0.2 Dispari
Dove eravamo arrivati?
Ah già.
Noi non vogliamo metterci a nudo e perciò pensiamo non avrebbe senso asfissiare noi stessi con le nostre stesse sofferenze. Prima però voglio chiarire una cosa. All'inizio avevo detto che questa era una biografia vero? Be', non proprio, ma quasi. Questo è un semplice divagare in cui parlerò di ciò che penso e magari ogni tanto anche della mia vita... Ma tanto non so nemmeno io cosa scriverò.
Improvviserò in modo che tutto sia il più naturale possibile. Io mi ritengo un falso, anzi, io non mi ritengo. Quando parlo dico spesso di essere una persona sincera ma non è davvero così. Per quanto io ci provi sono un falso, anzi nemmeno quello; io non sono niente. Provo ad essere sincero e pure non sempre ci riesco e ciò fa di me un assoluto niente. È una cosa del tutto normale lo so, ma a me questa cosa mi tormenta. Sono quasi ossessionato dall'essere il più vero possibile e questo comporta una sorta d'irritazione ogni volta che non ci riesco e, purtroppo, capita spesso che non ci riesca. Vi farò alcuni esempi per farvi capire meglio.
Un giorno sono andato in un bar insieme a mia madre, così, tanto per mangiare qualcosa di buono la mattina. Una volta entrato nel bar, la barista mi ha salutato. Io tuttavia non riuscivo a capire chi fosse e così mi sono fermato cinque secondi a pensare. Infine, dopo essermi ricordato che questa ragazza aveva seguito un corso di teatro con me, mi sono girato e non l'ho salutata. Ma perché? Perché mai ho fatto così?
Perché semplicemente mi sono reso conto che sarebbe stato davvero strano contraccambiare il saluto dopo cinque secondi di silenzio e, per non sentirmi in imbarazzo, ho deciso di far finta di niente. Avrei potuto benissimo contraccambiare il saluto e spiegare la situazione (come sarebbe stato giusto) ma non l'ho fatto; e non l'ho fatto poiché mi sentivo a disagio. Questo fa di me un falso. O forse no?
Odio il fatto di non riuscire ad esprimere sempre me stesso nonostante sia io stesso a dire di provarci in continuazione. E quante volte poi ho pensato cose che non ho detto. E quante volte poi non ho esternato ciò che provavo. Io odio il non riuscire ad esprimermi perché il riuscire ad esprimersi in maniera veritiera per me è assolutamente fondamentale. E ciò lo dico essendo però perfettamente cosciente di mentire. Il sol fatto di essere diviso (come ogni umano) fa di me un bugiardo.
Vi spiego meglio quello di cui parlavo prima.
Entro in un bar insieme a mia madre per prendere qualcosa da mangiare a colazione. Così andiamo verso la cassa.
La cassiera mi guarda, mi saluta e nella mia mente succede più o meno questo:
"Ma chi cazzo è questa? Boh è carina ma sembra una tredicenne di ventotto anni peruviana... Ma forse la conosco... Ah, è *nome ignoto della ragazza*, non l'avevo riconosciuta. E adesso che faccio? Sono passati tipo 5 secondi e non ho detto niente. Dovrei salutarla? No, meglio rimanere in silenzio con una faccia indifferente e far finta di niente."
Ecco, questo è un esempio di quelle situazioni che io detesto vivere. Avrei potuto benissimo salutarla, o dire qualcosa, anche se farlo dopo qualche secondo di silenzio sarebbe stato imbarazzante. Alla fine però l'avevo riconosciuta quindi salutarla sarebbe stata la risposta più sincera, magari dicendo cose tipo:
"Ah non ti avevo riconosciuta con questi occhiali!"
(Cosa tra l'altro vera, erano stati proprio quei bastardi a confondermi e a farmi pensare più del dovuto).
Se avessi fatto così sarei uscito da quella situazione molto più serenamente. Invece l'aver fatto finta di niente e non essere riuscito a dire qualche sciocchezza solo per imbarazzo mi ha turbato. Mi ha turbato MOLTO di più di quanto dovrebbe. Mi ha turbato a tal punto che a volte ci penso con rammarico e quasi maledico lei con quei suoi dannati occhiali malefici, e maledico quel locale e maledico me per non essere stato in grado di fare una cosa tanto semplice come un saluto.
So che può sembrare sciocco o addirittura ridicolo (o peggio, tremendamente romanzato) quello che vi sto dicendo, ma vi assicuro che è tutto vero. E situazioni come questa miei cari amici mi capitano spesso, e, perciò mi ritrovo spesso a crucuarmi su situazioni di tale genere; anche se questa è una di quelle che di più mi ha fatto innervosire. Perciò quello che odio in sintesi è il non sapermi esprimere a causa dell'imbarazzo.
Anche se in realtà odio il non sapermi esprimere ma certe volte ci sono delle attenuanti che mi facilitano a mandar' giù il boccone.
Ma di che tipo di imbarazzo si sta parlando? L'imbarazzo causato da noi stessi per noi stessi. Sì perché spesso capita di essere in situazioni di disagio che però poi raccontiamo ai nostri amici e ci ridiamo su, ma facciamo molto più fatica a raccontare tali eventi quando la vergogna la sentiamo solo noi e siamo stati solo noi stessi a crearla per quella persona che, appunto, siamo noi.
Ordunque (non so, mi va di parlare così) l'imbarazzo in questione non è per niente quel' imbarazzo che crea una situazione divertente che potreste raccontare ai vostri cari. È invece quel tipo di disagio che per un qualche motivo vi turba e di cui non avreste piacere di parlare.
Ma perché vi turba?
Ne parleremo dopo...
No no sto scherzando, ho già lasciato a metà un discorso e non mi va di troncare tutto sul più bello ogni volta come se fossimo nell'Orlando Furioso.
I motivi per il quale ci sentiamo a disagio (perché è questo quello di cui stiamo davvero parlando) possono essere i più svariati e possono cambiare da persona a persona, ma quelli che ci turbano, ci turbano perché non dovrebbero farlo. Ci turbano perché non abbiamo davvero motivo (pensiamo) di starci male, ma ci stiamo male lo stesso (anche se si può comunque avere coscienza del perché ci sentiamo a disagio anche quando non dovremmo).
Perché è normale sentirsi in soggezione quando si è il settimo in comodo e poter perciò poi raccontare la cosa ridendo a qualche amico. Ma può capitare di sentirsi male anche per situazioni di cui non capiamo il perché ci provochino disagio; come vedere una coppia di amici litigare e magari ricordare inconsciamente il divorzio dei genitori o che so io. O magari sentirsi male quando si vede qualche ragazza un po' troppo scollata perché la madre o il padre o i compagni di classe ti hanno definito "zoccola" e quindi starci male per associazione. Oppure come nel mio caso stare male per non avere detto quello che penso (che io stupidamente identifico come "verità") perché quando ero bambino... E la finiamo qua.
Poi vi spiego.
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