33 | one, two and a kiss

Avete presente quando vi trovate ad un incrocio, e non sapete quale strada prendere? O ad un bivio nel bosco e davanti a voi si distinguono due stradine?
Io in questo momento è come se mi trovassi nel limbo, attratto da tutto ciò che mi circonda, ma costretto a dover scegliere. Inferno o Paradiso ?
Mamma o Ruth?

Ecco il mio dilemma, altro che essere o non essere, da una parte c'è il primo vero amore dei maschi, la donna della mia vita, mentre dall'altra c'è la ragazza che mi illumina con un semplice sorriso, che mi fa sempre perdere le staffe, ma di cui sono follemente perso.
Ma per mia fortuna, grazie a chissà quale Dio, non devo di certo scegliere, ma prima di tutto devo capire perché mia madre è qui.

"Cosa guardi lì impalato? Non vieni a dare un bacio alla tua mamma?" sbotta finalmente mia madre, interrompendo il piccolo momento di tensione che si era venuto a creare.
Mentre abbraccio mia madre, faccio segno con il capo a Ruth di correre a nascondere quella fottuta busta, e mentre in un primo momento mi guarda confusa il secondo dopo è già sfrecciata fuori dalla stanza.

"E dove è corsa quella ragazza? Ricordami il nome, Rosie, Roxie?" continua a blaterare ed io rido, rispondendole che si chiama Ruth, ma vedo che è sbalordita che ci frequentiamo ancora.

"Sapevo che sarebbe durata, non porti mai ragazze a casa, e se lo fai vuol dire che è importante." commenta e abbasso lo sguardo, ricordando che non avevo neanche pensato a cosa avrebbe potuto pensare la mia famiglia, quando portai Ruth, volevo solo che stesse con me, ma non ne ero realmente consapevole.

"Buonasera, signora Kent." irrompe nella stanza Ruth, senza più nessuna busta in mano, e sospiro sollevato.

"Non ti ci mettere anche tu, ti ho già detto di chiamarmi Sophia e non lo ripeterò ancora." borbotta contraria mia madre e Ruth fa un sorriso imbarazzato, che viene subito spazzato via dalla calorosità di mia madre, che la abbraccia come se fosse la sua stessa figlia.

"Ora, devo fare un discorsetto con il signorino qui presente, perché io non mi faccio un viaggio di due ore perché avevo voglia di fare una vacanza." incomincia a parlare, ed alzo giocosamente gli occhi al cielo, ma neanche un attimo di pausa che inizia ad elencare tutti i motivi.

"Uno: mi ha chiamata quel coglione del tuo manager, ha detto che stai impazzendo e che la tua relazione con Ruth non porta a nulla di buono." mormora e quasi non mi paralizzo, puntando lo sguardo su Ruth, che anche lei è nella mia stessa situazione.

"E naturalmente io non concordo, vi vedo molto bene insieme e lei ti rende felice, quindi che se ne andasse a quel paese, ma devi comunque impegnarti per queste ultime partite, ci hai messo così tanto ad arrivare dove sei, che mi sembrerebbe da idioti mollare tutto proprio ora." prosegue e non posso darle torto, perché da quando sono qui a Las Vegas non faccio che stare con Ruth, e se bello può essere, mi devo allenare.

"Quindi punto due, questi ultimi giorni restanti li passerai ad allenarti, dato che fra meno di una settimana hai la finale, ed appunto per questo dobbiamo tornare a San Francisco." conclude il suo fin troppo lungo discorso, ma su cui ha totalmente ragione.

"Lo aiuterò io." si introduce Ruth nel discorso e quasi non le scoppio a ridere in faccia, o forse lo faccio.

"Ma se non sai neanche tenere una palla in mano!" la derido e lei mi guarda con un sorriso si sfida, esclamando che mi avrebbe fatto vedere lei.

"Ora ragazzi miei, desidererei una stanza per dormire, dato che sono veramente esausta e non ho un minimo di fame." afferma mia madre, di cui quasi non mi ero scordato la presenza.

"Certo, seguimi Sophia." la chiama Ruth, prima di dirigersi verso le scale, dove dalla mia posizione ho una perfetta visuale sul suo didietro.
Mi vado a sedere sul divano, aspettando che Ruth torni, ed intanto accendo la tv, vedendo se trasmettono qualsiasi cosa di interessante, ma a quanto pare non è così.

"Ora mi vuoi dedicare un po' di attenzioni?" richiede una voce poco dietro di me, ed in poco mi ritrovo con gli occhi fissi in quelli di Ruth, che si è comodamente messa sulle mie ginocchia, facendola sembrare leggermente più alta.

"Ti senti in astinenza?" sorrido, perché sinceramente non aspettavo altro da tutta la giornata.

"Tu no?" sussurra prima di poggiare le sue calde labbra sulle mie, facendomi gemere solo a quel piccolo contatto. La attiro ancora di più a me, schiacciando i nostri petti tra di loro. E per mia fortuna o sfortuna, dipende dalla prospettiva, spinge il bacino contro il mio, facendomi ansimare come un ragazzo in astinenza anche se, poco ma sicuro, non lo sono.

"C'é mia madre." le rammento nonostante fossi più che d'accordo.

"Oh, lo so, bene. Ti torturo un po', ma non ti do niente." mi strizza un occhio e, irritato tento di scrollarmela di dosso, ma é fin troppo piacevole e io ho scarsità di sangue per far funzionare sia il cervello che il pene contemporaneamente.

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