Just in my head

10 marzo 2011
Io posso definirmi una persona felice; ho una famiglia splendida che mi vuole molto bene, un gruppo di amici fidati e leali, e un ragazzo che mi ama nonostante tutti i miei difetti. Che altro potrei chiedere dalla vita?

Rilessi quelle parole almeno tre volte per convincermi che le avesse scritte davvero. Mi sembrava impossibile che fosse stata tanto ingenua, al punto di credere che la sua vita fosse perfetta. Mi lasciai andare ad una risata amara, per nulla divertita.  Non ce n'era più motivo per ridere davvero, non da quando ero lì, in quella che loro chiamano struttura di riabilitazione. Io l'avrei definita in ben altri modi, ma non volevo soffermarmi su questo più del dovuto. Piuttosto, era meglio che continuassi a leggere il suo diario perché capissi "quanto male le avevo fatto", per usare le parole della psichiatra. Quella donna in realtà non capiva nulla, io avevo sempre cercato di proteggerla, ma dato che non avevo nulla di meglio da fare che fissare il soffitto, decisi d'assecondarla.

21 marzo 2011
Diario mio, è tutto così strano: ieri la prof di matematica ci ha portato i compiti corretti, io ho preso 8 1/2. Dovrei esserne contenta... peccato solo che non ricordi di aver studiato nulla di quell' argomento: sono pure una schiappa in questa materia! Come abbia fatto a ottenere un voto così alto resta un mistero.

Un mistero che Betty non poteva risolvere, ma io si. Sono sempre stata un asso nelle materie scientifiche, quella verifica era anche fin troppo semplice. Anzi, era strano che lei non fosse riuscita a risolvere neppure un problema! Per fortuna che ero subentrata io, e tutto si era sistemato. Avrei meritato solo riconoscenza da parte sua.

5 aprile 2011
Caro diario, sono sempre più preoccupata per ciò che sta succedendo: vorrei dirti perché, ma proprio non me lo ricordo. Ultimamente mi capita spesso di avere vuoti di memoria: se tu per esempio adesso mi chiedessi cos'ho fatto ieri, non saprei risponderti. Per quanto mi sforzi di ricordare, le mie azioni sono avvolte nell' oblio più oscuro. Com' è possibile che un fenomeno simile avvenga a soli 17 anni? Non sono mica una vecchietta malata d'Alzheimer!
Eppure queste mancanze non me le spiego in alcun modo e, nonostante sia restia ad ammetterlo, non posso negare di essere turbata.

Quei giorni li avevo vissuti con non meno ansia di Betty perché temevo che mi scoprisse. Se infatti fosse venuta a sapere della mia esistenza, la sua vita ne sarebbe stata distrutta perciò era mia dovere impedire di alimentare i suoi sospetti, anche a costo di tenerla sedata.

6 maggio 2011
Caro diario, mi spiace essere stata assente per questo lungo tempo ma il fatto è che sono stata troppo impegnata. Oggi però non potevo fare a meno di scriverti a causa di un fatto assai spiacevole: il mio ragazzo, il mio splendido ragazzo che solo due settimane fa affermava di amarmi, oggi mi ha lasciato. La ragione che ha addotto è poi la più infamante di tutte: il tradimento. Quello stronzo dice di avermi visto baciare un altro proprio davanti ai suoi occhi, quando non è assolutamente vero. Ti sembra che io potrei mai fargli un torto simile? È totalmente assurdo! Se voleva chiudere la relazione, poteva almeno trovare una scusa migliore. Di buono c'è solo che ho capito che è un gran bugiardo.

7 maggio 2011
Caro diario,
Stento ancora a credere che ciò che sto per raccontarti è vero. Oggi sono andata da Albert con l'intenzione di parlargli per mettere in chiaro che io non ero la traditrice che lui pensava che fossi ma lui mi ha smentito subito mostrandomi una "prova": una foto in cui IO ero avvinghiata a James della 3C, mentre le nostre bocche erano impegnate ad esplorarsi a vicenda.

Riconobbi di aver esagerato in quel frangente, ma io volevo solo proteggerla. Il suo ragazzo in primis la tradiva con qualsiasi ragazza che respirava ma Betty era troppo ingenua, troppo buona, per accorgersene. Non potevo tollerare che le facesse del male, così avevo agito al suo posto. Purtroppo, lei non era stata in grado di capirlo. Ingrata!

