La creazione del mondo
<<In principio c'era il Caos, il Nulla, il buio assoluto. Le tenebre dominavano l'universo, infiltrandosi in ogni singolo anfratto, anche il più insignificante.>>
<<Asteria, smettila!Nessuno vuole sentire la tua lagna>> La sorella roteò gli occhi al cielo, evidenziando il messaggio.
Per tutta risposta, la bionda sbuffò. <<Solo perché voi non apprezzate>> disse indicando con un vago accenno la combriccola di amiche di Lux <<Non significa che non sia arte.>> Alzò il mento e, rigida e impettita come non mai, lasciò l'ambiente mentre il coro di quelle puerili risate le riecheggiava nelle orecchie.
Si spostò in una piccola stanza appartata, completamente spoglia eccetto che per un tavolino smaltato di blu. Cominciò a camminare in circolo, seguendo la geometria della stanza, terribilmente simile alla direzione dei suoi pensieri. Per quanto infatti s'ingegnasse, per quanto si sforzasse di produrre idee, ecco che si ritrovava sempre al punto di partenza, cioè al nulla. O meglio... a nulla tranne che un inizio eccessivamente drammatizzato. Un inizio che, com' è ovvio, necessitava di uno sviluppo. Le serviva qualcosa di scoppiettante, originale, mai visto prima... insomma, una scintilla che desse inizio a tutto.
<<Una scintilla, ma certo!>> Asteria si battè una mano sulla fronte <<Perché non ci ho pensato prima?>>
Con un sorriso stampato in volto, fece scaturire dal dito indice della mano destra una piccola stilla di luce che assunse la forma di una spirale. Cominciò a vorticare a velocità sempre maggiore, divenendo sempre più grande, fino al punto d'inglobare la bionda stessa. Come sempre quando creava un unicum temporale a sé stante, la pervase una sensazione di nausea che però ebbe breve durata. Del resto, un piccolo fastidio di stomaco valeva ben la pena sopportarlo per ciò che s'accingeva a fare; creare una propria versione del mito delle origini in fondo non era mica una cosa da nulla.
Caos era un'entità che si ergeva sola in tutto l'universo, occupando ogni minuscolo spazietto.
Con quelle parole in mente che le sarebbero servite per il racconto, la ragazza passò la mano sinistra su un'intera "parete" impregnando l'ambiente di un cupo color pece ,per poi aggiungere un minuscolo puntino bianco proprio al centro di tutta quell'oscurità.
Un giorno in quelle tenebre perenni nacque, senza che nessuno sapesse da dove venisse, una piccola luce bianca puntiforme. Ella era circondata dal buio e, piccola com'era, ne aveva una gran paura. <<Signor buio>> chiese con la sua vocetta tintinnante da bambina <<potrebbe lasciarmi un po' di spazio?>>
Caos non aveva nulla in contrario perciò acconsentì. La luce poté dunque crescere indisturbata ma, man mano che il suo alone luminoso diventava più forte, si sentiva sempre più sola; le mancava qualcuno con cui giocare, visto che le tenebre rifiutavano ogni attività proposte da lei. Un bel giorno ebbe allora un'idea folgorante. <<Notte>> chiamò <<potrei avere una compagna di giochi?>> Ancora una volta le tenebre si dimostrarono pazienti e non ebbero nulla da obiettare. La stellina allora-perché quello era-si divise in due parti dando origine ad un nuovo nucleo.
Asteria espanse il colore bianco sulla superficie, lasciando però che l'alone si sviluppasse attorno a due centri distinti.
Le due luci, anche se avevano dimensioni differenti, divennero subito amiche e insieme crearono tanti giochi . Dopo poco tempo però le "bambine" capirono di essere le sole a vivere col Signor Buio, quando invece avrebbero voluto che tante stelline si unissero a loro perché ,si sa, più si è più ci si diverte. Poco poco allora la tenebra, mai sgarbata con quelle due tenere ospiti, si lasciò riempire di tanti puntini luminosi, quelli che gli umani chiamano stelle.
La bionda, che non era altro che un astro che aveva assunto forma umana, punteggiò di bianco tutta la zona, dapprima solo nera.
Ora sì che sì che il divertimento era assicurato! Le stelle iniziarono così a giocare tra di loro, allegre e spensierate.
Un giorno, un gruppo di loro organizzò un gioco a squadre: la prima, di nome Sole, era composta dalle stelle più calde e luminose che, unite, avevano un bel color giallo canarino mentre le seconda, di nome Luna, dal momento che era costituita da stelle più fredde, aveva una colorazione argentea.
