Primo round-Mistero/thriller

Jack Smith sedeva su una comoda poltrona di velluto rosso nello scompartimento di prima classe del treno per Mority.
Lì avrebbe dovuto incontrarsi con l'uomo che aveva messo in vendita una grande casa non lontana dalla spiaggia,un certo Milton Blody.
Forse l'avrebbe comprata:gli piaceva l'idea di diventare il fiero possessore di un villa al mare,e sicuramente se ne sarebbe vantato con gli amici di città.
Non tutti,a quei tempi,potevano permettersi una seconda casa,e la consapevolezza che,invece,lui aveva quella possibilità,lo rendeva felice,dandogli un senso di importanza e superiorità.
Era quasi giunto alla stazione della città,il treno emise un sbuffo e si fermò,permettendo ai passeggeri di scendere.
Jack prese il suo piccolo bagaglio e lasciò il mezzo.
Osservò l'orologio:erano le undici esatte.
"Accidenti,puntuali,questi treni"pensò tra sé.
Si guardò  intorno,in cerca del venditore:notò subito un uomo alto,dai capelli corvini,pallido,vestito molto elegantemente,con le braccia incrociate dietro la schiena,evidentemente in attesa di qualcuno.
Il signor Smith gli si avvicinò.
-Scusi,lei è il signor Blody?-chiese.
-Sì,sono io.E lei deve essere il signor Smith,molto piacere!-disse sorridendo e stringendo la mano a Jack.
La sua voce era gelida,metteva i brividi.
-Esatto,sono io. Piacere.
-Vuole prendere un caffè prima di visitare la casa? Naturalmente offro io,signore-propose Milton.
-Ma certo! Un caffè è proprio quel che ci vuole,sa,dopo questo lungo viaggio!
-Immagino,immagino. Benissimo,allora,mi segua.
Prima di seguire l'uomo Jack diede un sguardo veloce all'orologio della stazione:erano le dieci e cinquantacinque.
Ma come...
-Scusi,signor Blody,ma...l'orologio,ecco,vede,va all'indietro-fece notare.
-Oh,sì,è rotto-rispose con noncuranza.
Non sapeva perché,ma Jack non gli credeva.
Sentiva come una strana sensazione,come se di lì a poco qualcosa di brutto sarebbe successo,un evento terribile e inevitabile.
-Signor Smith?-lo chiamò Blody.
-Sì,sì,arrivo.
"Oh,andiamo,Jack,è soltanto una sensazione. Solo le tue solite e continue paranoie,solo paranoie..."
Milton lo condusse in un piccolo locale:i tavoli e il pavimento erano di legno,e le credenze erano ornate di tantissime bottiglie colorate.
Jack si sedette,assaporando con gli occhi i soprammobili davanti a lui.
-Che cosa ordina?
-Un caffè,grazie-rispose distogliendo lo sguardo.
-E lei?
-Come il signore,grazie-disse Milton.
-Arrivano-concluse la cameriera,una donna dai capelli scuri,piccola e magra,pallidissima.
Anche la sua voce,fredda più del ghiaccio,faceva venire i brividi a Jack.
Qualcosa,negli abitanti di quella cittadina sul mare,non andava.
Era tutti pallidi,dai capelli neri,tutti quelli che il signor Smith aveva incontrato per le strade e aveva ora intorno nel locale.
E poi,sembrava che lo guardassero,lo osservassero:ma non era uno sguardo curioso,magari per via dei suoi capelli biondi,no,era uno sguardo di,osava pensare,disprezzo.
Non tutti lo guardavano così,però:alcuni ridevano,e la loro bocca si distorceva in un ghigno sprezzante.
A Jack ricordava il ghigno dei cacciatori quando circondavano la preda,ormai spacciata.
-Ecco i vostri caffè-disse la donna,con una voce priva di ogni emozione.
-Grazie-disse Blody sorridendo.
-Allora,signor Smith,ci terrei a informarla di alcune cose riguardanti la casa-e Milton si prodigò in un'accurata descrizione dell'intera abitazione.
Jack non ascoltava,era troppo impegnato a ricambiare lo sguardo ostile della cameriera con uno di stupore innocente.
-...il precedente proprietario...-colse il signor Smith.
-Come,scusi? Il precedente proprietario,dice?
-Sì,lui ha deciso di metterla in vendita.
-In vendita? Una villa così? Di questi tempi,ha deciso di venderla?
