14 | friends first
Da quando Mike, il manager di Jason, mi ha fatto visita, sono tornata a pulire anche le altre stanze. Non c'é molto da dire, non é variato nulla: le foto stanno facendo ancora il giro del mondo.
Ho preso le distanze da Jason senza spiegargli alcunché e non credo che gli interessi, giacché non é più venuto a cercarmi. É strano come, nonostante fosse la persona più orribile che avessi mai conosciuto, lo rivoglia nella mia quotidianità. Ritrovarlo solamente in piscina, mi destabilizza.
Non penso sia amore, per carità, solo che mi sono affezionata e, forse sì, ho una piccola cotta, ma le cose stanno così e io devo accettarlo.
Sono trascorsi due giorni e adesso sto pulendo la suite di Scott, che condivide con un altro suo compagno di squadra. Non sono presenti attualmente e ringrazio Dio per questo.
Faccio il letto, passo l'aspirapolvere e ficcanaso un poco: hanno davvero tante foto! Mi soffermo più del dovuto, sull'immagine di Jason, che tra gli altri giocatori esulta tenendo il trofeo. Sembra un'altra persona.
"Che stai facendo, Ruth?"
Sussulto nel sentire Scott riferirsi a me,
completamente in imbarazzo per essere stata beccata.
"Stavo... spolverando le foto!" improvviso e ottengo da lui una risata.
"Vuoi qualcosa da bere?" propone tirando fuori dal frigo due corone senza nemmeno attendere che rispondessi.
"Sto lavorando."
"Okay, tieni." me lo porge per poi sedersi sul divano.
"Il mio sto lavorando é un no."
"Non muori se bevi una corona, eh." scherza e io rifiuto categoricamente di farlo durante le ore in cui lavoro. Mi incita a prendere una pausa e a sedermi accanto a lui e così faccio, dopotutto sono esausta.
"Che é successo tra te e Jason?"
Okay, avrei davvero bisogno di bere ora come ora.
"Niente... nada... rien... nichts..." rispondo in quattro lingue per rendere l'idea.
No, perché sei agitata.
"Mi basta un niente, eh." i suoi eh a fine frase mi fanno salire l'istinto omicida.
Quello che te lo fa salire é il fatto che stia parlando di Jason.
Subconscio di merda.
"Non vi vedo più insieme, é successo qualcosa?"
Muovo, nervosa, le dita sulla mia coscia mezza scoperta e valuto i pro e i contro nel svelargli tutto o meno. Glielo dico? Mike ha esplicitamente chiarito il fatto che é Jason a non doverlo venire a sapere, quindi se mi confido con Scott non perdo i soldi che mi ha promesso, giusto? Giusto.
Okay, meglio stare zitta.
"Siamo mai stati insieme?" pongo questa domanda, consapevole del doppio senso che nasconde, ma la risposta ad entrambe rimane sempre no. Scott si passa una mano tra i capelli e poggia la bottiglia di vetro sul tavolino fatto del medesimo materiale.
"Be', aveva cominciato a passare più tempo con te che con la squadra. Sai quante ore di allenamento saltava?"
"No e non mi interessa."
Bugiarda, bugiarda, bugiarda, bugiarda.
"Credevo foste diventati amici, Ruth.
Lo crede tutta la squadra."
"Gli amici non si scannano ogni due per tre." e questo non fa una piega. Io e Jason non eravamo, non siamo e non saremo amici.
"Ma passano tutte le giornate insieme e si difendono... anche se l'altro non é presente. Dopo che sei scappata, assalita dalle domande mie, di Theo e di Carly, Jason ci ha mandati a fanculo ed é corso da te."
"Non vuol dire niente."
"Sei tu che non capisci!"
"Non capisco che senso ha parlare di una persona che non sopporto con un suo amico, quindi, con permesso..." mantengo il tono calmo e prendendo il carrello delle pulizie esco da quella suite trovasi al nono piano, esattamente come quella di Jason.
Spingo il carrello della pulizie sempre dritto fino all'ascensore, cui ante si aprono senza che io premessi il bottone e rimango impietrita quando mi ritrovo dinanzi alla persona di cui ho parlato poco fa.
Perfino lui, sbianca alla mia vista, manco avesse un fantasma difronte!
Rimaniamo impalati come dei completi idioti, ma quando si schiarisce la gola, mi riprendo.
"Devo passare."
Non replico nulla e gli faccio spazio sufficiente per concedergli di passare, mentre io entro nell'ascensore dove il suo profumo ancora lo riempie.
Giunta al piano terra metto a posto tutte le cose che ho utilizzato per pulire e me ne vado in camera mia. La figura di lui che se ne va senza voltarsi, fa più male del dovuto. Dovrei essere io quella distaccata e non quella che muore dalla voglia di tornare da lui.
All'improvviso ricevo una visita da parte di Theo, il ragazzo che ho baciato immemore del fatto che fosse off-limits.
"Che ci fai qui?"
"Ciao, Ruth. Sto bene anche io, grazie per l'interesse." cerca di entrare, ma io lo faccio rimanere sulla soglia.
"Che vuoi?" scandisco, facendogli afferrare perfettamente che non é il momento giusto.
"Io e Carly vogliamo invitarti alla partita di stasera." sorride calorosamente porgendomi un biglietto.
"Mh, no, grazie."
"Dai, piccola..." lo interrompo all'udire il nomignolo che mi ha affibbiato.
"Oh, questa confidenza non mi piace." lo avverto puntandogli il dito contro facendo, probabilmente un'espressione buffa, dato che tenta di reprimere una risata.
"Okay, scusa. Dimmi che verrai!" mi supplica facendo il labbruccio.
"Porta la tua ragazza."
"Ha scoperto che ti ho baciato e mi ha piantato in asso."
No, non é possibile. Grandioso, avrò i sensi di colpa fino alla fine dei miei giorni per avere rovinato la loro relazione! Che problemi ho?
"Oddio, perdonami. Non era mia intenzione!"
"Ci siamo dentro entrambi." cerca di confortarmi e poi torna all'argomento di prima, "Ti prego, vieni stasera? Ho giá il biglietto per te e non devi nemmeno pagarlo! E poi Carly non vuole rimanere da sola sugli spalti."
Soppeso il suo invito, ma poi mi ricordo ciò che mi ha detto Mike Patterson e non so che decidere. Amici o soldi?
Non che possa considerarli davvero tali, ma in futuro potrei se non tirassi loro il pacco oggi.
"Va bene, ci vediamo stasera. Adesso lasciami dormire!"
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