Il crudele vicino di casa
"Fottuto bambino! Ha mandato in fumo tutto quanto" esclamò furibondo Broke.
Più ci ripensava, più la mano stretta al bicchiere di vetro aumentava la sua presa. Impossibile come, dopo aver studiato tutto nei minimi particolari, a rovinare il tutto fosse stata una tenda lasciata aperta. Povero, pazzo e adesso anche scoperto.
"Questo tutto a causa sua" pensò tra sé e ruppe con violenza il bicchiere, procurandosi dei tagli sulla mano.
"Se quella donna non mi avesse fregato tutti i soldi, non sarei povero adesso e non avrei avuto motivo di ucciderla. Invece ora per colpa sua, mi ritrovo a dover uccidere ancora."
Nei giorni seguenti, iniziò a perseguitare colui che aveva visto tutto dalla sua cameretta. Si appostò vicino scuola e non appena vide il bimbo da solo, lo trascinò dietro un cespuglio, strattonandolo con violenza. Forse facendo così, lo avrebbe spaventato per quel breve periodo che gli sarebbe servito per organizzare il tutto.
"So che hai visto. Non parlare, o per te sarà la fine" disse con voce colma di rabbia, afferrando il collo del piccolo Jake.
Queste parole fecero rabbrividire il bambino che adesso, iniziava veramente a sentirsi in pericolo. Guardare gli occhi infuocati di quell'uomo perfido e saperlo assassino della sua vicina di casa, non faceva che intimorirlo sempre di più.
La gola iniziava a seccarsi, il fiato cominciava ad essere sempre più irregolare e le gambe minacciavano di cedere. Avrebbe potuto uccidere anche lui, lo aveva già fatto con sua moglie.
Chi avrebbe mai ucciso un bambino di 10 anni? Che colpe avrebbe potuto mai avere il suo vicino di casa? Di certo Broke non sarebbe stato un possibile sospettato.
Tirò un sospiro di sollievo quando sentì che le mani possenti sul suo collo, avevano mollato la presa.
"Stai attento a quello che fai, ragazzino. Ti tengo d'occhio!"
Il piccolo Jake avrebbe voluto dire qualcosa ma il terrore e la tosse, causata dal quasi strangolamento, non glielo permisero e lui non sarebbe rimasto neanche un minuto in più vicino a quell'uomo. Scappò via con le lacrime che rigavano il suo volto e giurò a se stesso che non avrebbe mai raccontato a nessuno ciò che quel maledetto giorno aveva visto dalla finestra della sua cameretta. I giorni successivi Jake continuò ad aver paura, sentiva di essere perennemente osservato ma era certo che non gli sarebbe successo nulla perché lui non avrebbe parlato.
Forse però, si sbagliava.
Un mese dopo, il cielo sembrava avere l'umore di quell'uomo malvagio che aveva progettato tutto.
Una semplice scomparsa.
Il buio, il cielo pieno di nubi nere, colme d'acqua. Che il mondo avesse capito ciò che stava succedendo?
Come tutti i giorni, Jake uscì di casa per recarsi a scuola, ormai aveva superato la paura. Broke, fortunatamente, lo aveva totalmente dimenticato.
Sorrise a quel pensiero, era stato davvero gentile. In fin dei conti, aveva mantenuto la promessa.
Iniziò ad aumentare il passo.
Per la pioggia imminente o per paura?
Il respiro affannato, le gambe vacillanti, il cuore accelerato.
Cosa stava andando storto?
Era tutto tranquillo, o forse no.
La luce di due fari, un urlo, un camion, il volto di quell'uomo al volante.
Jake iniziò a pensare ai suoi genitori, alla sua famiglia, ai suoi amici e al suo piccolo jack russel, Snow.
Iniziò a piangere, non li avrebbe più rivisti. Poi fu un attimo.
Fu scaraventato contro il paraurti del camion che procedeva a tutta velocità, poi cadde sull'asfalto.
Le ruote passarono sul suo corpo e sentì tutti i suoi organi schiacciarsi. Adesso era dentro un sacco nero, si sentiva soffocare.
Era dentro il camion.
Stava immaginando tutto?
Dopo qualche minuto, fu gettato in un luogo sperduto e un liquido freddo ricoprì il suo corpo, e da liquido, diventò fiamma.
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