Ruth's point of view

"... e poi, stile Matrix, ho evitato tutti i colpi!" si vanta Francis anche se é palese che stia inventando tutto quanto. Ad un tratto, scorgo la figura di Jason venire verso di me, in condizioni penose e senza dire niente, abbandono il biondo. Tuttavia, quando mi avvicino verso il giocatore di basket, vedo che é in compagnia di una ragazza e la prima cosa che passa per la mia mente, é quella di staccarla da lui e darle un pugno sulle tette, ma evito.

"Ehilà, principessa sul pisello. Jason, non si sente bene, é meglio che torniate entrambi a casa." suggerisce rivolgendomi un'espressione che di innocente non ha proprio nulla. Stranita, sostituisco lei e aiuto il mio amico a camminare senza sbandare da una parte all'altra.

"Allora, te lo sei scopata il tipo?"

"E tu, la tipa?"

Domando curiosa e ormai vicini al nostro veicolo. Ha l'alito puzzolente e il fatto che parli a pochi centimetri dal mio viso, non aiuta. Gli do una mano a sedersi sul posto del passeggero davanti e quando faccio per allacciargli la cintura, mi accarezza una guancia con la sua mano fredda.

"Sarai anche di rango inferiore, ma la tua bellezza supera Nina Dobrev, Gigi Hadid e Cara Delevingne messe assieme."

Il rossore aleggia immediatamente sulle mie gote e le parole paiono morirmi in gola, ma proprio quando le mie labbra stanno per lasciare un flebile grazie, mi vomita addosso.
Sussulto tirando un gridolino e, tappandomi il naso, lo mando nel bel paese e mi spoglio dentro il furgoncino senza dare nell'occhio. Non potendo uscire per fare il giro e mettermi al volante, tento di superare i sedili e, anche se con difficoltà, riesco nel mio intento.
Sono in intimo in un furgoncino con un giocatore di basket ubriaco al mio fianco, tutto nella norma.

"Visto? Ti avevo detto che sarebbe stata una serata memorabile."

Evito di controbattere e avvio il motore.
La puzza del suo vomito riempie il mezzo, rendendomi ancora più irritata e come se non bastasse, Jason non chiudeva la sua cavolo di bocca.

"Sono riuscito a farti togliere il vestito senza usare le mani, sono troppo fiero di me stesso." si batte il cinque da solo e si complimenta anche. Deve aver bevuto davvero tanto!

"Dopo scopiamo?"

Mi tocca la spalla per attirare la mia attenzione, ma non ho proprio voglia di avere alcun tipo di conversazione con lui. Già non lo sopporto da sobrio, figuriamoci da sbronzo.

"Ah, cazzo! Hai ancora il ciclo?" parlotta e poi abbassa il finestrino, facendomi sbarrare gli occhi.

"Che cazzo fai? Alza quel benedetto finestrino! Sono mezza nuda."

Mi sporgo verso di lui senza staccare gli occhi dalla strada, ma questo non vuole proprio di darmi ascolto dato che si mette a gridare le prime cose che gli volano in mente. Non sapendo come farlo smettere, gli do una sberla e finalmente sta muto.

"Se fossimo una coppia, tu saresti la dominatrice e io il sottomesso?"

"Per piacere, puoi risparmiarmi questi tuoi pensieri e dirmi la strada per tornare a casa?"

Ride e annuisce, iniziando a dettarmi la strada, ma dopo un paio di minuti, giungiamo vicino ad una piazza colma di persone. Prima che possa realizzare tutto quanto, Jason si toglie la cintura di sicurezza ed esala:"Hai voglia di fare una pazzia?"

E neanche il tempo di rispondere che si sbottona la camicia e i jeans, per poi scendere dal furgoncino e correre, con addosso solo i boxer, tra le persone. Non potendo lasciarlo, indosso rapidamente la sua camicia che mi fa da vestito, più o meno, e tento di raggiungerlo, ma lo perdo di vista.
Preoccupata, mi metto a chiedere a tutti i passanti se hanno visto un matto che grida, ma visto il mio attuale abbigliamento, non collaborano. Non mollo e giro fino a quando odo la sua voce chiamarmi a squarciagola. Solo allora, vedo che si sta lavando dentro la fontana.

"Ma che cazzo fai? Esci da lì, deficiente!"

Lo ammonisco.

"Mi sto rinfrescando, fa troppo caldo."

Mi informa, mentre una madre ci passa accanto coprendo gli occhi al proprio figlio. Gli occhi di tutti sono puntati su di noi, e non avendo alcun'altra opzione, entro nella fontana pure io per prenderlo di forza. Afferro il suo bicipite e lo trascino, ma prima di poter mettere un piede fuori, mi spinge facendomi bagnare tutto il corpo. Fortunatamente questa sera ho messo l'assorbente interno e non il solito ingombrante pannolino, ma nonostante questo la rabbia verso Jason, é aumentata, di tanto.
Mi tiro su in piedi, ma prima che possa elaborare tutto, un paio di poliziotti ammanettano sia me che Jason.

"Sei in arresto per disturbo della quiete pubblica" dicono entrambi, uno a me e l'altro al mio amico ubriaco, "Hai diritto a rimanere in silenzio. Qualunque cosa dirai potrà essere usata contro di te in tribunale. Hai diritto ad un avvocato. Se non puoi permettertelo, te ne sarà affidato uno d'ufficio."

Giuro che domattina, avrei chiuso le palle di Jason in un cassetto. A causa sua avrei passato una notte al fresco con addosso una sua camicia fradicia in sua compagnia! Questa brutta esperienza, sicuramente sarà già su tutti i social.
Ci fanno entrare dentro la medesima auto, con le manette fin troppo strette e durante tutto il tragitto, maledico il ragazzo sbronzo accanto a me.

Una volta arrivati, ci tolgono le manette e ci chiudono dentro, lasciando uno di loro a sorvegliarci.

"Coglione, dimmi il numero di Theo!"

Esigo e, una volta memorizzato il contatto, chiedo all'agente di farmi telefonare un amico visto che rientra tra i miei diritti.
Mi accompagna fino al telefono fisso e rimane lì con me, rigido come un robot.

"Pronto?" risponde dall'altra parte della cornetta e io lascio un sospiro di sollievo.

"Theo, sono Ruth e ti sto chiamando dalla prigione. Jason ha fatto il coglione e..." spiego velocemente, ma vengo interrotta dalla sua voce.

"Scherzo, questa é la mia segreteria. Lasciami pure un messaggio e ti richiamerò al più presto possibile."

"Vaffanculo, Theo!" esclamo e poi ritorno dall'altro scemo, che si é addormentato.
Gli concedo un'ora, giusto per fargli smaltire la sbornia, e poi lo sveglio alla ricerca di un po' di compagnia, ma soprattutto per rimproverarlo.