extra | special weekend | first part
"Smettila di fare storie! Tu andrai a stare da Jacob e i suoi genitori." ribadisco per quel che sarà, probabilmente, la cinquantesima volta, a Juliette, che non fa altro che lamentarsi, perché vuole passare il weekend con me. Per quale assurdo motivo non vuole andare dal suo ragazzo? Oh, beh, hanno litigato: Jacob ha prestato il pennarello ad un'altra compagna di banco. Che posso dire? I problemi in paradiso sono i peggiori, sebbene i suoi non possano essere definiti tali.
"Vedrai che stando con lui, risolverete tutto." la rassicuro, convinta che, dal momento che sono bambini, faranno subito pace con il mignolino. Poi però mi ricordo che con mia figlia é tutto differente, che usa il mio stesso motto, ovvero Dio perdona, io no e questo, non la porterà di certo lontano.
"Ma tu dove devi andare?" mi domanda incuriosita, anche se ho un po' paura a dirle che starò per il weekend in una casa in montagna con Jason, che tra l'altro chiama già papà anche se si conoscono solo da cinque mesi. Ricordo il suo primo giorno alle scuole elementari: s'era vantata d'avere una mamma sexy e un papà super sexy - parole testuali.
"Vado via per lavoro." mento, nell'esatto momento in cui Jason posteggia alle nostre spalle la macchina, suonando il clacson numerose volte, per invogliarmi a sbrigarmi.
"E perché c'è Jason?" continua imperterrita, mentre io le rifilo baggianate su baggianate.
Il fastidioso tentativo di attirare la mia attenzione senza pietà, mi sta facendo perdere le staffe e quando mi volto per fulminare il mio amato coglione con lo sguardo, mi ritrovo un'altra macchina, che mi fa sospirare dal sollievo.
"Siete arrivati, finalmente!" borbotto, già stufa di stare in piedi, soprattutto se si tratta di quest'ora del mattino.
"Non ti rispondo soltanto perché sei la compagna di Jason." ribatte Aaron, pronto a prendere Juliette con sé, anche se a vedere la faccia di Jacob, direi che neanche lui è pienamente d'accordo.
"Falle mangiare cibi sani, quindi esclusa categoricamente pizza, sushi e McDonalds, deve andare a dormire presto, non dopo le 10 pm, e cosa più importante, falle fare i compiti per mercoledì." gli elenco tutte le cose più importanti che mi vengono in mente mentre lui mi guarda spaesato. Nonostante sia padre pure lui, ogni tanto mi confida quanto sia spaventoso, ché ha sempre il timore di sbagliare qualcosa e il fatto che se ne preoccupi, é solo un segno positivo perché ciò significa che farà sempre attenzione.
"Sì certo, voi divertitevi. Non rompete troppe cose, mi raccomando" si congeda, lanciandomi un occhiolino di intesa e senza nemmeno concedermi il tempo di spegnerlo per bene, avvia il motore e parte. È la prima volta che lascio mia figlia per un'intera giornata dai Kent e le paranoie si stanno già intrufolando nell'anticamera del mio cervello. Cercando di rimanere positiva e pregando il Signore di proteggere mia figlia da qualsiasi male, rivolgo il mio sguardo verso l'altra macchina, dove un Jason concentrato, è impegnato a fare qualcosa al telefono.
"Stai guardando un porno e con quella smorfia cerchi di non farti riconoscere?" chiedo salendo e agganciando poi la cintura di sicurezza, beccandolo a giocare a Candy Crush, e a momenti mi viene voglia di rientrare a casa: l'anno scorso era fissato con Cooking Fever e adesso con quest'altra applicazione!
"Eh?" balbetta confuso, alzando lo sguardo dal telefono e mostrandomi i suoi fantastici occhi.
"Lascia perdere. Partiamo?"
"Che il nostro weekend in montagna abbia inizio!" assente e poi urla ai quattro venti, facendomi sorridere come una tredicenne alla sua prima cotta.
• • •
"Non prendere troppo cibo." puntualizzo osservando il nostro carrello pieno.
"Non ti preoccupare, mangio tutto." mi risponde con un'alzata di spalle.
"È proprio quello di cui ho paura, non voglio un ragazzo grasso come un palloncino." dico scherzosa, facendolo girare verso di me, fulminandomi istantaneamente.
"L'ultima cosa che potresti mai dirmi è che sono grasso... guarda che addominali!" esclama, alzandosi la maglietta per mostrare il fisico da atleta che il suo coach, essendo rigido come un palo, con infiniti esercizi gli ha fatto tonificare.
"E poi ci sei tu che sei un pozzo senza fondo." aggiunge facendomi diventare rossa come il sedere di un babbuino.
