualsiasi influenza fa in modo che nessuna scelta abbia senso togliendo ogni motivo per cui scegliere, facendo si che non si scelga. Dico ciò poiché molte persone pensano di non essere libere perché soggetti ai canoni della società e quindi il nostro Io fa si che non si realizza quello che invece vorrebbe il Es (la nostra parte subconscia). Ma se il nostro Io ed il nostro Super-Io non si formassero, facendo in modo che non sviluppando una coscienza non si è soggetti ai canoni esterni, allora: Non avendo una coscienza saremmo solo un realizzarsi d' impulsi dettati dai nostri sensi, e perciò non avremmo nessuna scelta.
Tuttavia avendo noi una coscienza e un super-io siamo soggetti a canoni e ad influenze che perciò non ci rendono liberi, ma sicuramente così siamo più liberi di quanto non lo saremmo senza una coscienza.
Come umani noi siamo liberi in quanto vincolati, e in quanto divisi. Se infatti ogni nostra azione fosse dettata dai sentimenti allora saremmo privi di scelta. Se ogni nostra azione venisse detta dal raziocinio in base a ciò che ci conviene allora non saremmo liberi in quanto faremmo solo ciò che è meglio per noi su base razionale.
Se la persona che ami è felice con qualcun altro che faresti? La lasceresti o per un tuo vantaggio amoroso faresti di tutto per farla stare con te?
La verità è che essendo noi divisi tra ragione e sentimento allora siamo liberi. Non saremmo liberi fisiologicamente o onnipotenti in modo da cambiare la realtà secondo il nostro libero arbitrio certo. Ma siamo liberi di scegliere le nostre azioni; è questa è la base fondamentale della libertà. Possiamo scegliere tra ciò che è giusto o ciò che è meglio. Siamo liberi poiché non siamo liberi. Se non fossimo vincolati allora non saremmo liberi, ma privi di scelta e di libero arbitrio.
Perciò la Libertà non è l'assenza di vincoli, ma la presenza di giusti limiti.
Vabbé se poi se Dio è tutto un altro discorso per carità.
Io però non sono Dio.
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