extra | im juliette
Presentare Jason a Juliette mi mette più ansia del dovuto. Insomma, Juliette é socievole, quindi non dovrebbe avere problemi con Jason, e questo invece é dolce, almeno credo, con i bambini. Ma se andasse tutto storto? Se a Juliette non piacesse Jason e se Jason non sopportasse Juliette perché in lei vede Cole?
Con queste paranoie, chiamo mia figlia per poterla preparare a questa cena, alla quale ho invitato il biondino, il quale, sapendo che in cucina sono una frana, ha ben pensato di portarcela.
"Mamma, ma il tuo amico é il tuo fidanzato?" domanda curiosa la brunetta, seduta attualmente sul braccio del divano, mentre le pettino i lunghi capelli.
"Mh, no." rispondo mentre appoggio il pettine sul comò accanto per formare tre ciocche per la treccia.
"E perché gli dai baci sulla bocca? Io e Jacob ce li diamo e siamo fidanzati." dice e io strabuzzo gli occhi, sciogliendo quel poco di treccia che le ho appena fatto.
"Tu cosa? Juliette!"
"Non ho detto niente." si tappa la bocca con entrambe le mani, sghignazzando, lasciandomi leggermente sconvolta a questa scoperta. Mia figlia regala baci già all'età di cinque anni al suo fidanzato, ottimo, ha una vita sentimentale più attiva e solida di sua madre.
"Sei arrabbiata, mamma?" chiede timorosa con la sua dolce vocina, senza voltarsi permettendomi di aggiustarle i capelli.
"No, piccola, ma non devi baciare chiunque, okay?" le raccomando e la paura che lei possa divenire una di quelle ragazze del liceo che si sentono Blair Waldorf con qualche sfumatura di Serena Van Der Woodsen della serie tv Gossip Girl, mi pervade la mente. Se da un lato mi dà la certezza che lei non si farà metterà i piedi in testa da nessuno, dall'altro mi preoccupa il fatto che possa essere etichettata una ragazza facile.
Okay, oggi ho la fantasia alle stelle.
Devo assolutamente rilassarmi o rischio di uscirne pazza.
"Ma posso baciare Jacob? Io lo amo." confida e io per poco non mi strozzo con la mia medesima saliva. So che certe cose vanno prese con le pinze, che non devo assillarla o altro, ma da madre ho il diritto di imporle dei limiti.
"Okay, però baci solo Jacob e nessun altro."
"Va bene." obbedisce tranquillizzandomi, "Tu non ami Jason?" ficcanasa nei miei affari, ma fortunatamente vengo salvata dal suono del campanello. Dico a Juliette di passarmi l'elastico e in fretta e furia termino la treccia, per poi andare ad aprire la porta insieme a lei. Jason é vestito in modo casual e tiene un sacchetto che probabilmente contiene la nostra cena. Si abbassa subito all'altezza di mia figlia e le porge la mano presentandosi.
"Io sono Juliette." si sorridono calorosamente e, anche se mi duole interrompere quel momento, annuncio che é giunta l'ora di mangiare. Lei scatta subito verso la tavola già apparecchiata concedendo a me e a Jason il tempo di salutarci.
"Hey!" esclamiamo all'unisono e ci avviciniamo per scambiarci un bacio a stampo veloce. Poi raggiungiamo la marmocchia e ceniamo tutti insieme.
Parlano tranquillamente, senza alcun problema, di cose personali e non, ma sento ancora la paura che la situazione prenda una brutta piega.
"Ti piace la pasta?" Jason sposta l'argomento della conversazione dall'asilo al cibo, prendendo una forchettata in bocca.
"Sì, mamma non la fa mai!" mugugna lanciandomi un'occhiataccia e io mi difendo:"La cucina italiana non é il mio forte."
"La cucina in generale, vorrai dire." si beffa di me e io, da sotto la tavola, gli mollo un calcio, mantenendo un sorriso rivolto a mia figlia.
"Jason, tu ami la mia mamma?" domanda improvvisamente, e io sento subito l'estremo bisogno di venire sotterrata, per la vergogna.
"Ehm..." balbetta spaesato Jason, e anche se un po' ci rimango male, capisco che non può dire a mia figlia che mi ama come se non fosse nulla.
"Juliette, non sono domande da porre queste." la rimprovero, facendole spuntare sul viso una smorfia di scuse, facendomi quasi intenerire.
"Scusa."
"No no, tranquilla. Julie, sì, amo la tua mamma." mi blocca Jason, facendomi spuntare un enorme sorriso sul viso, che cerco di nascondere inutilmente con la mano.
"Che bello! Anche io e Jacob siamo innamorati!" esclama lei, tutta emozionata per la sua relazione, tanto che mi fa pensare di voler ritornare alla sua età, per essere così innocente.
"Me lo ha riferito."
La cena cala in uno strano silenzio che viene però interrotto dal masticare a bocca aperta di mia figlia.
Porto una mano sulla testa, come a volerla sbattere ripetutamente contro il tavolo, ché esasperata. Le ho detto un sacco di volte di mangiare con la bocca chiusa.
"Mastica con la bocca chiusa, piccola." sbotto, rimproverandola, facendola solo innervosire di più.
"No." disobbedisce, incominciando a masticare ancora più frequentemente, sempre a bocca aperta.
"Juliette." la richiamo, ma mi ignora bellamente.
"No."
Le rivolgo uno sguardo di rimprovero che la fa scappare dritta in camera sua, lasciando me e Jason in una situazione scomoda.
"Scusami, è molto iperattiva." mi scuso al suo posto, rivolgendogli uno sguardo pieno di scuse, per la serata tremenda che gli sto facendo passare.
"Ci penso io, stai tranquilla." si offre, alzandosi dalla sedia, già pronto ad avviarsi verso la camera della piccola peste.
"No, Jason." lo blocco, ma serve a poco, dato che ribatte subito con un semplice "Continua a mangiare, che te la riporto in un battibaleno con la parlatina di prima".
Mi fa l'occhiolino e io aspetto seduta, con la mano che regge a malapena la mia testa, aspettando che si rifacciano vivi.
Ho quasi paura di cosa sta succedendo nell'altra camera, dato il silenzio che riempe l'appartamento, ma finalmente, dopo un'eternità, i due tornano a farmi compagnia e, come promesso, mia figlia parlotta di cose varie.
"Jason é divertente e gentile, mamma." lo elogia la piccola, e anche se vorrei solo concordare, sono leggermente imbarazzo a farlo davanti a lui.
"Sì, non é male." dico con nonchalance, sebbene il soggetto di questa conversazione sia proprio davanti a me. Mi rivolge una linguaccia mentre io rispondo allo stesso modo, mettendomi in ridicolo come mio solito.
La serata continua e per fortuna la cena va avanti senza troppi impicci fino a quando ci ritroviamo siamo seduti sul divano a guardare uno dei soliti stupidi film per bambini che piacciono tanto a Juliette.
Tra i due, però, non saprei dire chi è il bambino, dato che stanno entrambi ridendo per le battute squallide del film, facendomi spuntare un sorriso da ebete, vedendo le persone più importanti della mia vita insieme, in armonia.
"Jason," richiama mia figlia, cercando di smettere di ridere e vedendola in difficoltà, blocco per un momento il film, "Ma tu sei il mio papà?"
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top