27 | thing

"Alzati da quel letto ora, razza di coglione." ingiunge una voce svegliandomi, e a quanto pare, anche Jason. Mi stiracchio un poco e quando capisco chi é, sento un bisogno disperato di scomparire. Speravo che il ragazzo mezzo nudo non avesse avuto ragione quando aveva detto che sarebbe venuto il suo manager e soprattutto, in così poco tempo, ma avevo come ombra la sfiga e io dovevo solo imparare ad accettare la realtà.
Jason mi tende una mano per farmi alzare per prima e poi tirarsi in piedi pure lui, mentre l'agente apre la cella. Nell'esatto momento in cui sto per mettere piede fuori però, mi spintona dentro, informandomi che é stata pagata la cauzione solo a Justin Bieber - così lo ha chiamato. Rivolgo un'espressione alla ricerca di spiegazioni da parte del manager e tutto quel che ottengo é una frase di puro odio e rabbia.

"Ti ho detto di stargli lontana, ma non mi hai dato retta. Se solo lo avessi fatto, non ti troveresti qui.
Passa una bella notte, o almeno il resto delle ore rimanenti prima dell'alba."

E senza neanche volerlo gli do un pugno dritto in faccia, consapevole che l'agente non mi veda, dato che é troppo intento a guardare con le cuffie una serie tv in streaming. Provo un dolore immenso alle nocche, ma mi trattengo.

"Wowowo, piccola Rambo, tieni le mani a posto ed esci." Jason interviene solo ora, essendo stato impegnato a farsi ridare gli oggetti personali a noi sottratti, e io gli consiglio di domandare al suo manager.

"Campi grazie a me, o paghi la cauzione anche a lei o sei licenziato." detto questo, Mike cede, continuando a toccarsi il naso che tra poco si sarebbe gonfiato leggermente.
Ormai rincasati, corro dritto nel bagno per farmi una benedetta doccia e cambiarmi l'assorbente, scampando così alla ramanzina di Patterson. Avrei dovuto anche lavare il furgoncino di Cole, che sicuramente puzzerà del vomito dell'altro troglodita. Inveisco contro tutto e tutti per la piega che sta prendendo la mia vita, ma mi rilasso quando apro il getto della doccia facendo fuoriuscire l'acqua.
Lavata e profumata, indosso uno dei tre pigiami della vicina e, a passo felino, tento di origliare la conversazione tra i due uomini - si fa per dire, dato che Jason é più un ragazzo che ha affrontato la pubertà, ma che ha il livello intellettuale pari a quello di una capra. Mentre Mike é più una merda umana che ha il fegato di dividere due persone che si trovano in sintonia (una volta su quattro però).
Odo quest'ultimo biasimare furente l'altro che, invece, pare annoiato dalle sue parole. Difatti, in seguito al suo lungo sproloquio, Jason ha espresso imperturbabile, il desiderio di vedere la sua faccia da culo fuori dalla sua dimora e, dopo pochi minuti, lo sbattere violento della porta mi fa capire di avere via libera. Mi affilio al castano, quasi biondo, che é disteso supino sul divano a strofinarsi gli occhi.

"Il sole é appena sorto, vuoi che ti prepari la colazione? Sai, dopotutto, sono ancora la tua cameriera personale."

Non mi prende minimamente in considerazione e comprendo subito che Mike lo ha turbato con qualsiasi cosa gli abbia riferito, in un qualche modo. Cosa dovrei fare adesso? Accarezzarlo? No, non é un cane.
Abbracciarlo? No, non se lo merita visto che a causa sua, ho la pedina penale sporca.
Baciarlo? No, mai più.
Le uniche altre opzioni che ho é fare la stronza oppure fregarmene, e guarda caso, sono brava a fare solo queste due. Mi metto alle prese in cucina e finito di fare colazione, mi preparo per andare a ripulire lo schifo nel mezzo di trasporto, rubato al mio ex ragazzo. Tuttavia, Jason sentenzia quasi a formulare una domanda, dato il tono:"Siamo amici." e ripete, "Lo siamo, vero?"
Corrugo la fronte, impreparata psicologicamente da questa sua domanda.