"Non temere: nel caso ingrassassi, ti farei tornare nuova con molti esercizi fisici." mi informa maliziosamente, vedendo che sono arrossita vergognosamente.
"La palestra non fa per me." mormoro, portando il carrello avanti, sperando così terminare la conversazione, ma non ci riesco.
"E chi ha parlato di palestra?" sogghigna, ma io rimango un po' perplessa, non sapendo dove altro potrei fare esercizi per dimagrire, e lui, notandolo, mi avvisa:"Te lo mostro dopo, zuccherino."
E solo adesso colgo il significato della sua precedente affermazione e, anche se non vedo l'ora, faccio finta di rimanere sconvolta: la mia bocca prende la forma di una O perfetta e la mia mano va a contatto con la nuca per un cosiddetto coppino.
"Finalmente ci sei arrivata!" esulta afferrandomi per i polsi affinché smetta di schiaffeggiagli la nuca e il bicipite. Inchioda i suoi occhi nei miei e sembra cercare le parole esatte da pronunciare, ma tutto quel che odo poi é:"THE FLOOR IS LAVA!"
Lo fisso torva e cerco velocemente un posto per potermi salvare, ma siccome adesso ci troviamo nel reparto di bibite, le quali sono quasi tutte fatte di vetro, salgo in groppa alla persona più vicina. Non posso credere di avere venticinque anni e di avere appena ceduto a questa stupida sfida, andata in voga mesi fa.
L'uomo – che scopro poi trattarsi di un ragazzo di sì e no sedici anni – mugugna qualcosa, confuso da questa mia azione mentre la risata del biondino riecheggia.
"Non sono una pedofila, giuro." parlotto velocemente, in imbarazzo mentre questo cerca di guardarmi in faccia.
"Okay, ma puoi scendere?" é palesemente irritato e io, mortificata, mi rimetto in piedi chiedendogli perdono.
"Scusa accettate, torni pure nella casa di riposo." sputa acido lasciandomi completamente sbigottita e profondamente indignata. Sto per ribattere, ma Jason mi precede dopo aver smesso di ridere.
"Che cazzo hai detto?"
"Jason, lascia perdere." cerco di bloccarlo dal prendere a botte quel ragazzo, anche se, vista la sua statura, è piuttosto difficile.
"No, quel bambino non ha capito un cazzo." sbotta, guardando con occhi di fuoco il ragazzo, che se ne sta fregando altamente della situazione e, come se non bastasse, lo sta anche osservando con uno sguardo di sfida.
"Sei adulto, devi fare da esempio." blatero cazzate, anche se non hanno un minimo effetto su di lui.
"Bimbo, quanti anni hai?" mi ignora, domandando per chissà quale motivo l'età al ragazzetto, che se ci vedo bene, dovrebbe avere sui sedici anni.
"Diciotto." risponde arrogante come se avere diciott'anni significasse essere maturi ed essere in grado di battere Jason.
"É maggiorenne, posso picchiarlo." borbotta girandosi verso di me, e quasi lo vorrei prendere a schiaffi per la sua stupida affermazione.
"Che razza di mentalità hai?" sbuffo, stufa di avere a che fare con due bambini.
"Bimbo, le vedi queste chiappe sode e queste tette? Ti sembrano di una vecchia?" cerca in qualche modo di difendermi, riuscendoci malamente, anche se apprezzo lo sforzo.
"Smettila e andiamocene." lo prendo per il polso, ma non si sposta neanche di un millimetro, continuando ad aspettare la risposta del deficiente difronte a lui.
"Ora che ci penso, hai ragione. É una da porno." dice come se nulla fosse, e seppur io stessa vorrei prenderlo a schiaffi, cerco di non fare nulla di cui potrei pentirmi.
"Ti rispedisco nell'utero di tua madre se non ti rimangi quel che hai detto." minaccia a bassa voce Jason, rosso dalla rabbia.
"Probabilmente, mi lancerai come la palla che hai tirato nella scorsa partita nelle Filippine, ma indovina? Non farai alcun canestro!"
Roteo gli occhi al cielo e strattonando Jason, mi faccio spazio per mollare uno schiaffo a questo adolescente ingrato, lasciandogli impresso il mio palmo e un po' le mie cinque dita. Trascinando, come se fosse un cane, il biondino riusciamo ad arrivare alla cassa.
Pagato il tutto, saliamo in macchina e in quarantacinque minuti buoni, arriviamo a destinazione.
"L'avrei ammazzato, ero a tant-" lo afferro per la maglietta per baciarlo, chiudendogli in tal modo la bocca riguardo questo odioso incontro.
"Bel modo di zittirmi."
N/A
C'é una seconda parte di questo extra, la quale, tra l'altro, é anche l'ultimo capitolo. 👀
Cosa credete che succederà nella casa in montagna?😏
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