Quarto Tema

Tema per il concorso di TTTRiky

Tema:

Ancora non riesco a crederci di essere finito qui, in questo posto buio, silenzioso e allo stesso tempo pieno di rumori inquietanti.

Non posso ancora credere di aver accettato quella stupida scommessa, solo per un po' di dignità e onore in più, ma in fondo le voci che girano su questo posto sono tutte bazzecole, almeno spero...

Mi trovo in un ospedale psichiatrico nella provincia di Milano, questo posto è stato abbandonato non poco tempo fa, non ci sono mai venuto e mai ci sono voluto venire, ma ormai mi ritrovo rinchiuso qua.

Il cellulare mi squilla all'improvviso, ho un piccolo infarto ma mi riprendo subito:

"P-pronto?" chiesi.

"Ti stai divertendo là Francesco? Mi hai salutato qualche fantasma?"  Era Marco, il genio che ha fatto questa scommessa con il nostro gruppo di amici, anche lui si trova in questo manicomio.

"Ti ripeto che non mi sto mettendo p-paura, te lo garantisco..." risposi con tono deciso.

"Bah, a me non sembra, comunque qui tutto bene: il gruppo è vivo e vegeto.  Antonio è lì con te giusto?" mi domandò.

"Sì sì, lui è qua, ha la mappa del posto e la torcia, lui è il "navigatore" " gli dissi.

"Oh, ok, ti richiamo fra 10 minuti, fra 5 ore siamo fuori da qui, a dopo bimba ahaha" detto questo Marco staccò la chiamata.

"Marco non-! Argh, diamine... andiamo avanti Antonio" conclusi.

Dobbiamo "sopravvivere" per 6 ore, oltre a dei soldi ci si guadagna la stima e l'onore da parte di tutta la comunità.

Per avvantaggiarci dobbiamo trovare una bambola con un solo occhio, chi la trova potrà andare via dal posto due ore prima, sono 6 in tutto, 6 come le persone che ci sono nel manicomio, 6 come le anime che abitano questo posto, o così sembra...

Sono l'una e mezza di notte, sembra passare in fretta il tempo, dobbiamo stare attenti alla batteria della torcia, se si spegnesse dovremmo usare i nostri cellulari.

All'improvviso notiamo una scala che porta verso il basso: c'è uno strano odore proveniente da laggiù, decidiamo di avventurarci coprendoci il naso e la bocca con il cappuccio della felpa.

"C'è un fottuto odore di morto qua, ed è tutto umido e fradicio! Mi fa schifo..." disse lamentandosi Antonio.

"Va avanti, non ho voglia di rimanere qua altre 5 o-ore... voglio uscire il più presto possibile..." balbettai.

Detto questo ci fermiamo un attimo per riposare, sarebbe un miracolo se incontrassimo il resto del gruppo.

Ci sediamo su una serie di tubature, sono gelide e al compenso molto bagnate per colpa dell'umidità.

Nel prendere lo zaino dietro di me, noto all'interno di un tubo una pozza scura, sembra sangue...

"Aaaah! Dio mio, che schifo!" incalzai urlando come una bambina.

"Gesù, questo sangue è fresco... possibile che...?" si chiese Antonio.

"Dai, s-sarà solo il sangue di un t-topo morto... n-niente di che..." detto questo noto, per mia sfortuna, una mano apparentemente umana, circondata da mosche e topi intenti nel mangiarla.

"A-Antonio, g-guarda là: è una fottuta mano umana! Il sangue viene da quella cosa!" gli dissi spaventato, allontanandomi  cado sul pavimento.

"Oh cazzo, n-non è possibile dai, è-è finta... oddio non è vero, non è vero, non è vero..." continuava a dirsi Antonio incredulo.

Tiro di corsa il cellulare dalla tasca e chiamo Marco.

"Pront-?" non riuscì a finire la domanda.

"Cazzo Marco abbiamo trovato una mano umana fresca! Che micnhia è questo posto?!" gli domandai urlando.

"Cos-... cosa stai dicendo? dove vi trovate? vi veniamo a prendere se volete" ci chiese.

"Siamo nei t-tunnel sotterranei del manicomio, cazzo vieni di corsa Marc-!" non riuscii a finire la frase che il cellulare perse la linea e si spense.