Asteria si spostò sull' altra "parete" e disegnò, naturalmente su sfondo nero, i due grandi astri, che ora dominavano la scena.
Il gioco piacque loro così tanto che decisero che lo avrebbero fatto tutti i giorni.
Passarono i mesi, gli anni, persino i millenni e più le stelle passavano il tempo unite, più le differenze individuali svanivano. Ad un certo punto, smisero di essere divise e Sole e Luna divennero un'unica entità con caratteristiche peculiari ed opposte: tanto il primo era gioioso ed estroverso, tanto lei era schiva ed introversa. Tuttavia, come sanno anche gli umani, gli opposti si attraggono, e questo valeva in primis per i due corpi celesti più luminosi del firmamento, che dopo una convivenza millenaria s'innamorarono l'uno dell' altro.
Un sorriso radioso illuminò il volto della stella, convinta che niente di più bello dell' amore avrebbe potuto originare l'universo.
L'amore li rendeva così felici ed appagati che emanavano una luce talmente forte da oscurare tutto il resto; le stelle stesse ne rimanevano accecate. Era troppo per tutti gli abitanti celesti, nessuno poteva sopportare a lungo quell' intensità luminosa.
I due amanti, per quanto innamorati, lo sapevano, e dopo lunghi giorni passati a meditare, presero la drastica e sofferta decisione di separarsi. "Per il bene di tutti" si dissero. Suddivisero quindi il tempo in due momenti distinti: il giorno per il Sole e la notte per la Luna, facendosi però la promessa che, nei momenti di congiunzione tra le due parti, chiamati in seguito alba e tramonto, avrebbero avuto qualche minuto per vedersi. Le stelle giudicarono la scelta come la migliore, benché anche loro sentissero il dolore dei due corpi celesti.
Asteria interruppe un attimo il flusso del racconto e si dedicò a disegnare, al di sotto del Sole e della Luna, quattro corpi indistinti, i cui colori variavano dal verde all'azzurro, passando per il rosso e una tonalità di bianco quasi trasparente.
Il tempo iniziò dunque ad essere scandito come deciso, per la gioia di tutti tranne che dei due amanti, che sfruttavano ogni minuto a loro disposizione per amarsi.
Proprio da quegli attimi rubati, nacquero quattro figli che presero il nome di Acqua, Terra, Fuoco e Aria. Essi erano diversi da tutte le stelle, ma i quattro fratelli non se ne crucciavano e giocavano tra di loro con spensieratezza, non però senza litigare. Acqua e Fuoco in particolare si azzuffavano sempre perché entrambi erano irascibili, testardi e volubili. Erano sempre Terra e Vento, più pacifici e razionali, a dividerli. Un giorno però i due ebbero una lite così furiosa che la mediazione dei due fratelli non fu più sufficiente e, a causa della violenza con cui si scontrarono, rischiarono seriamente di distruggere ciò che era stato creato fino a quel momento. La catastrofe fu impedita solo dall' intervento dei genitori, che in quell'occasione capirono di dover trovare una soluzione definitiva per evitare che capitasse di nuovo un simile evento.
Consultarono anche Terra e Vento, e alla fine ebbero un'idea geniale: avrebbero unito i quattro fratelli per sempre, ponendo in mezzo i due pacifisti per evitare che Acqua e Fuoco distruggessero il creato. Terra allora, dato che era la maggiore, diventò il fulcro di questo nuovo legame, e sia Acqua che Fuoco s'appoggiarono a lei, la prima per circoscrivere i propri confini, il seconda per limitare la propria potenza. Vento nel frattempo circondò questa nuova struttura, per proteggerla dall'incursione di qualche stella gelosa. Così, in un giorno imprecisato di quattro miliardi e mezzo di anni fa, fu generato il pianeta Terra, chiamato in questo modo in onore della sorella che era il sigillo dell'armonia familiare.
La stella tracciò sull'ultima superficie rimasta libera il profilo del nuovo corpo celeste, per poi scrutare con aria soddisfatta l'intero operato: era riuscita a raffigurare in poche e semplici scene l'inizio della vita dell' universo, perciò non poteva che esserne contenta. Certo, era solo una versione semplificata del mito della creazione del mondo, ma del resto le piccole stelline a cui era destinato non avrebbero capito una barbosa spiegazione scientifica. A suo giudizio era molto più chiaro ed efficace così, checché ne pensassero le sue sorelle. Il compito era stato affidato a lei e non a loro per un semplice motivo: lei n'era all'altezza.
#spazio autrice
Ecco qui la prima prova del concorso organizzato da WritinwithyouProject. Spero vada bene... fatemi sapere nel bene e nel male che ne pensate!
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