20 | home sweet home

Jason's point of view

Guardo spensierato il soffitto, sdraiato in posizione supina ancora sul letto, fin troppo grande per due persone. Stranamente, Ruth ha condiviso il letto con me senza neppure lamentarsi come sono solite fare le ragazze affinché il ragazzo conceda loro tutta la stanza. É una persona piena di sorprese lei. A dir la verità, si é addormentata sul materasso mentre stavo aggiustando i miei vestiti dopo che lei li aveva ripiegati in modo corretto. Rammento ogni suo commento:"Ma li hai piegati coi piedi?" oppure:"Non sai fare nemmeno questo."
Non é di certo il massimo della compagnia, ma da quando mi ha lasciato senza parole la prima volta, mentre sparavo cazzate a non finire ai miei amici, non sono più stato in grado di allontanarla. L'ho addirittura assunta come cameriera personale, robe da matti!
So che, nel profondo, ce l'ha ancora con me per tutti gli insulti e per il mio atteggiamento da cazzone, ma il fatto che ieri mi abbia abbracciato, mi fa supporre che mi abbia perdonato... o almeno é quello che auspico. Potremmo diventare amici, magari. Okay, sto fantasticando troppo.

All'improvviso, la sento mugugnare qualcosa e, di conseguenza, mi volto verso di lei, la quale con la medesima velocità di Usain Bolt, corre in bagno.

"Buongiorno anche a te, zuccherino."

Bestemmia e dopo un paio di minuti, rivedo la sua figura buttarsi sul letto dal quale non mi sono ancora alzato.

"Tutto bene?"

"Perdo sangue dalla vagina, Jason.
Non vedo come possa andare bene." prende la posizione fetale lamentandosi per i crampi alla pancia facendomi provare una tenerezza incredibile nei suoi confronti. Mi viene d'istinto abbracciarla, pregando tutti i santi di non ricevere un altro schiaffo o calcio. Volendo prevenire un suo possibile attacco di violenza verso i miei genitali, metto un cuscino tra noi due.

"Ma che cazzo fai? Scollati." mi spintona e a me sinceramente viene da ridere. Da quando in qua mi metto ad abbracciare le ragazze che mi rifiutano?
Ritento e stavolta tengo ben salda la presa.

Mi piace il suo profumo inebriante, il contatto della nostra pelle e, soprattutto, sentirla così vicina a me.

"Vai a lavarti che puzzi come la merda."

Mi viene naturale sorridere, si vede da un miglio che é a disagio, così tanto da fingere di essere una ragazza dura.

"Jason, seriamente, levati o rischi di morire oggi."

Brontolo qualcosa di poco udibile e, per sciogliere un po' il suo cuore di ghiaccio, opto per portarle la colazione a letto. Sono stato via per un paio di giorni e non ho fatto nemmeno la spesa, perciò, mi toccherà elemosinare qualcosa dalla mia vicina, la quale, gentilmente mi dà tutto il necessario.
Friggo un po' di bacon e cucino anche delle uova all'occhio di bue; verso del succo ACE in un bicchiere di vetro e il tutto lo metto su un vassoio per poi tornare da Ruth morente.

"Tadà!" prorompo e lei, quando alza lo sguardo, distende le labbra per la prima volta da ieri. Questo piccolo gesto fa crescere in me un senso di soddisfazione.

"Sai essere davvero carino quando vuoi." si complimenta.

"Vuoi un po'?" porge, ma io nego con il capo e la ammiro: i capelli disordinati, abbigliamento di ieri, espressione addolorata e assonnata. Eppure, é una delle ragazze più belle che abbia mai incontrato e conosciuto, anche se di lei, so davvero poco.

"Hai bisogno di soldi?" domando cercando una spiegazione al fatto che abbia accettato il patto con Mike.

"Perché me lo chiedi?"