Milton non rispose.
-Signor Blody?
-E va bene,signor Smith. Io avevo deciso di non dirle nulla per non farla preoccupare,ma se proprio ci tiene...il precedente proprietario,George Taylor,è morto annegato,mentre faceva il bagno vicino a casa. È una zona profonda lì,se non sa nuotare anche lei deve farci attenzione.
-Non si preoccupi,signor Blody,me la cavo,in acqua.
Mentre entrambi sorseggiavano il caffè,Jack continuava a domandarsi perché mai,se non sapeva nuotare,George Taylor si era comunque immerso.
"Oh,smettila,Jack,forse non pensava che fosse così profondo,no?"
Forse era proprio così.
-Se lei ha finito possiamo andare-lo esortò Milton.
-Sì,d'accordo,andiamo.
Si alzarono e,tra gli sguardi dei presenti,uscirono.
-Bella,ehm,cittadina-azzardò Jack.
-Sì,Mority è davvero bellissima. Non mi trasferirei per nulla al mondo.
"Contento tu"stava per replicare Smith,ma si trattenne,preferendo un semplice "capisco" per concludere la conversazione.
Dopo pochi minuti Milton si fermò,indicando una grande casa bianca,che dava proprio sul mare.
-Eccola,signor Smith!-esclamò Blody.
Jack alzò lo sguardo:accidenti,era davvero bella!
-Come la trova?
-È...è...è bellissima!
Era enorme,maestosa,e spiccava su tutte le casupole tutt'intorno.
-Entri pure,prego-fece strada Milton.
Entrarono:appena vide l'ingresso,Jack si innamorò,capendo che quella per l'esterno era solo una piccola cotta.
-Prego,mi segua-disse il signor Blody.
E cominciò una visita guidata per l'intera villa:ad ogni nuova stanza l'amore di Jack cresceva.
-Questa è l'ultima stanza:è la cantina.
Il tour era finito.
La cantina non era come il resto dell'abitazione,era piccola,spoglia,e se lì non l'avesse condotto Milton,probabilmente Jack non ci sarebbe mai entrato.
-Abbiamo terminato-annunciò Blody-Spero che le piaccia.
-Assolutamente sì!La compro!-disse entusiasta mentre si accingeva a prendere i soldi e a porgerli a Milton.
-Ne sono felice,non sa quanto è stato difficile trovare un acquirente dopo il signor Taylor.
-Capisco,capisco. Un'ultima cosa,signor Blody,mi permetto di chiederle dove abita,sa,in caso avessi bisogno di aiuto.
-Certo! Vede,io abito...qui.
-Scusi?
-Hai sentito,Smith-il sorriso si era trasformato in un ghigno-Abito qui.
-Mi dispiace,ma temo di non capire-replicò avvicinandosi alla porta aperta.
-Lasci che le spieghi meglio-disse mentre chiudeva sbattendo la porta-In fondo,ad un morto spetta il diritto di sapere.
-A un morto?-chiese deglutendo.
-È un ingenuo,sa,Smith? Taylor non è morto affogato,e credo che questo l'abbia capito anche lei,a meno che non sia un vero idiota. Vede,faccio un mucchio di soldi.
Si chinò,spostò un vaso,l'unica decorazione della stanza,e afferrò un coltello,nascosto sotto di esso.
-Un mucchio di soldi?-chiese,sperando di far perdere un po' di tempo al suo aguzzino.
-Esatto,Smith. Fai finta di vendere una casa grandiosa,inganni i ricconi allocchi,uccidi,derubi. Semplice,no?
-Un ragionamento da pazzi,ma devo dire che ha una sua logica-disse cercando di mantenere un tono di voce calmo e schiacciandosi al muro.
-Cosa vuoi fare? Scomparire nel muro?Eh,Smith?-disse sogghignando-Sei spacciato.
Jack notò accanto a sé alcuni sacchi neri.
-Sei invidioso di quei cadaveri,Smith? Tranquillo,presto ti ritroverai nel loro stesso posto.
Ormai non aveva più vie di fuga.
Milton alzò alto il coltello sopra la sua testa.
"Addio,mondo. Addio,vita".
Blody lasciò ricadere l'arma.

Il signor Milton Blody era alla stazione di Mority.
L'orologio segnava mezzogiorno esatto.
Stava aspettando un nuovo acquirente,Tom Wills.
"Questi treni,sempre in ritardo!"pensò leggermente irritato.
Volse ancora lo sguardo verso l'orologio.
Le undici e cinquantotto.

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