9 | chill, dude

Sono ancora nella suite, stranamente pulita, di Jason Kent e, nonostante fossimo riusciti a conversare civilmente prima, ora ci troviamo a bisticciare nuovamente per cose irrilevanti. La stanza all'improvviso cala in un tetro silenzio che, fortunatamente, viene interrotto da colui che vi alloggia.

"Ti senti meglio?" chiede con fare premuroso, visto i sintomi del post-sbornia.

"Mh, sisi." assento, riprendendo subito a giocare col cellulare del ragazzo, dal momento che il mio lo tiene una persona a me sconosciuta. Sto cercando di mettere in padella più hamburger possibili, ma questi vogliono i dolcetti ed io non ho diamanti! Corrugo la fronte e metto il broncio.

"A cosa starai mai giocando che sia più interessante che parlare con me?" sospira divertito, posando le gambe sul tavolino difronte al divano, sul quale siamo seduti.

"Qualsiasi cosa sarebbe più interessante che parlare con te." affermo antipatica, ma sincera, continuando a mettere il ketchup sugli hot dog.

"Non ci conto molto." replica, improvvisamente più vicino a me di quanto lo fosse prima. Anche di mattina é bello, non é possibile!

"Tu credi?" lo sfido, alzando il viso verso di lui, avendo ormai perso la partita.

"Ne sono sicuro." sussurra, a distanza di pochi centimetri dal mio viso, abbassando poi lo sguardo sulle mie labbra.
Mi sento fremere sotto il suo sguardo e non capisco neanche il motivo.
Sono consapevole di avere gli ormoni in subbuglio, ma suvvia, devo contenermi!

"Vuoi una dimostrazione?" propone e quasi non cedo alla tentazione, prima che la porta si spalanchi ed una ragazza minuta, della nostra età, varchi la soglia.

"Ma buongiorno, siete ancora vivi?!" urla a voce fin troppo alta ed un lamento scappa subito dalle mie labbra, essendo ancora in una fase post-sbornia.
Nel frattempo Jason si allontana da me, per ristendersi sul divano, portandosi una mano sulla fronte, esasperato pure lui dalla voce della ragazza.

"Cazzo Carly, abbassa quella fottuta voce!" dice furente Jason e subito collego, quella Carly è la Carly che ci ha riportato qui e con la quale ho parlato al telefono. La scruto dalla testa ai piedi sperando di rammentare qualcosa, ma fallisco miseramente.

"Bello, abbassa la cresta. Faccio ciò che più desidero, vero tesoro?" ribatte lei, spostando lo sguardo verso di me, come a chiedere conferma, che sorrido per gentilezza, mentre Jason sghignazza.

"Che sei venuta a fare?" domanda finalmente il signorino Kent, mentre io mi rigiro dall'altro lato, per non ascoltarli.

"E' questo il modo in cui mi ringrazi dopo aver salvato la tua ragazza da un possibile stupro?" esclama, fingendosi scandalizzata e portandosi una mano al petto, aprendo la bocca.

"Non sono la sua ragazza."

"Non è la mia ragazza." puntualizziamo contemporaneamente io e Jason, prima che la ragazza alzi gli occhi al cielo come a non crederci.

"Fate come volete, ma l'ho salvata lo stesso, ci vorrebbe Obama con le medaglie... aspetta Jason, tu lo conosci? Chiamalo!" continua a parlottare, ma noi non la calcoliamo più e ci ristendiamo comodamente sul divano.

"Ma non la sai proprio chiudere quella bocca te?!" grida spazientito il ragazzo al mio fianco, nell'esatto momento in cui un altro ragazzo entra nella stanza.

"Ma cos'é tutto questo caos? State svegliando tutti!" ci riprende e quando mi vede, mi sorride. Io non ricambio e lo ignoro.

"Ma certo, fate con comodo, mi casa es tu casa!" prosegue tralasciando quello che gli é appena uscito dalla bocca e girandosi verso di me, che ho gli occhi nuovamente attaccati al suo cellulare.

"Staccati da quel coso! Non mi puoi lasciare solo con questi qua." mi informa, questa volta rivolto a me, mentre io alzo di poco la testa, giusto per incontrare il suo sguardo.

"Invece posso." comincio, "Sono amici tuoi, non miei" dico e rivolgo l'attenzione al gioco che sto facendo.

"Andatevene tutti a fanculo." impreca, fintamente incazzato, imbronciando le labbra e mettendosi a braccia conserte.

"Uh, il piccolino, si è offeso." lo deride Carly subito seguita da me ed un ragazzo, che ancora non so chi sia.

"Volevi contiuare a sbaciucchiare Ruth?" continua a chiedere sogghignando, mentre il mio viso diventa rosso come lo smalto che ricopre le sue unghie.

"Non ci stavamo baciando!" comunico e subito tutti rivolgono la loro attenzione su di me.

"E comunque anche se fosse, Ruth ne sarebbe più che felice." conclude Jason, peggiorando le cose, mentre io copro il mio viso con le mani.

"Non quanto era felice ieri con me." si immischia improvvisamente il ragazzo e subito il ricordo delle cose che Carly mi ha detto al telefono mi torna in mente. Ah, quindi é lui?

"Che cazzo, Theo?!" urla Jason, senza più il sorriso sulle labbra.

"Ehi, amico, calmati!" ride amaramente il ragazzo che ho scoperto chiamarsi Theo e che ieri sera mi ha baciata.

"Mi calmo 'sto cazzo, sei il mio migliore amico!" gli punta il dito contro, non posando ancora lo sguardo su di me, che sono ancora pienamente confusa.

"E che vuol dire? Lei non è la tua ragazza ed io posso fare quello che voglio." contesta giustamente Theo, mentre io ancora non mi spiego quest'improvvisa protezione, se così può definirsi, nei miei confronti da parte del cestista.

"E tu, invece che scusa hai, eh? Dici tanto di non essere puttana, eppure la dai al primo che capita, cazzo!" queste sue parole mi lasciano di stucco.

"Ma come ti permetti? Posso fare quello che voglio, non devo riportare ogni fatto a te, e cazzo ero ubriaca!" obietto, vedendo per un attimo, un senso di colpa vacillare nello sguardo di Jason, prima di sorpassarlo con una spallata e dirigermi verso la porta.

"E poi puoi dire tutto a me, tranne che sono puttana. Le uniche puttane sono quelle che ti porti a letto." sputo tagliente, rigirandomi un'ultima volta prima di aprire la porta.
Credere al fatto che volessi perfino baciarlo, mi fa sentire davvero stupida!

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