"Non credo."

"E cosa siamo allora?" insiste.
Vorrei tanto saperlo pure io, testa di cazzo che non sei altro, penso ma lo tengo per me e prendo la decisione di improvvisare.

"Uhm, be', siamo molte cose. Tu sei un giocatore di basket, io sono un'inserviente. Tu sei un coglione, io sono una stronza.
Tu sei ricco, io sono a mala pena benestante.
Tu sei-..." chiacchiero nervosa, sapendo che non é la risposta che vuole sentirsi dire visto che non so nemmeno io la verità.

"Ruth, ho bisogno di sapere." avanza verso di me con il tipico viso di un ragazzo disperato.

"Jason, io non lo so. Insomma, litighiamo sempre e a fatica ti sopporto." rifletto a voce alta e lui fa lo stesso.

"Però ci siamo baciati... diverse volte." gli scappa un sorrisino che però noto.

"Oh, cazzo." lascio cadere di proposito il secchiello pieno d'acqua e la spugna per rendere di più.

"Cosa?" diviene allarmato e tenta con scarso successo che l'acqua non si rovesci tutta.

"Siamo una coppia sposata." esagero, anche se lo sembriamo veramente, in fondo. Il suo sguardo rimane serio, ma un altro sorriso nasce sulle sue labbra, e non posso far altro che pensare che sia uno dei più belli che io abbia mai visto, anche se non è completamente esteso.

"Dai, Ruth, sono serio." si riprende e mi guarda fisso negli occhi, facendomi tremare leggermente le mani, che sto torturando tra di loro.

"Non saprei che dirti, onestamente.
Senti, non possiamo parlarne un'altra volta? Devo togliere il tuo vomito." oso svignarmela, poiché non ho le minime forze di affrontare questo argomento.

"Non possiamo, ho davvero bisogno di sapere." persiste lui, prendendomi per il polso nel momento in cui mi rigiro.

"Tu mi piaci Ruth, e lo sai fin troppo bene, ma sembra che tu non ricambi nemmeno minimamente." ammette e io abbasso gli occhi, colpita in pieno. Ho avuto differenti ragazzi da adolescente, ma nessuno ha mai espresso i propri sentimenti di persona, bensì via messaggi e il fatto che proprio l'unica persona, più snervante delle zanzare d'estate, ha pronunciato tali parole dopo una settimana e tre giorni passati assieme, mi ha lasciata impressionata.

"È così, vero?" balbetta appena appena, come se non si aspettasse questa reazione da parte mia.
Non ricevendo alcuna mia risposta, fa per andarsene, ma presa da un atto di pura follia lo rincorro, fino a raggiungerlo, prendergli il braccio e voltarlo. Mi perdo nei suoi occhi e nella mia testa vedo tutte le giornate passate assieme a lui. Il primo incontro, la piscina, la mia camera, la sua suite, le feste e la sua trasformazione nel mentre: in un primo tempo maiale e seccante, poi maiale, seccante e dolce. Per non dimenticarci anche che é stato e che é tuttora talmente incoerente, che il mio cervello s'é fuso.
Ma nonostante tutto questo, nonostante le nostre liti, io sono sicura di provare qualcosa e che non si tratta solo di infatuazione o di attrazione fisica. So che lui mi piace e così butto nel cesso, con tanto di scarico, qualsiasi cosa mi sia imposta prima e pochi giorni fa, e unisco le nostre labbra in un bacio totalmente differenti dai precedenti, tanto da farmi venire la pelle d'oca e una sensazione strana alla bocca dello stomaco.

"Ti basta come risposta?" controllo, staccandomi leggermente, soffiando sulle sue labbra a pochi centimetri da me.
Non spiccica parola, ma lambisce una mia guancia e fa scontrare nuovamente le nostre labbra ormai gonfie, e credo che mi basti così.

N/A
nuovo aggiornamento e un piccolo progresso tra i #jath come regalo di ferragosto xx
che ne pensate?

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