Quando l'ho vista sono rimasta paralizzata, non credevo ai miei occhi: questa non posso essere io, continuavo a ripetermi. Eppure la vista non m'ingannava, non c'erano dubbi su chi fosse la ragazza della foto. In un primo momento ho pensato che l'avesse ritoccata con Photoshop, ma le sue parole successive hanno eliminato anche quell'ipotesi: "James si è pure vantato di quanto fossi focosa!" Ha urlato. "Da due mesi a questa parte io non ti riconosco più, Betty! Sei totalmente diversa da prima: fumi, bevi, ti concedi al primo che capita... sembri quasi un'altra persona!" Poi si è avvicinato quasi con timore e, accarenzandomi una guancia, mi ha sussurrato:" dov' è finita la dolce e timida ragazza di cui ero innamorato?"
A quel punto non ce l'ho più fatta e sono scoppiata a piangere davanti a lui e non tanto perché mi ha lasciato, quanto piuttosto perché non mi ritrovo per nulla nella sua descrizione: Io non sono quel tipo di ragazza. Non ho neppure mai fumato una sigaretta, figurati! Che si sia inventato tutto? Non può esserci altra spiegazione...

Mi ricordo di come Betty in quel periodo si sia aggrappata alla flebile speranza che fosse colpa di Albert e non sua, ma se solo avesse potuto vedere lo stato in cui versavano i suoi-i nostri- polmoni, si sarebbe subito ricreduta.  Lottare insieme a quella bambinetta  per avere il controllo era già abbastanza difficile, almeno che potessi godermi qualche sfizio!
Lo avevo detto anche a quella figlia di buona donna, la dottoressa Krebs, ma lei continuava a ripetere che, oltre al danno morale, avevo provocato a Betty anche danni fisici e che era ora che io ne prendessi atto. Tutte stronzate: io ho sempre voluto bene a quella ragazza, volevo solo impedire che soffrisse, ad ogni costo.

16 maggio 2011
Caro diario,
Se per tutto questo tempo mi sono illusa che Albert raccontasse un mucchio di baggianate, adesso sono persuasa che in fin dei conti avesse ragione. Io stessa fatico a riconoscermi: non ricordo quello che faccio, ho iniziato ad andare male a scuola proprio ora che sta finendo, e come se non bastasse sento strane voci. Le sento vive, reali, ma sono solo nella mia testa. Cominciò a credere che... che ho qualche rotella fuori posto, che ho il cervello bacato... cioè si insomma, credo di essere pazza. Non sono l'unica a pensarlo del resto: l'intera scuola ormai dopo che  la storia con Albert è diventata di dominio pubblico, mi addita come matta. Tutti, compresi i miei amici più cari, pensano che la mia sanità mentale sia labile. Mi evitano, non mi salutano e a volte fingono persino di non conoscermi. "Sei diversa" dicono, "perché non torni quella di prima?"chiedono. Nessuno che mi domandi come mi senta, che cerchi di capire cosa sto passando... io sono solo quella matta. Es màs facil creer asì que eschuchar la tuya vèrsion de hechos. *
Ecco, vedi? Io nemmeno lo conosco lo spagnolo. Si vede che sono pazza per davvero.

Leggere quelle parole così intrise d'amarezza mi stringeva il petto in una morsa dolorosa. Era la testimonianza palese che tutti i miei sforzi per proteggerla erano stati vani, che non era servito a nulla tenerla buona né tantomeno aiutarla laddove aveva difficoltà: niente era infatti  servito per evitare che due mesi dopo  la ricoverassero in un ospedale psichiatrico con la diagnosi di disturbo dissociativo di personalità. Le avevano detto che, oltre a lei, nel suo corpo convivevano altre due persone, che eravamo appunto io e Patricia, quell'insulsa mocciosa che parlava solo spagnolo. Le avevano assicurato che con le giuste cure sarebbe guarita, che avrebbero ricomposto il suo Io, ma erano tutte cazzate. La verità è che quegli stupidi medici non avevano mai capito che gli unici individui che la volevano davvero aiutare, che le sarebbero sempre state a fianco come dei veri amici dovrebbero fare,  eravamo proprio io e la bambina. Lì, nella sua testa.

* È più facile credere così che ascoltare la tua versione dei fatti.

#nota autrice
È qualcosa di particolare, ma ho voluto cimentarmi in qualcosa di nuovo. Fatemi sapere nei commenti cosa pensate di questo esperimento
@writinwithyouproject

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