2 | enjoy your condom
Sono tutti rimasti senza parole, nessuno fiata e nessuno muove un dito.
Nessuno si aspettava questa mia reazione, per non dire che nessuno si aspettava che io fossi proprio lì vicino ad ascoltare le cazzate che uscivano da quella sua stupida bocca.
I miei occhi sono fissi sulla sua faccia da ebete, che é stampata su quel — anche se difficile da ammettere — meraviglioso viso.
Il resto dei suoi amici non fa altro che spostare lo sguardo da me a lui, dato che non possono fare altro che guardare.
Nessuno risponde, io stessa non voglio una risposta, ed odiando quel silenzio decido di girare i tacchi e rientrare in quel fottuto hotel, dato che le mie poche ore libere sono quasi terminate.
"Probabilmente sono stato l'unico uomo che ci ha provato con lei... per pietà aggiungerei."
Queste poche parole rimbombano nella mia mente, come la sveglia il lunedì mattina, quella che vuoi distruggere presa dal sonno, cosa che non puoi fare, o rischi di arrivare in ritardo.
É così che mi sento in questo momento, distrutta, sono stata spezzata da un cretino qualunque, famoso o no, quello rimane.
La cosa che più mi fa arrabbiare é il fatto che avesse inventato cazzate pur di farsi figo difronte a quegli altri stupidi dei suoi amici.
É lui che ci ha provato con me, io sono semplicemente entrata in quella stanza per ordine del mio capo, che in questo momento sto odiando come nessun'altro.
Nonostante ciò, non posso fare a meno di ripetermi quella frase in testa, non é vero che mai nessuno ci ha provato con me, ma non so se é vero che lui lo avesse fatto solo per pietà.
Ma infondo non devo preoccuparmi di ciò, l'ho rifiutato più volte, probabilmente ferendo anche il suo orgoglio, che l'aveva, perciò, portato a deridermi con i suoi amici.
Sono rimasta seduta sul divanetto della camera degli inservienti per tutti i minuti restanti alla fine della mia 'pausa', anche se credo di aver leggermente abbondato ad aspettare, dato che ora mi ritrovo letteralmente in ritardo, rispetto all'orario prestabilito.
Entro nella camera con appresso le varie cose che mi servono, e ciò che mi ritrovo davanti quasi non mi sembra quella che ho lasciato oggi.
Il letto è di nuovo sfatto, neanche ci fosse passato un camion sopra, l'armadio, che stamattina avevo messo apposto, è praticamente vuoto e la maggior parte dei vestiti è sparsa per la camera.
Il cestino è di nuovo strapieno di palline di carta. Certo, con quelle centro lo sa fare!
Non riesco a credere ai miei occhi, ho una tale rabbia che se solo lo avessi visto, non sarebbe più uscito da questa camera e se lo avesse fatto, non nella migliore delle condizioni.
Ho voglia di andarlo a prendere per le orecchie e portarlo fino a questa fottuta camera, facendola pulire a lui.
"Spero che a te piaccia il tuo lavoro." Esclama, sicuramente con un ghigno stampato in faccia.
"Certo! Non aspettavo altro che pulire questa stanza!"
"Allora ringraziami."
"Guarda, l'ultima cosa che farò oggi, è proprio ringraziarti."
"Acida, mi piaci."
"Il sentimento non è ricambiato."
"Stai dicendo che non ti piaccio?" Mi sussurra all'orecchio. Non so neanche come ci sia arrivato, l'unica cosa di cui sono sicura, sono i brividi che per pochi secondi hanno smosso il mio corpo.
"Allora non sei così stupido come dicono." Replico sentendolo borbottare, probabilmente parolacce, contro di me.
"Pulisci e sta' zitta, quando torno non voglio vedere nulla in disordine." Mi ordina poco prima di lasciare la stanza, lasciandomi sbalordita dal suo tono.
Pulisco tutto, da capo a fondo, senza lasciare nulla di sporco e non perché me l'ha ordinato lui, ma perché è il mio lavoro e rischio di essere licenziata solo perché la mia dignità è stata sotterrata.
Mi stupisco dall'enorme quantità di vestiti che possiede, ricordandomi il mio piccolo armadio a casa, che a malapena contiene 15 magliette.
"Finito?" Domanda una voce alle mie spalle, proprio mentre ero intenta a raccogliere l'ennesimo preservativo buttato vicino al cestino.
"Aspetta." Non dico altro, raccolgo il preservativo con i guanti, ma non faccio in tempo a buttarlo via che subito lo sento avvicinarsi a me con fare malizioso, guardando, dall'alto al basso, il mio corpo soffermandosi sulla mia lieve scollatura, che lascia però molto all'immaginazione.
"Dove eravamo rimasti oggi?"
Mi chiede poggiando le sue mani sui miei fianchi, slacciandomi piano piano il grembiule.
"Ah non ricordo, dimmi tu." Decido di stare al suo gioco rispondendo con un tono malizioso, che lo fa ghignare, pensando di essere arrivato al suo scopo.
Piano piano si avvicina alla mia bocca, ed in pochi secondi sento il suo fiato sulle mie labbra, e per quanto paradisiaco possa essere, non mi lascio sottoporre al suo controllo, fino a che non mi ritrovo quasi attaccata alla porta.
Quando le sue labbra stanno per poggiarsi sulle mie, in fretta gli infilo il preservativo in bocca facendolo allontanare di botto, mentre io mi godo la scena.
"Sì, direi di aver proprio finito."
Concludo avviandomi verso la porta, non prima di udire tutte le parolacce che mi rivolge, facendomi sorridere di rimando.
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