"Cosa diavolo è successo Francesco??" mi disse il mio compagno.

"N-n-non lo so Antonio, il cellulare è morto all'improvviso, non era scarico... aspetta, cos'è questo improvviso gelo? Ho tutti i peli rizzati..." dissi, avevo i peli delle braccia e delle gambe elettrizzati, comunemente questo succede con delle scariche elettriche, oppure con la presenza di un'entità ultraterrena...

"Antonio... penso che la s-storia delle anime sia v-vera" detto questo sentimmo una voce soffusa dal fondo del tunnel.

"N..n... and...e... via..."

Il sangue si gelò nelle vene.

Iniziamo a correre  per tornare alle scale.

Urliamo nel disperato tentativo di farci sentire dagli altri.

All'improvviso sentiamo delle voci umane, grazie a Dio.

"FRANCESCO! ANTONIO! RAGAZZI SIAMO SOPRA LE SCALE! VENITE!" è Marco, ci sono anche gli altri del gruppo.

"GRAZIE A DIO MARCO CI SEI, FORZA ANTONIO CORR-" le parole si bloccarono con un sussulto.

Appena mi giro, trovo Antonio sul pavimento, senza gli arti inferiori e con il bacino squarciato a metà, in modo che le budella interiori potessero fuoriuscire assieme a litri di sangue.

Con una voce sofferente Antonio mi dice:

"Scapp-a-a F-Francesco... esistono realmente, sono qui... loro... dovete scappar-" cercò di finire la frase, ma il suo corpo si spense.

Trattengo il vomito e continuo a correre, raggiunte le scale mi appoggio ad una colonna, circondato dal gruppo incredulo da ciò che è successo.

"Francesco! Sta calmo! Riprenditi un attimo! Torna in te per un secondo!" mi disse Riccardo, componente del gruppo.

Con le lacrime agli occhi cerco di spiegare cosa ci è successo lì sotto, della voce, della mano e dell'improvviso gelo.

"Oh Dio, Dio, Dio... io vado via, mi dispiace, non ce la faccio più!" disse Valeria, altra componente della comitiva.

"No Vale! Non andare via! Abbiamo già perso quel bastardo di Filippo che prima ha trovato quella bambola!" le rimproverò Riccardo.

"A-aspetta, che ore sono?" chiesi ancora sotto shock.

"Sono le 4 e 10, il tempo è passato troppo in fretta, vero?" mi rispose Marco.

"Non me ne frega un cazzo delle vostre lamentele! Mi avete portata voi qui! Ho visto morire un mio amico davanti agli occhi, quanti devono morire? Io vado via!" detto questo, Valeria se ne andò, ma prima di uscire dall'edificio...

"... devo andare dalla polizia, vi denuncio tutt- AAAAAH!" l'urlo di Valeria si spense, così come il suo corpo tranciato a metà.

"OH CRISTO VALERIA!" urlai.

"RAGAZZI CORRETE! PER DI LÀ!" ci disse Lucia, la ragazza di Marco.

Ci mettiamo a correre come se non ci fosse un domani, molto probabilmente non rivedremo più la luce del giorno.

Ci nascondiamo dentro ad una stanza piena di forni, c'è una strana puzza di bruciato, come se qualcosa fosse appena stato cotto.

"C-chiamo la polizia, ho solo una tacca, spero di farcela" detto questo Riccardo digitò il numero.

" ... [...] Pronto, qui la stazione di polizia locale di Milano" rispose un agente.

"Pronto? Sì! Siamo bloccati dentro al manicomio di Mombello da parte di alcune entità soprannaturali! Ci serve un aiuto immediato!" disse velocemente Riccardo.

"Mombello? Entità soprannaturali? Ragazzo mi stai prendendo in giro per caso?" chiese con tono scontroso l'agente.

"No no no no agente è la verità! Un'entità ha ucciso un nostro compagno! Ci serve aiuto!" disse con tono impaurito il nostro amico.

"Drogati di meno e vedrai che queste "entità" non ti daranno più fastidio, arrivederci" detto questo, l'agente chiuse il telefono.

"Cazzo, siamo fottuti, non abbiamo possibilità, moriremo tutti..." finito di dire la frase, il letto della stanza si alzò, pronto per colpirci.

