28 | second thoughts

Ci stiamo baciando da ormai non so quanto dato che ho perso la cognizione del tempo. C'é da dire che ho perfino cominciato a perdere sensibilità alle mie labbra per quanto me le stia divorando, ma non mi importa onestamente. Sono più che altro stupita di come sono finite le cose, dei miei sentimenti che, in qualche modo, gli ho rivelato senza troppe difficoltà.
Ma forse, questo, é troppo anche per me. Sono consapevole ed estremamente sicura delle parole pronunciate da me poco fa, ma non lo sono riguardo l'iniziare una nuova relazione. Non sarebbe durata, lo so io, lo sa Mike e lo sa il mondo.
Siamo differenti e poi lui non mi conosce ancora del tutto, così come io non conosco ancora lui. Vorrei potermi godere questa dolce sensazione di felicità al cento per cento, ma non ci riesco.

"Credo di dover pulire ora." mi sposto leggermente, per guardarlo in faccia, ma ciò non aiuta. Vorrei solo pensare a quello che è successo, metabolizzare il tutto, al contrario suo che pare un drogato alla ricerca disperata di metanfetamine, che in questo caso sarei io.

"Che ti importa di quel camioncino?!" mi beffa, e non ha tutti i torti, ma infondo quella è semplicemente una scusa per svignarmela e fare mente locale.

"E come hai intenzione di tornare all'hotel?" domando stupidamente, ricordandomi dopo dei mezzi e soldi che possiede.

"Non ci torniamo, semplice." mi fa l'occhiolino e si sporge in avanti, ma poggiando le mie mani sul suo petto, arretra comprendendo che sono seria.

"Potrei pure prenotare una limousine se vuoi." aggiunge lui passandosi le dita tra i capelli. Non cedo, voglio e devo pulire la Volkswagen del mio ex. Niente di personale, ma anche se é stato un bastardo, con lui ho trascorso giorni, mesi favolosi e non ho alcun intento di rovinare tali ricordi. Raccolgo le cianfrusaglie che ho lasciato cadere e, sotto lo sguardo contrariato di Jason, faccio per uscire, ma mi ferma comunicando che mi avrebbe dato una mano.

"Mi sembra il minimo, é il tuo vomito."

"Sei la solita stronza." si rassegna e mi mette un braccio sulle spalle per dirigerci assieme verso il mezzo di trasporto.

"Però, facciamo a modo mio." concorda finalmente, spaventandomi e avviando il motore per guidarlo fino ad uno spiazzo, dove si possono trovare tutti gli ageggi per pulire le macchine.

"Perfetto, tu lucida i finestrini, io mi occupo del sedile." prendo le redini del controllo e lo vedo prendere un tubo, del sapone e varie spugne e pezze.

"Oh mio Dio, ma proprio in macchina dovevi vomitare?" mi lamento, sia per la puzza, che per il troppo sforzo.

"In realtà ti ho vomitato addosso." mi rammenta lui e lo maledico nuovamente; il mio bellissimo vestito è andato perduto per colpa sua. La cosa confortante é che non ho speso nemmeno un centesimo per quello!

"Grazie per avermelo ricordato." sbotto, fintamente arrabbiata, uscendo velocemente dal veicolo, per prendere un po' d'aria, ma neanche un minuto che sento le sue braccia intorno ai miei fianchi, mentre mi abbraccia da dietro.
Incomincia a lasciarmi dei dolci e umidi baci sul collo, che mi fanno gemere lievemente. Inclino la testa, permettendogli di avere a disposizione più spazio per baciarmi, ma mi riprendo e mi privo di quel contatto, mentre lui emette un sospiro.

"Prima il dovere, poi il piacere."

"Ai suoi ordini, capo!" ride, anche se triste, e ubbidisce.

"E non prendermi più da dietro! Mi hai fatto venire un colpo." gli punto il dito contro.

"La prossima volta ti prendo in un altro modo, tranquilla." sogghignò provocandomi un rossore assurdo alla guance.

"Che pervertito!" mi stacco definitivamente, lasciandolo ridere dietro di me, per la mia espressione scioccata.

"Continua a pulire, decerebrato!" lo minaccio, ritornando dentro il camioncino e venendo nuovamente investita dalla puzza di vomito.
Strofino la spugna, gonfia di acqua e sapone sul sedile, finché non sento la mia maglietta appiccicarsi scomodamente alla mia pelle, e neppure il tempo di girarmi che persino la parte davanti è completamente fradicia.

"Giuro, Jason Kent, che se ti prendo sei fottuto." incomincio a camminare nella sua direzione, che è ancora con il tubo diretto verso di me, e a pochi passi da lui, l'acqua ricomincia a fuoriuscire da quello stupido tubo verde, bagnandomi completamente. Menomale che non ho la maglietta bianca, oggi, come mio solito.
Prendo in mano il tubo, con non poco sforzo da parte mia, e mentre lui ride come un forsennato, lo bagno da capo a piedi. E come per farmi un ulteriore dispetto, si toglie la maglietta, lanciandola nella mia direzione, che la prendo al volo.

"Non mi fai nessun effetto." gli faccio la linguaccia manco fossi una bambina, incrociando le braccia sotto il seno, mentre lui si avvicina a passo felino verso di me.

"Ne dubito vivamente." ribatte, con un sorrisino sghembo a dipingergli la faccia, mentre io mordo le mie labbra, non so se per nervosismo o altro.

"Se me la togliessi io, saresti già qui come un cane a sbavare." borbotto e lui di conseguenza alza il sopracciglio, come a sfidarmi, e presa dall'orgoglio la mia maglietta finisce nelle sue mani. Lo osservo deglutire, come se fosse la prima volta che mi vede in reggiseno. Ah, i maschi!
Ci stuzzichiamo per le prossime ore, immemori del motivo della nostra presenza lì e nel mentre sono in grado di non pensare alle mie insicurezze e ai miei ripensamenti. É come se non fosse variato nulla, okay, capita che lui cerchi sempre di ottenere di più, ma il nostro rapporto é ancora lo stesso. O almeno é quello che spero.

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