35 | come here

La mia dignità sta per essere sotterrata nel profondo.
Alla fine della partita sono stata in grado di fare un canestro da tre punti e cinque da uno, al contrario di Jason che con divertimento e poca fatica, é riuscito ad ottenere sette baci, tre bagni o docce assieme e due spogliarelli privati da parte mia.
Ma che mi aspettavo? Che perdesse? Non a caso è il capitano della sua squadra! Stupida, stupida e stupida, mi rimprovero mentre accanto a me, lui sta ancora godendo della situazione. Ho il broncio, ma questo scompare quando si toglie la maglietta e il mio cervello va in panne dinanzi a un tale panorama. Accantono la mia rabbia per un attimo e, ignorando il fatto che puzzi come solo un maiale può puzzare, gli salto addosso circondandogli il collo con le braccia. In un primo tempo, perde l'equilibrio, ma lo riprende subito inchiodando i piedi al terreno, permettendomi di contemplarlo per pochi secondi e in quell'arco di tempo, ringrazio chiunque essere superiore per averlo introdotto nella mia vita, anche se non nei migliori dei modi.

"Che fai, scimmietta? Non puoi aspettare che arriviamo a casa?" sogghigna e mette la maglietta sulla sua spalla e le mani sulle mie natiche per tenermi su. Non provo disagio, stranamente, anzi, con lui mi sento libera di fare e dire tutto quello che voglio; tranne due spogliarelli.

"Ha-ha-ha, simpatico" ironizzo, "Sono stanca di camminare e poi ti devo sette baci, ricordi?"

"Sì, ma facciamolo a casa, puzzi troppo per i miei gusti." mi strizza un occhio e io mi sento completamente indignata, ma anche divertita.

"Oh, be', nemmeno tu scherzi." controbatto e come una stupida bambina, gli faccio la linguaccia. Brava, Ruth, umiliati già da ora tanto dopo farai di peggio.
Mi mette giù e, dopo aver messo la sua maglietta sulla spalla, mi afferra la mano per poi incrociare le nostre dita. Saremmo stati super carini, quasi come le coppie normali, ma noi non lo siamo, difatti, non ha perso tempo per farmi lo sgambetto.

"Vaffanculo, Jason." inveisco, spintonandolo, ma lui, smettendo di ridere, si arresta e mi cattura il viso con le mani per poi baciarmi; la sua lingua si insinua subito per farla danzare armoniosamente con la mia e se non fosse stato per il fatto che eravamo umani e che quindi dovevamo riprendere fiato, avremmo continuato per l'eternità.

"Facciamo una corsetta? Voglio arrivare a casa il prima possibile." soffia sulla mia bocca e il desiderio glielo si legge negli occhi, ma io non ho propria alcuna forza di correre ché ancora esausta.

"Ti prendo in groppa, koala."

"Cosa non faresti per una doccia con me?" chiedo accennando un sorriso e mi arrampico sulla sua schiena nuda, dove i muscoli sono ben visibili.

"Non puoi nemmeno immaginarlo, zuccherino." risponde a sua volta e prende il turbo.

Giungiamo al suo attico in pochi minuti, grati della vicinanza del campo da basket, e in men che non si dica, Jason si é già liberato dei pantaloncini dell'Adidas e dei suoi boxer, e sta preparando la vasca, confondibile con una piscina per bambini per le sue grandi dimensioni. Ridacchio e faccio per raggiungerlo, ma mi ferma per richiedere:"Spogliarello time!"

"Proprio adesso?"

"Sì, amore."

Arrossisco per quel nomignolo perché non sono mai stata abituata a quei amore, tesoro, pucci pucci eccetera, anzi, lo apprezzo di più quando mi chiama koala o scimmietta. Lo so, ho problemi seri.
Senza nemmeno essermi accorta che Jason si trovasse a pochi centimetri dal mio corpo, ritorno alla vita reale.

"Sei tu che hai dettato le condizioni, quindi..."

Roteo gli occhi e mi arrendo, dato che ha totalmente ragione. Lo allontano e con l'imbarazzo che scorre nelle arterie, mi tolgo la canotta con una tale lentezza che ha fatto deglutire il mio ragazzo. Correggo: il mio amico, credo.
Faccio lo stesso con i leggings neri e gli volto le spalle cercando di essere il più sensuale possibile. Abbasso una spallina del reggiseno e poi con la coda dell'occhio lo fisso per sapere come sto andando. Il risultato: sta trattenendo il respiro.
Rido sottovoce e continuo: sgancio il mio reggiseno per poi prenderlo tra le dita e farlo cadere sul pavimento freddo. Infine, sempre con la schiena rivolta a Jason, giocherello con il perizoma per poi farlo scendere per le mie gambe, ma impacciata quale sono, quando mi giro, dimenticando di farlo passare anche oltre i miei piedi, cado per terra nella mia nudità. Mi viene naturale scoppiare a ridere e Jason non é da meno.
Mi aiuta ad alzarmi e applaude tra le risate.

"Sei stata bravissima." si complimenta portando una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio mentre sulle mie guance aleggia un rossore incredibile.

"Sono stata ridicola!"

"Non é vero," confuta, "guarda giù." e io ubbidisco, ma mi vergogno ancor di più per non aver notato la sua erezione.

"Ti ecciti per poco, fattelo dire." lo derido staccandomi da lui per entrare nella vasca ormai pronta.

"Il tuo corpo, i tuoi movimenti e la tua voce non sono poco, fidati." puntualizza, mettendosi dietro di me facendo aderire la mia schiena al suo petto, col suo amichetto tra di noi.

"Allora, dove vuoi che ti faccia il massaggio?" cambia discorso, spostando i miei capelli, bagnati solo sull'estremità, da una parte.

"Spalle."

"E poi?" domanda, massaggiandomi sul punto richiesto, provocandomi una sensazione di piacere assoluto.

"Schiena." aggiungo, letteralmente in estasi, essendo che ha le mani magiche.

"Niente sotto la vita?" chiede con un pizzico di speranza e di malizia, come sempre d'altronde e io rispondo con un mugolio negativo.

"Come vuoi, ma ci perdi tu, sappilo."

Roteo gli occhi al soffitto e riporto l'attenzione sul suo amichetto più che sveglio, suggerendogli di pensare a qualcosa di spiacevole in grado di metterlo a nanna.

"É un po' complicato con te davanti nuda e bagnata... dall'acqua e dalla schiuma." ammette, sbuffando per far togliere il ciuffo di capelli che gli offusca la vista, sembrando un bambino adorabile, un po' cresciuto.

"Sei il solito." pronuncio sorridendo alle sue smorfie, ma in poco il suo sorriso malizioso torna a fare capolineo sul suo viso.

"Vieni qui." mi ordina, ed anche se capisco perfettamente cosa sta dicendo, decido di stuzzicarlo un po', anche se sono parecchio a disagio.

"Non posso, non sono eccitata." e mi verrebbe da ridacchiare al suo alzare gli occhi al cielo, ma vengo interrotta da lui.

"Non in quel senso." chiarisce, "Vieni qui che ti abbraccio per bene." mormora, come se fosse imbarazzato, ma conoscendolo, non è abituato a tutte queste smancerie, come non lo sono io, d'altronde.

"Sicuro di volere solo un abbraccio?"

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top