"RAGAZZI ANDATE VIA!" ci ordinò Marco mettendosi davanti al letto impossessato.

"NO MARCO NON LO FARAI-" neanche il tempo di avvertirlo, che Marco venne schiacciato dalla rete del letto con una forza incredibile, una tale forza da perforargli la pelle e far schizzare sangue per tutta la stanza.

"Oh Dio misericordioso, andiamo via!!" dissi incitando i miei compagni.

Ci mettiamo a correre, andiamo al piano di sopra, c'è una grande sala piena di sedie, ho una brutta sensazione.

Ecco che torna il gelo, e con lui le sedie incominciano a levitare.

"No no no no no no" balbettava Lucia.

"Ancora uno sforzo! Correte!" ci ordinò Riccardo.

Un'altra corsa, purtroppo invano: Riccardo che era a capo fila, viene colpito da una sedia e con una forza spaventosa viene sbattuto una parete rovinata, che si infrange riempendosi di sangue.

"Oh cazzo cazzo cazzo RICCARDO!!!" urlai per il corpo morto del mio amico, mi giro e ritorno a correre.

"Là! In quella stanza! andiamo, presto!" mi disse Lucia.

Ci rifugiamo in un piccolo stanzino, probabilmente qui siamo al sicuro, per un po'.

Lucia scoppia a piangere, cerco di consolarla con qualche abbraccio.

"Lucia, v-vedi che questa situazione si risolverà, non preoccuparti..."  le dissi per rassicurarla.

"M-mannaggia a Marco... colpa di quel c-coglione... Dio mio..." le parole era strozzate dalle continue lacrime della ragazza.

Sento un rumore, subito l'azzittisco.

Sento dei passi, passi di qualcosa di solido, materiale: come è possibile?

Cerco di vedere cosa succede all'interno della stanza tramite il foro della porta.

Niente.

Come è possibile, mi sono immaginato quel rumore? Sto uscendo pazzo per caso?

Continuo a guardare finché un occhio iniettato di sangue non si mette dall'altra parte.

Indietreggio di colpo, facendo sbattere il mobile dietro di me.

Troppo rumore, siamo fregati.

La porta si apre lentamente, probabilmente quell'entità ha dei poteri psichici o cazzate varie.

Ci si para davanti una sagoma nera come la pece, riusciamo a vedere solo gli occhi rossi.

Non parla, non dice niente, si avvicina e basta.

"VA INDIETRO BASTARDO!"  gridò Lucia.

"Taci Lucia! Non dire niente-"

"AAAAAAH"  l'urlo di Lucia viene soffocato dallo spezzamento di un arto inferiore, provocato da una lamina di ferro caduta dal muro.

Taccio e non mi muovo per evitare tali conseguenze, non posso fare niente per lei.

Trattengo le lacrime e il vomito.

Rimango là, mentre la mia amica viene smembrata da poteri ultraterreni, le sue urla e il sangue che spruzza ovunque rende ancora più tragica la situazione.

Lucia piange, urla, grida, non si capisce, sta soffrendo fisicamente oltre che moralmente, sapendo che la sua morte è vicina.

La sua testa si stacca dal suo corpo e rotola verso di me, i suoi occhi vuoti e il suo sguardo impaurito mi si parano davanti.

Rimango paralizzato dallo shock.

Non so che fare.

Lo spettro è impassibile, non fa niente, fin quando non cerca di comunicarmi qualcosa...

"Mi fate ridere, vedervi soffrire come ho sofferto io mi diverte così tanto..." disse il fantasma, bloccando una risata.

"C-cosa v-vuoi? P-perché lo hai fatto? V-voglio andare via..." queste furono le uniche cose che riuscii a dire.

"Come ci si sente eh? Ci si sente male a soffrire, anche io ho sofferto, ed ora faccio soffrire gli altri" disse con fierezza lo spettro.

"A-a-aiuto... ho p-paur-" la mia voce si spezzò, così come il mio torace.

Sento una strana sensazione mista tra freddo e dolore.

Capisco che sto morendo, il mio cuore è stato tranciato a metà.

Per quello che riesco a vedere, vedo una sagoma nera con gli occhi iniettati di sangue e odio verso il genere umano.

Poi il vuoto, il nulla, nero.



















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