"Penso sia l'unico motivo valido per esserti allontanata da me." spiego tornando a quell'argomento, "E poi, insomma, tu adori la mia compagnia, quindi..."

"Vai convinto." sorseggia il succo fino a finirlo e poi raccoglie i suoi capelli in una coda alta. Mi sono sempre chiesto come ci riescano!

"Sempre."

Afferra il vassoio prima di me e si sposta in cucina seguita dal sottoscritto che, ovviamente, nel mentre ha contemplato il suo fondoschiena.

"Guardalo pure" mi sgama, "se vuoi che ti butti fuori dal balcone."

Batte velocemente le palpebre assumendo un'espressione carina e inquietante allo stesso tempo.

"Allora, quali sono i programmi di oggi?"

"É una sorpresa." rispondo allo stesso modo del giorno precedente, irritandola ancora di più. Mi mostra il dito medio accomodandosi sul mio super divano e io, avendo avuto un'illuminazione, le dico di prepararsi per la giornata strabiliante che ho intenzione di farle passare.

"Non ho vestiti qui."

Rifletto e poi esco nuovamente per andare dalla mia vicina.

"Mi puoi dare un tanga, un reggiseno e dei vestiti?" elenco non appena spalanca la porta. Inarca un sopracciglio, probabilmente non avendo assimilato del tutto, e io preciso che non sono per me.

"Che taglia porta questa tua avventura di una sera?"

"Non é una di quelle... é un'amica." mi fa strano definire Ruth in tal modo, tant'è che é difficile conversare con lei civilmente: io faccio commenti poco casti e lei mi insulta come meglio riesce.

"Be', ha le tette più o meno così." illustro mettendomi le mani a coppa dinanzi ai miei pettorali, assumendo una posizione bizzarra.

"Credo porti una terza, proprio come me!" non ribatto niente, visto che non sono molto d'accordo. Secondo me, la mia vicina porta una seconda e mi sta mentendo.
Con ancora qualche dubbio,  rincaso con gli indumenti per la mia amica Ruth, la quale é in piedi su una sedia, intenta a prendere i pacchetti di oreo che ho nascosto ai miei amici.

"Ben tornato?" dice come se fosse una domanda. Ridacchio e l'avverto che deve essere pronta entro mezz'ora.

"Cosa vuoi che faccia in mezz'ora? In quell'arco di tempo, non riesco a portare a termine nulla!"

"Ma cosa devi fare?" So giá che mi pentirò di averle posto questa domanda.

"Devo fare la doccia, depilarmi, asciugarmi i capelli, mettere la crema, truccarmi, mettere lo smalto, lavarmi i denti e vestirmi." Aggiunge, ma io mi sono perso alla parola "doccia" e lei scoppia a ridere visto che, sicuramente, ho assunto una faccia sconvolta e buffa.

"Tranquillo, zuccherino.
Ho fatto la metà delle cose l'altro ieri, quindi..." riflette, "Devo solo farmi la doccia, truccarmi e vestirmi."

Dovrei sentirmi consolato, ma so benissimo che ci impiegherà comunque metà giornata.

Le prossime due ore passano lentamente, almeno per me, e adesso Ruth é in bagno con i trucchi della mia vicina. Annoiato a morte, vado ad onorarla della mia amata e desiderata compagnia e nell'esatto istante in cui metto piede nel bagno, uno sbuffo lascia le sue labbra.
Ghigno, ma non spiccico niente e l'affianco. É sporta in avanti e sta disegnando una linea sulla palpebra; incapace di trattenermi le do una pacca leggera sulla spalle facendola sbagliare.

"Tu non hai la minima idea di che cazzo hai appena fatto."

Si gira verso di me lentamente, con gli occhi chiuso e il fumo che le fuoriesce dalle orecchie.

"Hai ragione. Cos'ho fatto?" la stuzzico.

"Hai appena firmato la tua condanna a morte."

N/A
capitolo scritto coi piedi...
chiediamo venia xx

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